a cura di Nicola Nicoletti
Troppe ombre e pochissime luci sulla scuola di Vallo della Lucania. A parlarne domenica 8 febbraio c’erano dirigenti di istituto, professori, alunni e genitori. Organizzato dal circolo Pd vallese il convegno “Ripartiamo dalla scuola” è iniziato con la lettura dei questionari che circa mille ragazzi che studiano a Vallo della Lucania avevano compilato pochi giorni prima. Le risposte, spiegate dallo psicologo Silvestro Calabrese, autore dei quiz, hanno denunciato una pessima accoglienza della cittadina, scarsi gli interessi presenti e poco desiderio dei giovani di rimanere a vivere nel centro cilentano. Solo sulla sicurezza c’è stata una risposta meno negativa. “Il 70% non vede Vallo come città attrattiva e il 60% come non attenta ai giovani”, ha riportato Calabrese. Lo studio, unico sin’ora nel suo genere, ha ascoltato voci diverse, spiega il segretario del circolo Riccardo Ruocco. “Vallo riparte dalla scuola. La qualità dell’offerta scolastica non è data tanto dal numero di indirizzi formativi che si possono annoverare quanto dal grado di attrazione che si riesce ad offrire come risultato del lavoro di rete messo in campo. Se il grado di attrazione complessiva funziona, si aprono negozi, aumenta la richiesta di residenze, aumenta la domanda immobiliare, si avverte l’esigenza di aumentare i servizi. Se non funziona i negozi si chiuderanno, calerà la domanda immobiliare, si taglieranno i servizi”.
“È una indecenza non utilizzare tutte le leggi sulla sicurezza scolastica italiana che, dalla tragedia di San Giuliano di Puglia sono ben undici, al fine di migliorare il pianeta scuola – ha denunziato Antonio Lombardi presidente dell’Ance-. Ci sono 4 miliardi inutilizzati e la proposta di Renzi non coglierà nel segno anche a causa della burocrazia. Invitiamo i sindaci a scrivere poiché le richieste di fondi potranno essere fatte entro maggio. Inoltre abbiamo ex cantonieri adesso che si occupano di edilizia scolastica grazie alla Salerno Multiservice che fa passare il personale dalle strade alla scuole”. Sul banco delle discussioni, grazie a un interessante servizio fotografico, anche l’allagamento di una scuola a Vallo e la caduta dei calcinacci che solo per miracolo non ha colpito gli alunni miracolosamente usciti di classe 10 minuti prima.
Il sindaco di Castel Nuovo Cilento Eros Lamaida ha invitato alla correttezza istituzionale tra le scuole e le amministrazione e a porre attenzione alla circolazione di droghe e alcol per evitare il peggio ai nostri alunni. Ripartiamo dalla scuola ha colto nel segno. Per alcuni genitori la scuola è stata ed è assente dalla politica di Vallo della Lucania. Per chi termina l’orario non ci sono né luoghi né stimoli per rimanerci. Assenti spazi per sport, musica, cultura. “Sono madre di una ragazza che ha partecipato alle Olimpiadi, oltre che direttrice dell’Istituto Pinto – ha spiegato la professoressa Iannotti – ma qui non abbiamo spazi per i giovani”. Latitano biblioteche attente alla moderna tecnologia e attività che possano ospitare i ragazzi in attesa di un servizio che li riporti nei comuni di provenienza. Alla moltiplicazione poi dei nuovi indirizzi non corrisponde l’aumento dei ragazzi che sono gli stessi rischiando invece che i corsi non siano completi, con disagi per chi compie gli esami di maturità. “Serve la carta: sia la igienica che per le fotocopie, le lavagne interattive non funzionano. Questa è una mancanza di rispetto per noi”, denuncia Clelia Creco, studentessa di Ascea. Non sono mancati i dettagli sui soldi spesi dalla provincia per le scuole di Vallo della Lucania e che servirebbero invece a costruire nuovi edifici a norma. “Quelli finanziati dalla Provincia sono carenti di servizi e sicurezza, poiché posti ai lati della strada”, ha spiegato Antonio Bruno della segreteria Pd. “Il presidente Canfora è stato avvisato di queste incongruenze. E ancora: “Venti milioni per il centro della Biodiversità mai partito non sono soldi? Avrebbe portato giovani universitari nel Cilento. E l’aula tecnologica di 350mila euro per una convenzione con quale università?”. Sono le domande senza risposte partite da un incontro che vuole smuovere e portare la scuola al centro della politica a Vallo dove il Puc invece vorrebbe delocalizzarle in località Chiove.