L’11 febbraio del 2018 moriva Sergio Vecchio, un amico, un artista e un compagno di viaggio conosciuto non molto tempo dopo del mio rientro da Varese nella terra dei padri nel 1993.
Quell’11 febbraio ero in Argentina per un viaggio turistico al quale io e Gina abbinammo una ricerca di storie di nostri conterranei che dal 1870 in poi lì trovarono terra e spazi dove impiantare la loro esistenza.
La notizia della scomparsa di Sergio mi colpì lasciandomi senza parole …
L’11 febbraio del 2019 a casa di Sergio, adiacente la stazione di Paestum, su invito di Bruna Alfieri, un’umanità molto composita di persone che conoscevano Sergio si sono ritrovate per farlo “rivivere” nei ricordi, per raccontarlo e per ritrovarsi nel suo mondo dove ha vissuto all’unisono con il suo essere artista poliedrico ma con i piedi ben piantati nella sua terra, Paestum.
In quella casa tutto parla di Sergio, già negli spazi all’aperto ci tracce evidenti delle sue mani, all’interno le pareti fanno fatica a reggere gli innumerevoli quadri, sui mobili sono decine i vasi e ceramiche che trasudano di lui, a terra non mancano oggetti ritoccati e impregnati di sé …
I presenti, oltre a consumare le pietanze portate su invito della padrona di casa, non hanno risparmiato parole riferite sia a rappresentare circostanze con l’amico artista protagonista sia all’attualità politica del momento particolare che vive la città dei templi.
Sarebbe difficile indicare chi è stato presente all’happening voluto da Bruna, ma una cosa è certa: ognuno ha avuto l’opportunità di rivedere l’uomo che, se fosse stato presente, non avrebbe lasciato andare via nessuno senza che prima gli avesse rivolto una frase di senso compiuto a testimonianza del fatto che per Sergio le persone non sono mai state numeri ma esseri umani in cui specchiarsi e confrontarsi senza riserve.
Andando via mi sono soffermato un attimo davanti al laboratorio d’arte chiuso dove sono decine le opere che dormono il sonno dell’arte che aspetta di essere riportata alla luce.
Mi piace immaginare che se l’amico si è “materializzato” nel settore conviviale dove eravamo tutti impegnati a gustare i cibi e a bere vino, l’artista si era “nascosto” al buio nel suo laboratorio tra i suoi quadriche lo illuminavano d’immenso!
La mostra allestita nel Museo Archeologico di Paestum è stata prorogata fino al 28 febbraio 2019, ho deiso di tornarci per fare l’occhiolino all’amico perduto specchiandomi nelle sue opere … ancora una volta.