È un desiderio che si presenta spesso nella tua mente, ti ripete all’infinito che di tanto in tanto, se non vuoi farlo sempre, è un bene se i luoghi che ti circondano li vivi, li percorri, e lasci loro il benevolo sentimento dell’abbraccio e del loro profondo raccontare.
La loro frequenza narrativa ha un suono impercepibile all’udito, ma riconoscibile immediatamente ai tuoi occhi, alla tua mente, alla memoria di un passato che si è fatto storia, cultura e reminescenza a volta, di una infanzia vissuta tra antichità e racconti.
Ecco che percorrere la strada che ti porta lì, al capoluogo di questa nostra meravigliosa terra, già ti regala i primi sintomi di benessere, di vivacità, di frenetica condizione di rilassamento mentale. Una panca a Piazza Tempone già attende il tuo sederti per volgere così il tuo sguardo verso un orizzonte che incornicia mare e monti, pianura e colline. Alcuni ragazzi giocano a pallone, noto con stupore la precisione dei passaggi e la loro contendenza nel farlo; qui non possono i miei ricordi infantili non ritornarmi alla mente, vorrei partecipare al gioco, ma la mia età non me lo consente. È bello vedere questa vita, ragazzi che crescono e si divertono tra richiami di storia e solenni palazzi antichi; il monumento ai caduti al centro della piazza fa da confine tra il divertirsi dei fanciulli e il rispetto alla memoria e al sacrificio, di chi si è immolato per la Patria. In fondo alla piazza il busto di Costabile Carducci sembra gustarsi questa modernità seppur forse per alcuni aspetti non la gradirebbe tanto. Il rifocillarsi ad uno dei bar presenti è d’obbligo, gentilezza, organizzazione e disponibilità ti fanno ancor più gustare l’ottimo caffè prima di inziare il tuo solito cammino, tra la storia del borgo antico. È come un forte richiamo che palazzi, monumenti, vie, chiese e archi inviano alla tua persona, non puoi non rispondere a questo invito, anche se non amassi la storia sarebbe difficile resistergli. Quando la città ti invita a percorrere il suo sentiero essa gioisce ad ogni tuo passo, poiché così potrà parlarti della sua storia, della sua cultura, del suo ambiente. Risplende in tal modo la sua identità, un concentrato di saperi e consapevolezze le quali abbelliscono, se non addirittura arricchiscono, l’essenza stessa del tuo vivere quei luoghi.
Imbocchi un vicolo, lo hai già visto e percorso decine e decine di volte, ma sembra quasi che ad ogni visita ti regali qualche nuovo particolare che generoso alimenta ancor più i tuoi ricordi e quanto dapprima hai letto, studiato o ricercato in quella storia che non dovrebbe essere considerata solo passato ma costruttore attuale per il futuro sociale.
Si intrecciano qui bellezze artistiche e curata pulizia del borgo, lo noti, lo apprezzi, lo gratifichi; l’incontro con due fanciulli che di loro spontaneità ti salutano, seppur non conoscendoti, ai quali rispondi con garbo e felicità, ti evidenziano quella educazione che, fortunatamente, in luoghi come questi ancora esiste. Giardini colorati e palazzi signorili, antiche chiese e storie di vescovati, la fontana dei tre delfini, la torre civica, il convento, l’antica barberia del salone Rizzo, il Monticello con la sua stada di ciottoli, gli stemmi gentilizzi sui portali dei palazzi, la casa natale del Carducci e tantisime altre testimonianze del passato. Cose che stimolano continuamente la tua mente storica, quasi a voler vivere quei momenti che non potranno mai più ritornare se non attraverso il rispetto dei luoghi e della loro memoria, della loro tutela e del loro valorizzarli. Capaccio capoluogo è un luogo che si fa amare, apprezzare in tutta la sua bellezza, è il posto dove puoi sentirti moderno rispettando l’arcaico, è lo spazio di un ambiente che non ti confonde ma ti schiarisce il sentimento, verso la cultura di questo borgo antico e della sua importanza nel proteggerlo. Se queste sono ricchezze che il tempo storico ci ha lasciato è anche il tempo di non smarrirci e di ritrovarci e riconoscerci cittadini, non di una pluralità di scopi, ma di un’unica idea nell’essere certi e convinti di abitare luoghi straordnari e meravigliosi. Territori che definiscono e tratteggiano la dimensione culturale di tutte le cose che compongono la nostra collettività e che formano l’insieme della cittadinanza, in uno spazio che dobbiamo cercare e abitare con la nostra partecipazione.