Dalle sorgenti del Sele che nascono alla quota di m. 420, nell’area presso il Monte Cerviatto, ai Sassi di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. è il tema della mostra antologica del pittore ambientalista Lello Gaudiosi, non casualmente organizzata nel Centro Fieristico di Caposele, in via Aldo Moro, che si è conclusa il 23 giugno 2019. La mostra di settanta opere, aperta a metà giugno è stata visitata da un pubblico attento e da tanti giovani motivati da problematiche ambientali che minacciano seriamente il sistema terra. La rassegna (che sarà itinerante) reca, infatti, un forte messaggio di denuncia sulla tutela dei corsi d’acqua. La prima tappa di questo percorso per la difesa dell’ambiente e delle specie a rischio, costruito in difesa di un corso d’acqua, il Sele, appunto, e delle sue spiagge fluviali attrezzate dove poter godere di un ambiente naturale e piacevole e rilassante, ha già lasciato il segno. In autunno la rassegna ripartirà dal 23 ottobre 2019, per raggiungere la «Città dei Sassi«. La mostra sarà nuovamente allestita nel ritrovo «La lopa», in pieno centro storico (Via Buozzi) di Matera. Lo spazio espositivo, dedicato a incontri, dibattitti culturali e mostre, è stato ricavato in una grotta su tre livelli e una profondità fino a 18 metri. I visitatori e i turisti potranno ammirare le opere più significative dell’artista della Val Sele che ha dedicato una vita alla «cura» della natura, alla sua conservazione attraverso l’arte che dà sostanza all’identità di un territorio e al legame tra l’uomo ed il fiume, la sua flora e la sua fauna. Quadri che contengono un messaggio perfettamente in linea con la sfida che vuole dare Matera nella fase conclusiva della manifestazione che l’ha vista protagonista, un anno intero, come Capitale attenta alle radici dei popoli.
«Salviamo il Sele», uno slogan che ha avuto successo
La battaglia ambientalista di Lello Gaudiosi, all’epoca giovane artista (ora ha settant’anni), alle prime armi con colori e pennelli infatti, era cominciata proprio agli inizi degli anni settanta, appoggiata dal WWF, quando l’artista della Val Sele, che vive a Contursi Terme, cominciò a disseminare le rive del rinomatissimo fiume, con un cartello emblematico «Salviamo il Sele», sotto l’emblema del Panda, il logo scelto dal movimento per la conservazione della natura, conosciuto oggi in tutto il mondo per la protezione di specie, habitat, territori. I primi risultati vennero colti nel 1981, quando il WWF, motivato dal pittore salernitano, istituì l’Oasi di Persano, grazie ad una Convenzione con il Consorzio Destra Sele. Le acque del fiume, con i vicini affluenti, ospitano una delle popolazioni più importanti della lontra: la specie è un simbolo, un indicatore ecologico, una garanzia. L’Oasi e la confinante Tenuta Militare di Persano formano una grande isola verde le cui caratteristiche naturali si sono mantenute pressoché inalterate. Il percorso natura, tra i più attrezzati d’Italia con vari punti di osservazione (l’Oasi è stata anche la prima ad essere istituita dal WWF nel nostro Paese), si estende della pianura che a forma di ventaglio si apre verso mare fra i Monti Picentini e i Monti Alburni. Dopo la riserva il fiume attraversa la Piana del Sele, una fertile e ricca pianura dove prospera la produzione agricola (e per questo subisce l’impatto delle attività umane) per poi sfociare nel mare di Paestum in vicinanza dei famosi scavi archeologici. Il corso d’acqua che al tempo degli antichi scrittori, greci e latini, Aristotele, Plinio e Strabone, era navigabile, come testimoniato dai porti fluviali romani, è stato descritto come «il fiume che trasforma in pietra non solo i rami che vi si immergono, ma anche le foglie». Da allora sono state avviate tantissime battaglie per evitare l’impoverimento del fiume e garantirgli il deflusso minimo vitale. Le acque del fiume vengono captate dall’acquedotto pugliese a Caposele. Dapprima furono convogliate le acque del Sele; in seguito si riuscì a convogliare dentro le condotte anche i 2.000 l/s delle acque del Calore per una portata complessiva di 6500 l/s. Il canale principale attraversa le province di Avellino, Potenza, Foggia, Bari e Brindisi ed ha una lunghezza complessiva di circa 250 km. Le diramazioni che si dipartono dal canale principale sono 27. La costruzionefu avviata nel 1906, con l’intento di risolvere il millenario problema della penuria d’acqua nella regione e per questo il corso d’acqua presenta dimensioni molto ridotte rispetto al passato. Lo scarso flusso d’acqua concesso dalle autorità dell’acquedotto dopo lunghe battaglie da parte degli ambientalisti locali, guidati dall’artista-ambientalista, viene incrementato notevolmente nell’area di Contursi Terme grazie alle numerose sorgenti prevalentemente termali e soprattutto dal Tanagro, il suo principale affluente. Gli altri affluenti di una certa consistenza sono: il fiume Acerra; Acquabianca; Calore Lucano; Tenza; Trigento.
Il contratto di fiume, ora è una realtà
Questo lungo periodo, caratterizzato da controversie e sterili promesse a stento mantenute, si è poi concluso con l’accordo di massima che dovrà portare al raggiungimento del «contratto di fiume». Dopo la firma si dovranno coinvolgere tutti gli stakeholder del bacino idrografico della Valle Sele, ai quali toccherebbe stabilire regole e strategie per una corretta gestione delle risorse idriche, per garantire la qualità ambientale del corso d’acqua e per la mitigazione dei rischi. Dunque, qualcosa è stato fatto. «Ma non bisogna mollare la guardia»- avverte Lello Gaudiosi. Nel 2017 è stato stipulato un patto tra soggetti pubblici e privati che vivono o lavorano nel bacino fluviale ed hanno a cuore la salute del fiume. Un patto sottoscritto volontariamente e «dal basso verso l’alto» (botton up), aperto alla partecipazione di tutti coloro che via via vorranno aderirvi, per coordinare ed integrare iniziative mirate a promuovere attività economiche sostenibili, programmi e interventi materiali ed immateriali. I quadri del pittore Lello Gaudiosi ricordano quel lontano grido d’allarme di cinquant’anni fa per salvare il corso fluviale che ha rischiato di sparire. Pennellate decise lasciano ancora oggi quel messaggio forte, quasi disperato che si intravvede nei dipinti dell’artista e regala, sotto forma di suggestioni, gli aspetti più belli che la natura ci mostra. Quella di un fiume, appunto, che scorre nel suo alveo, calmo e canterino. Un corso d’acqua che conserva i segreti del tempo, proprio com’era una volta!