Signor sindaco,
il suo comune ha aderito al progetto di candidare del monte Cervati a “Grande attrattore naturalistico della montagna” previsto dalla regione Campania e proposto da Tommaso Pellegrino, presidente del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, (PNCVDA). Quali sono i motivi che l’hanno indotto a firmare l’intesa?
L’iniziativa del Parco, oltre ad aprire la strada a possibili contributi regionali, ha un grande valore politico: è l’ulteriore dimostrazione dei vantaggi della coesione territoriale, un esempio di lungimiranza amministrativa che va auspicata e sollecitata in ogni sede ed in ogni contesto. Gli Enti sovracomunali ci ascolteranno solo se avremo la capacità di presentare una programmazione di sistema sul territorio
Quali sono gli elementi storici e culturali che legano la sua comunità al Cervati?
Sulla vetta del Monte Cervati si trova una grotta naturale nella cui cavità è situata una statua intitolata alla Madonna delle Nevi. La popolazione di Piaggine ne venera, da tempo immemorabile, il culto ed, in particolare, il 4 agosto una moltitudine di pellegrini raggiungono la grotta per chiedere protezione a Maria. Non solo. Il fatto che la statua in pezzo unico sa più grande dell’ingresso roccioso della grotta ha fatto nascere un alone di miostero ed ha richiamato e richiama l’interesse di studiosi, turisti e religiosi
Quali invece gli aspetti naturalistici presenti nel vostro territorio che segnalerete all’attenzione di chi sarà incaricato di elaborare le strategie e tradurle in un progetto esecutivo?
Il Monte Cervati è un coacervo di bellezze naturalistiche con pochi pari in Campania. Da un punto di vista faunistico, forestale geologico rappresenta un sistema naturalistico di grande valore. Occorre dare valore soprattutto economico alla fruizione della montagna, valorizzando l’accoglienza e diversificandola tra paese-bassamontagna- altamontagna. Immaginiamo quindi di creare una varietà di offerta di soggiorno: ricettività alberghiera ed extralberghiera in paese; ricettività in altamontagna con la valorizzazione del rifugio e ricettività ecosostenibile in aree medio alte della montagna.
Attualmente quali sono le attività imprenditoriali agro-silvo-pastorali presenti nel territorio montano ricadente nel suo comune e di quanti capi ovini e bovini occupano?
Nel nostro territorio sono presenti 25/30 aziende zootecniche che rappresentano parte importante del futuro economico del nostro borgo. E’ stato approntato un progetto molto importante per la valorizzazione della carne bovina del Cervati ed è al vaglio uno studio di buone pratiche per valorizzare dei pascoli montani. A tal proposito nei prossimi giorni saremo in Catalogna per rafforzare i rapporti con la rete di pastori che si sta costituendo tra Francia, Spagna ed Italia per chiedere a Bruxelles maggiore attenzione per la pastorizia, soprattutto in montagna.
Il comune che lei rappresenta è, come tanti altri, toccato dal fenomeno della desertificazione demografica. Ritiene che esistano giovani interessati ad operare come imprenditori per rendere la montagna produttiva di reddito e, quindi, di occupazione?
Abbiamo la fortuna di avere molte aziende formate da giovani. Sono legatissimi alle proprie radici ed intendono riprendere le attività dei padri e dei nonni. Questo però non basta. Ritengo che si debba creare un sistema di piccole attività, sinergiche tra loro, che possano valorizzare l’esistente e consentire ai giovani di immaginare una prospettiva di vita a Piaggine. La trasformazione dei prodotti del bosco e del sottobosco, la valorizzazione della carne e dei pascoli, l’incentivazione del turismo sono i volani su cui deve fondarsi la pianificazione territoriale delle nostre zone
I cittadini del suo comune come si pongono di fronte al fatto di vivere in un’area protetta: si sentono, generalmente, dei privilegiati o succubi di una decisione che non condividono?
Viviamo, da anni, in un grande equivoco: il parco, nell’immaginario collettivo, viene percepito, nelle aree interne, come un nemico, un burocrate contrario allo sviluppo che impedisce la nascita di nuove imprese e frena qualsiasi tipo di iniziativa.Con questo progetto il Parco ha la grande opportunità, politica e economica, di proporre un’idea di sviluppo per un area marginalizzata in cui l’unica speranza di lavoro sembra l’emigrazione.
I dieci comuni sottoscrittori del protocollo d’intesa contano meno di 30 mila abitanti con forti squilibri numerici tra quelli più grandi e gli altri. Come ritiene si debba intervenire per evitare che a fare la parte del leone siano sempre le realtà più popolose situate a valle e le più piccole situate proprio a ridosso della montagna?
Sarà il Parco, con la sua autorevolezza e la sua capacità di coordinamento, a dare gli indirizzi opportuni per garantire la coesione territoriale tra i dieci comuni ed evitare di spaccare ulteriormente un territorio che non brilla per sinergia
Il turismo rurale e naturalistico, l’accoglienza nei centri storici, la mobilità sostenibile, il marketing territoriale, la tutela e valorizzazione delle attrattive naturali e storico-culturali, la salvaguardia dei differenti valori identitari, il rilancio, in chiave moderna, delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali ed artigianali. Questi i punti individuati e posti a base dell’idea progetto. Quali pensa siano più adatti alla realtà del suo comune?
Sono tutti punti importanti che non vanno tralasciati. I dieci comuni devono interagire tra loro per integrare i vari punti e non tralasciare nulla. Il senso del partenariato è questo: la sinergia
È prevista l’attivazione del marketing territoriale del “Grande attrattore naturalistico della montagna”. Che idee ha in merito?
Se non comunichi non esisti. Occorre certamente un’attività di comunicazione coordinata in maniera tale da non disperdere risorse e centrare l’obiettivo di rendere appetibile la nostra montagna
Sopra e intorno al Cervati già operano decine di associazioni che promuovono e gestiscono attività turistiche legate al trekking, all’escursionismo, al torrentismo, alla speleologia, all’equitazione ed altro ancora … Come pensa di coinvolgere quelle presenti nella sua realtà?
Io penso che il parco debba coinvolgere tutte le associazioni presenti sul territorio, non escludere nessuna. Tutti i portatori di interesse devono avere la possibilità di dare il loro contributo, con pari dignità, e riconoscere il ruolo del parco come coordinatore di tutte le attività legate alla natura che si svolgono sul territorio. Se il Comune di Piaggine è chiamato a dare il suo contributo non si tirerà indietro.