Dopo aver letto le interviste di Sica e Voza, (quella di Alfieri non è giunta in tempo e sarà pubblicata nel prossimo numero), ed ascoltato i primi comizi dei 3 candidati alla carica di sindaco di Capaccio Paestum, si deve prendere atto che i toni sono cambiati. Franco Alfieri, Enzo sica e Italo Voza hanno modificato l’atteggiamento nei confronti degli altri due “concorrenti” evitando prese di posizioni tanto provocatorie quanto sterili per passare a parlare più di contenuti che, per quanto generici, danno senso all’impegno politico che prevede l’impegno di energie, lo sviluppo di passioni, il coinvolgimento di amici e famiglie … insomma, ci si mette in gioco per gli ideali in cui si crede.
L’indagine proposta sul sito di UNICO, che ha visto la partecipazione di 800 lettori, ha confermato il vivo interesse con cui i cittadini della Città dei Templi stanno seguendo la campagna elettorale che è entrata nel vivo dopo la presentazione delle liste.
C’è da prendere atto che dopo diverse elezioni che hanno visto la vittoria al 1° turno di candidati che oggettivamente non avevano avversari in grado di competere (Enzo Sica, Pasquale Marino, Italo Voza), nella precedente tornata, che ha visto prevalere al ballottaggio Franco Palumbo su Italo Voza, e in quella attuale si è tornati a fare sul serio perché ciascuno dei tre candidati ha il potenziale di esperienze e di sostenitori in grado di competere ad armi pari con gli altri due.
Le percentuali emerse dall’indagine (Voza 40%, Alfieri 38% ed Enzo Sica 22%) sono indicative di una stato d’animo che, ovviamente, potrà variare nel prosieguo della campagna elettorale che vede i protagonisti impegnati del tour di comizi nelle innumerevoli contrade in cui si articola il territorio di Capaccio Paestum.
Durante questi incontri i co-protagonisti della vicenda elettorale, oltre al candidato sindaco, sono si componenti delle liste che li sostengono che risiedono proprio nella contrada. Si tratta di un confronto a distanza tra i “terminali” che i tre “condottieri” hanno scelto e posizionati sul campo a presidiare in modo capillare il territorio.
Infatti, tutti sanno che nella realtà capaccese è impossibile porsi all’attenzione dell’elettorato senza passare per le “forche caudine” costituite dal “leader” che vivono la loro esistenza nei pressi dei luoghi di aggregazione costituiti dai bar, negozi, edifici scolastici, centri sportivi, parrocchie … e che quotidianamente si confrontano con il tessuto imprenditoriale sia esso agricolo, turistico e del terziario.
Ecco perché, se pur la situazione sta evolvendo grazie ai social, ai siti web e alle TV locali, resta forte la capacità di interdizione da parte di soggetti che sanno scavare in profondità per cercare il punto di caduta delle esigenze primarie del tessuto sociale di una città diffusa e che si incontra e si ritrova solo in pochissime occasioni ufficiali come le elezioni comunali.
Dopotutto non è un caso che anche in occasione di altri momenti elettorali come il rinnovo delle cariche alla Cassa Rurale ed artigiana di Capaccio Paestum e l’elezione del presidente e della deputazione al Consorzio di Bonifica di Paestum si ripete il vecchio cliché sia per le candidature si per lo svolgimento delle competizione elettorali: in molti casi sono gli stessi protagonisti che “sanno” come fare per dettare l’agenda a chi si propone per i vertici.
Nei 17 giorni di campagna elettorale che aspetta i candidati il quadro politico può cambiare in ogni direzione perché il numero degli indecisi è ancora alto anche se la pletora di candidati consiglieri hanno già raggiunto praticamente, anche più di una volta quasi tutti gli elettori, sollecitandoli a votare per sé, per la lista in cui è inserito e per il candidato sindaco che lui sostiene (l’ordine non è casuale). È sempre successo che buona parte dei candidati consiglieri prima chiedono il voto per sé e poi per il candidato sindaco producendo la “distorsione” nei risultati finali: il totale dei voti espressi per le liste supera le preferenze espresse per il candidato sindaco! Ovviamente, si verifica anche il caso opposto: il candidato sindaco ha una capacità attrattiva più forte delle sue liste.
Resta il fatto che il primo turno è più il momento dei componenti delle liste a sostegno che non quello dei candidati sindaci. Sarà il 2° turno il momento dei due che vi accederanno per andare a caccia degli orfani di chi avrà dovuto lasciare il campo dopo il turno “eliminatorio”. A quel punto, il voto sarà meno condizionato ed anche il numero dei candidati consiglieri impegnati dovrà scontare lo scotto della delusione per la mancata affermazione: solo i 16 potenzialmente eleggibili avranno motivazioni forti e troveranno il tempo e le energie di continuare a “lottare” per conquistare uno scranno a Palazzo di città.
Ad ogni buon conto, non facciamo il tifo per tutti i protagonisti della competizione perché la percentuale di cittadini che andranno ad esercitare il diritto di voto attivo è direttamente proporzionale al numero delle persone che si mettono in gioco per dare il proprio contributo come elettorato passivo.