#ApriamolaeroportodiPontecagnano. E’ l’hashtag con cui da Milano, in occasione del tradizionale appuntamento fieristico dedicato al turismo, è ripartita la campagna mediatica pro-aeroporto. In prima fila, ovviamente, gli operatori della filiera turistica che poi, strada facendo, hanno incassato il sostegno di associazioni, anche non di categoria, di studenti e così via. E, poi, immancabile, come sempre, la politica, divisa tra colpevolisti e innocentisti, con meriti e/o demeriti da gettare nell’agone mediatico. Nel bel mezzo di anni di chiacchiere, polemiche e “finti” decolli, ci sono solamente seicento metri, quasi come una passeggiata al parco con il proprio animale d’affezione, a separare l’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi dalla sua piena funzionalità. Seicento metri che, aggiunti ai mille seicento attuali, consentirebbero la definitiva e sera operatività del secondo scalo aeroportuale della Campania. Una manna dal cielo soprattutto per il comparto turistico della provincia di Salerno che da anni ormai soffre il problema dei collegamenti, attenuatosi solo il parte negli ultimi anni grazie alle vie del mare e all’Alta Velocità. Ma ciò non basta. “Facciamo affacciare questa nostra provincia e in particolare l’intero Cilento ai mercati internazionali” ha ribadito più volte, e non da oggi, Angelo Coda, presidente dell’associazione Cilentoturismo.it e tra i promotori di questa battaglia. A supportare la sua tesi anche diversi studi internazionali di settore che attestano come uno scalo aeroportuale, nell’area in cui sorge, generi 500 posti di lavoro e 2 punti percentuali di PIL per ogni milione di passeggeri. In parole povere, più gente, più turismo, più lavoro. Del resto, di questi tempi non guasterebbe affatto visto che assistiamo inermi allo spopolamento dei centri, soprattutto quelli più piccoli, perdendo di conseguenza anche menti giovani e preparate. E, allora, cosa manca? Una firma. Già, semplicemente una firma, quella del Governo centrale, a seguito della validazione anche da parte dell’ENAC del progetto definitivo. Questione di soldi? Nemmeno. Ci sono i 40 milioni dello “Sblocca Italia” per l’aeroporto di Salerno, tra l’altro classificato d’interesse nazionale. Poi c’è Gesac, che già gestisce Capodichino, come altre società private, pronte ad investire perché l’aeroporto salernitano diventi finalmente operativo e non continui ad essere semplicemente uno scalo per amatori o vip di passaggio nel periodo estivo. A supportare la mobilitazione imprenditoriale anche il mondo della politica che ha partecipato all’incontro pubblico, quello svoltosi nei giorni scorsi al Mec Paestum Hotel, durante il quale è stato sottoscritto un documento condiviso da trasmettere al Governo centrale affinché dia definitivamente il via libera ai lavori per l’allungamento della pista. Dall’assessore regionale al Turismo, Corrado Matera, al presidente del Parco del Cilento, Tommaso Pellegrino, passando per l’ex ministro e ora candidato alla segreteria Dem Maurizio Martina, protagonista insieme all’onorevole Piero De Luca, figlio del più celebre governatore della Campania Vincenzo De Luca, di un vero e proprio blitz a sorpresa presso lo scalo salernitano. A quanto pare, tutti uniti, per lo stesso obiettivo: far “decollare” finalmente l’aeroporto salernitano. In realtà, non proprio tutti. Infatti, nei giorni scorsi, una ventina di proprietari di case e terreni da espropriare hanno presentato un ricorso al TAR di Salerno, denunciando una serie di rischi per l’ambiente e per la salute. Insomma, la partita è tutt’altro che chiusa…
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