Nella regione agraria del Medio Calore (Roccadaspide, Aquara, Bellosguardo, Castel San Lorenzo, Felitto) si concentra la maggiore quantità della “Castagna di Roccadaspide”, la cui percentuale di diffusione a livello provinciale è dell’80%, mentre a livello regionale è del 24%. La castagna di Roccadaspide è tra le pochissime varietà di castagna ad essere definita botanicamente e merceologicamente tipo “Marrone”, presentando caratteristiche dei frutti di assoluto rilievo, quali: la buona pezzatura (50-70 frutti/Kg); la buona percentuale di prodotto settato molto contenuta; ottima pelabilità; polpa consistente di media dolcezza. Per tali caratteristiche questo “Marrone” è particolarmente idoneo per la lavorazione industriale, pur restando egualmente interessante per il mercato del fresco. Ma la tecnica colturale è abbastanza lunga e ogni anno si susseguono le seguenti operazioni:
A Dicembre-Febbraio, con l’inizio del freddo intenso, si ha la raccolta, raduno e bruciatura di foglie e ricci (la cosiddetta “Jusca”), mediante scope di erica. Per questo tipo di operazione occorrono 2-3 giornate di lavoro umano per ettaro. Non sempre è effettuata da tutti i castanicoltori.
Agli inizi di Maggio, dove occorre, innesti di zolfo.
Agli inizi di Settembre, sfalcio delle felci (detto “Monnatura”), con falcione o decespugliatore: tale operazione richiede da 4-8 giorni per ettaro.
Nella seconda metà di ottobre raccolta manuale, mediante tre passaggi a intervalli di sette giorni. Nel primo passaggio, una persona può raccogliere 150 Kg/giorno; nel secondo passaggio, 120/giorno; nel terzo, detto “Rozzolatura”, 40-60/giorno. A sera si procede al trasporto con motocarri, e in alcune zone con asini, ai centri di raccolta e di calibratura dove avviene la selezione. Questa operazione è necessaria per eliminare i frutti ammuffiti, bacati, denutriti, rotti e danneggiati. Si esegue attraverso banchi di selezione meccanici a nastro scorrevole che, collegati con la calibratrice, ne seguono il ritmo di lavoro, ottenendo in tal modo una riduzione dei tempi di lavorazione. La tradizione vuole che si conservino nelle acque pure di Roccadaspide, prima di essere trasportate altrove per essere lavorate.
Carmela Sarraino