La follia è una condizione esistenziale (?) che può essere “addolcita” dall’arte; d’altronde, a titolo di esempio, l’Art Brut assunse risvolti di pratica terapeutica e laboratori/ateliers di Arteterapia furono creati in Italia sin dal 1950. Una grave forma di encefalopatia afflisse Francisco Goya, Michelangelo soffriva di depressionedi origine psichica, Edvard Munch era affetto da una sindrome schizoide… Vincent van Gogh “il pittore pazzo” per eccellenza, la follia di Ligabue, il Metodo critico paranoico di Dalì, l’alcolismo di Modigliani, le tendenze pedofile di Schiele, il “furibondo, isterico violino” di Paganini, la “collezione” di amanti di Liszt … Riporto una asserzione del grande compositore Franco Donatoni; senza mezzi termini, affermò: «Nella musica leggera è una normale consuetudine:i cantanti famosi comprano le canzonette e poi le presentano come proprie. Mi è capitato quando ero a Roma, avevo bisogno di soldi… Ho scritto musiche per decine di film e documentari, firmate da altri …». La scarsità di idee, la penuria di illuminazioni, le incongruenze, per quanto inaccettabili ma reali, derivanti dai sempre più frequenti acquisti a pagamento d’opere altrui presentandole come parto della propria creatività, la relativa semplicità con cui oggi si possono costruire brani al computer … Dunque, questa arte sublime si sta indirizzando, mestamente, a percorrere il viale del tramonto? La mia personale convinzione rispetto a tale “rischio”, paventato da alcuni musicologi, è un “No!” non perentorio; penso sia impossibile che un’arte tanto elevata, coinvolgente tutti, possa “scomparire”; tuttavia, in virtù del fatto che a vincere sarà la musica virtuale (la quale, facilmente, da parte di chiunque, si può comporre al computer) questo implicherà che, purtroppo, la figura del reale creativo sarà destinata a scomparire. Nell’odierno articolo contrapponiamo l’assoluta originalità nel funambolismo, nelle magiche acrobazie delle loro interpretazioni, a quegli innumerevoli, documentati e scandalosi casi di plagio musicale e di “note gemelle” caratterizzanti l’attuale panorama musicale. Franz Liszt sosteneva che lo scopo più profondo di un artista non è quello di arricchirsi o avere successo, che rappresentano la causa prima del plagio e delle “imitazioni”; piuttosto è quello diliberare le proprie emozioni, trasmettere sentimenti, regalare anche inquietudini, turbamenti … Paganini asseriva che non tuttele persone di successosono veri artisti, anche se molti sedicentimusicistidel suo tempo si arrogavano tale virtù, pur non possedendola;una forma d’arte, la più spirituale ed elevata, non può presentare la caratteristica di “associabilità al denaro” … Furono entrambi cultori della unicità nel senso più esteso del termine,artisti al di fuori di qualunque norma o schema; detestavano in virtù della loro assoluta originalità, avendolein odiosa repulsionese non in vera e propria ripugnanza, le rapine del plagio, le razzie di scopiazzatureche, anche in quel tempo, sovrabbondavano.Piuttosto, ambedue furono cultori di quello che oggi definiamo “look”, ed assolutamente virtuosi nella medesima maniera, Paganini violinista, Liszt pianista. “Diabolici” agli occhi del pubblico che assisteva sgomento, sbigottito e forse anche turbato da quelle incredibili performance, veri e propri slanci verso l’infinito. Tutti e due assoluti protagonisti del mondo musicale romantico; considerati, nella identica guisa, incarnazioni dell’estremo genio romantico perché, sottolineiamo, i loro brani, eseguiti con naturale semplicità, risultavano di enorme complessità esecutiva per qualunque altro pur affermato musicista. Franz Liszt, ungherese, nacque a Raiding nel 1811, morì nel 1886; magico, sublime virtuoso del pianoforte, la sua vita fu dedicata a questo strumento; i suoi concerti, ammantati di svariati percorsi verso l’infinito, di intuizioni estemporanee, vere e proprie folgorazioni, erano acclamatissimi. Scrisse complesse e molteplici composizioni per orchestra, e, in particolare, musica a programma; è ritenuto il padre del moderno “poema sinfonico”, inoltre destinò il suo genio ai temi ardui della musica sacra, con vellutate composizioni. Niccolò Paganini (Genova, 1784 – Nizza, 1840) ebbe grandissima fama come concertista; come ben noto, pare che, anche in virtù di una sorta di magnetismo energetico che si librava dalla sua figura, fosse in grado di allacciare particolari legami con i Dèmoni …Il suo virtuosismo strumentale, quel suo modellare in modo assoluto il violino, rifinendo le note di risplendenti e tenebrosi accenti, rappresentò l’elemento caratterizzante della musica romantica; Paganini e Listz furono comunque in titanica lotta con la loro particolare natura e con le difficoltà; ma sempre emerse una figura, quella di esecutori alle prese con estreme complicazioni tecniche, per altri pur valenti musicisti sempre più inaccessibili. Il pubblico, se intendeva ascoltare il suono del pianoforte propagarsi e disperdersi in uno speciale modo, esclusivamente si radunava per Liszt; analogamente, Paganini era l’unico capace di far sbocciare fiori scintillanti, folate di magìa con i rintocchi dell’immenso che si potevano percepire ascoltando le portentose melodie che si libravano del suo strumento. Una frase di Gioacchino Rossini: «Solo due volte ho pianto in vita mia: quando un tacchino infarcito di tartufi mi cadde accidentalmente nell’acqua e quando sentii suonare Paganini».Al Quale non è stato risparmiato neppure l’orrendo, macabro rituale, durato alcuni anni, della esibizione a pagamento del suo corpo imbalsamato, venne strappato da questo ripugnante mercimonio da alcuni suoi cari amici che provvidero a farlo riposare in pace nel Cimitero della Villetta, a Parma. Fase conclusiva con una mia rappresentazione delle ‘folate di magia’ che regala a noi tutti la musica, attraverso disegni “matematico-musicali” di un’arpa e di una fanciulla, tratti e linee sono realizzate con la sostituzione di note e di grafici; proposi tali elaborazioni nel corso di trasmissioni televisive (svoltesi presso l’emittente TeleColore) presentate dai valenti conduttori Guido Carione e Giacomo Giuliano. Le immagini fotografiche di Liszt e Paganini, Genialità che attinsero vette di virtuosismo incomparabili, sono tratte da Internet (https://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Liszt; https://it.wikipedia.org/wiki/Niccolò_Paganini).
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