Biblion e Théke, ovvero libro e scrigno, è da questi due termini di origine greca che viene fuori la parola Biblioteca. Il luogo dove anche il più distratto visitatore può cercare e trovare la sua storia, il suo passato e le conoscenze per il suo futuro. Certo che parlare oggi di una biblioteca fisica, facendo fronte alla tecnologia e agli strumenti messi a disposizione dalla rete, potrebbe sembrare inappropriato, invece no, anzi molti accademici, giuristi, editori e scrittori la pensano diversamente. Si cita ad esempio lo straordinario lavoro letterario di John Palfrey, “BiblioTeck: perché le biblioteche sono importanti più che mai nell’eradi Google”, in dove ben chiara è la difesa al ruolo che ha una biblioteca pubblica, seppur coadiuvandosi con le risorse letterarie disponibili in rete.
Un ruolo e una importanza di un luogo fisico per i libri da consultare, che acquista ancor più valore se questo si interessa anche alla storia locale. Capaccio Paestum, grande contenitore storico-culturale, è priva di questo importante bene patrimoniale, che faccia da spunto alla ricerca, lettura e conservazione della memoria storica nonché del sapere attuale. Un vuoto culturale al quale l’Associazione Mineia, presieduta da Giancarlo Di Filippo, sta pensando di colmare con l’iniziativa rivolta alla creazione fisica di una biblioteca di storia locale e non solo, in quanto il progetto, molto impegnativo, prevede la raccolta di testi di vari generi letterari:
«Abbiamo a lungo discusso su questa iniziativa, se intraprenderla e in qual modo dargli inizio – commenta il presidente Di Filippo – poiché non velocemente realizzabile e soprattutto bisognosa di collaborazione».
Un’iniziativa dunque ambiziosa e sicuramente delicata nel realizzare poi fisicamente la struttura che dovrà ospitare la biblioteca, ma non impossibile, in che modo l’associazione Mineia pensa di muovervi per concretizzarla?
«Il nostro è un progetto che possiamo dire già decollato, in silenzio e con umiltà, e che ci sta vedendo impegnati nella raccolta di libri e nei contatti con altre biblioteche, associazioni, istituzioni e privati. Per quanto riguarda la struttura – precisa Giancarlo Di Filippo –chiederemo energicamente all’Ente Comunale di mettere a disposizione dei locali idonei ad ospitare libri, lettori e attività letterarie che dovranno svolgersi al loro interno».
A piazza Santini esiste già un locale noto come Sala Erica e che reca sulla sua facciata la scritta “Biblioteca Comunale”, avete pensato eventualmente, con il supporto dell’Ente Comunale, di poterla utilizzare, appunto, come sede ospitante i libri e luogo di lettura?
«Occorre precisare che più di una volta ci è capitato, come penso sia accaduto a molti, che qualcuno ti chieda dov’è la biblioteca comunale, e lì ti trovi in seria difficoltà nel rispondere, in quanto esiste un nome ma il suo interno è privo di materiale. Ragion per cui e se l’Ente Comune, desidererà condividere questo nostro lavoro, che mettiamo a disposizione dell’intera comunità cittadina, che ben venga anche la sala Erica, ma dovrà ovviamente ed esclusivamente rispecchiare un luogo di cultura e di lettura».
Ipotizziamo che, a livello istuzionale, ovvero da parte dell’ente locale non riceviate nessuna collaborazione in merito alla disponibilità dei locali, in che modo procederete? «Vorrei precisare che seppur questa iniziativa sia partita dalla nostra associazione, ciò non significa che ne pretendiamo l’esclusiva, anzi essa vuole essere uno sprono nonché un aiuto a realizzare tutto questo. L’attività che stiamo svolgendo e che portiamo avanti, da ora in poi vogliamo sperare anche con l’aiuto di altre associazioni, specialmente con chi ha al suo interno già una raccolta di storia locale e che tanto ha profuso culturalmente sul territorio, certamente non si fermerà davanti a probabili o eventuali difficoltà o assenza dell’ente comunale, cosa che non crediamo poiché stiamo parlando di qualcosa per la nostra città. Comunque se ciò dovesse verificarsi ci impegneremo a trovare privatamente i locali dove poter ospitare la biblioteca di capaccio paestum e conservarne la memoria locale e attuale».
A proposito di memoria, questo territorio è colmo di storia ma insufficiente sul lato della conservazione della conoscenza storica, nel vostro progetto ci pare aver inteso che la priorità sia appunto la creazione di una biblioteca che contenga sopprattutto testi inerenti a Capaccio Paestum: «L’intenzione, più precisamente direi l’attività da noi iniziata, riguarda anche la creazione della Biblioteca di Storia Locale, cosa che sarebbe meraviglioso condividere con chi attualmente a Capaccio Paestum si è dedicato e si dedica alla significativa attività storico-culturale per la conservazione della memoria locale; al capoluogo per essere precisi già vi è una realtà che opera in tal senso e in maniera eccelsa; per cui estendere la ricerca, non solo di libri, ma di tutto ciò che riguarda il passato: dai racconti ai manoscritti, dalle poesie ai testi, dai disegni alle foto e così via, concorrerà ad edificare una ricchezza letteraria di grande pregio.
Sin dai tempi antichi molti sono stati gli autori locali e non ad imprimere su libri il passato di questi luoghi, così come autori attuali ne hanno descritto fatti e racconti con significativa espressività letteraria, ma pur vero è che molti testi sono introvabili in forma cartacea; è per questo che l’Associazione Mineia ha esteso la sua ricerca anche ai testi digitalizzati?
«Ebbene si, fortunatamente molti libri antichi, e tra questi diversi testi che raccontano della città di Paestum e molti altri di Capaccio antica sono stati digitalizzati, alcuni facilmente trovabili in rete altri invece custoditi gelosamente in biblioteche e università alle quali – precisa il presidente Di Filippo – già stiamo avanzando richieste di copie per inserirle nel nostro data base che ad oggi già conta diverse centinaia di libri».
In che modo i lettori potranno poi usufruire della lettura di questi libri?
«Nel progetto della biblioteca, che dovrà contenere la storia locale così come la letteratura di ogni tempo e genere, rientra anche la collocazione di alcune postazioni informatiche, a disposizione dei lettori, che oltre ad essere collegate in rete, poiché in seguito si darà forma anche ad un sistema bibliotecario territoriale, disporranno di collegamenti al data base della stessa biblioteca dove risiederanno fisicamente i testi digitalizzati».
Un progetto di tutto rispetto e di grande spessore, ambizioso nella sua imponenza organizzativa e gestionale, ma realizzabile nonostante le diverse difficoltà che si potrebbero incontrare. Capaccio Paestum e i suoi cittadini meritano la centralità nella cultura e nell’avere a disposizione la conoscenza storica e letteraria; e questa attività che l’Associazione Mineia sta portando avanti, anche su appello dello stesso presidente Giancarlo Di Filippo, dei fondatori e soci tutti, merita di essere supportata da enti e privati, da associazioni e scuole.
« L’appello è chiaro ed è rivolto a tutti, così come questo progetto è aperto a nuove idee e collaborazioni; ci rivolgiamo anche ai tanti privati che conservano libri, memoriali, foto e documenti che speriamo vengano messi a disposizione, poiché la storia e la cultura di questa città possa essere custodita nel futuro e poter offrire a chiunque la possibilità di studio, ricerca e conoscenza».
L’associazione Mineia darà in seguito ulteriori informazioni su questo progetto culturale con l’auspicio che venga condiviso da tutta la collettività di Capaccio Paestum e che venga altresì realizzato con la partecipazione di enti, privati, scuole e associazioni.