Ora che si stanno avvicinando le prossime elezioni amministrative del nostro bel comune albanellese, patria d’ulivi frondosi e di bionde ginestre, il paesaggio che le contraddistinguerà si sta, piano piano, delineando ed assestando, mostrando appunto con più chiarezza i suoi protagonisti, le sue dinamiche interne, le sue particolari connotazioni:insomma, i giochi di forze che entreranno in azione e che le determineranno; momenti fra infiniti momenti. A pochi mesi da questo rinomato traguardo, tre sono i candidati più appetibili, che in tal senso non hanno ceduto alla frastagliata selezione ed infine hanno predominato: l’attuale sindaco, dottore Renato Iosca; Enzo Bagini; Pasquale Mirarchi. Infatti, rispetto alla volta scorsa, potremmo forse estromettere da quest’altolocato novero Mimmo Santoro; perché, pur essendo personaggio molto conosciuto nel nostro Comune (e soprattutto nella sua parte bassa: a cominciare dalla frazione princeps, Matinella) per essersi spesso prodigato nel sociale, come nell’organizzazione di giuste e sane manifestazioni volte verso i giovani o i più giovani, la sua candidatura tuttavia non pare godere di molta considerazione o consenso fra la nostra gente: al momento, non se ne parla molto; fra le nostre vie, fra i nostri luoghi d’incontro, il suo nome non scorre spesso, non risuona. E anche se, pur rimanendo questa un’eventualità debole e fortuita, gli sarebbe possibile provvedersi d’una lista completa, o d’erigere una squadra che si possa fregiare o caratterizzare per l’emblematico ed arioso numero 12, essa non dovrebbe poi sollevare grandi entusiasmi o speranze.
Basti pensare che lo stesso s’era candidato nel Comune di Capaccio. Egli però è nostro compaesano. Era chiaramente una candidatura di pura presenza, e forse una pura quanto sincera manifestazione di complicità col mondo della politica e i suoi meccanismi, pur avendo egli molti amici e conoscenze lì, ed interessi di varia natura; quindi, in parte,poggiava su basi concrete. Fatto però sta che alla fine ne ricavò 2 voti soltanto.
Diamo ora uno sguardo un po’ più da vicino alle soluzioni dei nostri tre precedenti, e principali, candidati. Per la sua lista, Iosca ha assoldato sicuramente due persone di buone qualità: si tratta di Carolina Cammarano, eccellenza, forse unica purtroppo, nel campo dell’accoglienza turistica albanellese, difatti titolare della splendida tenuta Tana di Volpe, situata a pochi passi da Matinella, e nelle sue rustiche prossimità; e di Eduardo Vito, imprenditore fattosi da sé, e che inoltre, tramite amicizie personali ed indubbie capacità imprenditoriali, è riuscito a costruire, su ad Albanella, aziende importi, che hanno dato lavoro a giovani qualificati: anche appartenenti al nostro caro Comune: in ogni caso, intorno alla sua figura professionale, non si trovano meno di venti dipendenti albanellesi.
Non possiamo però fare a meno d’esprimere la nostra perplessità su come ha posto od apparecchiato una certa questione o più, che andremo subito a vedere, Carolina Cammarano, nel suo discorso sulla sua stessa presentazione nella lista di Iosca.
Cammarano ha infatti fatto presente di come venga elogiata la sua tenuta, definita dai suoi avventori ‘’oasi in mezzo al deserto’’ rispetto a ciò che si può trovare nel circondario, ma in modo da concludere che ciò sia dovuto a suoi rarissimi meriti, alla sua intraprendenza, alla sua oculatezza, di cui non hanno, secondo lei, possibilità di vantarsi gli altri suoi concittadini che si occupano del terziario, e che non sanno valorizzare le bellezze della propria terra; e non, certo, per le agevolazioni ricevute dai suoi più che agiati e fortunati natali, per le possibilità di cui molti di noi hanno solo potuto inspirare il vago e dolce olezzo, e non più; un’ideale, più che un’idea dai sentimenti conosciuta o realizzata.
Questo mi ricorda un’antica e romantica fiaba, dall’atmosfere molto rarefatte e sognanti, che parla d’un principe vissuto molto tempo fa, che spesso si domandava perché solo il suo bel giardino fosse cosparso di stelle, che svolazzavano a mo’ di lucciole in giro, e non quello dei suoi vicini; salvo scoprire, infine, che ciò era dovuto al semplice fatto che era l’erede al trono dell’imperatore della notte: dunque il prescelto dei cieli.
Altra criticità è quando dichiara che per lei, come per altri facenti parte del suo stesso schieramento politico (fra questi, ricorda anche i sopracitati Iosca e Vito), sarebbe stato più facile fuggire da questo Comune che è appunto un deserto, eppure è rimasta qui, per amore verso lo stesso, dove ha collezionato esperienze e memorie, dove è cresciuta ed ha vissuto; oltre al fatto che sembra, in questo moda,accusare implicitamente la passata amministrazione, che non è riuscita in molti anni (25) a decretare qualcosa di meno triste, arido e desolato, ci spinge a chiederci quanto le sarebbe costato il sacrificio di rinunciare ai suoi numerosi agi e privilegi, per trovare qualcosa di molto meglio altrove. E se Lucia Mondella ha intonato il suo famoso addio ai monti, lei ed i suoi compagni avrebbero dovuto intonare il loro straziante addio alle oasi, con le loro cristalline piscine, i loro erbosi e vasti campi da tennis, i loro assestati maneggi, le loro belle ville, eccetera.
Che queste due candidature siano in grado di dare al dottor Iosca quello slancio che lo porti a rivincere l’elezioni, questo è ancora tutto da vedere: e sarò l’elettorato a stabilirlo.
A ogni modo, è conclamata la frattura con l’ex vice-sindaco,Pasquale Mirarchi, il quale sembrerebbe essere interessato a presentarsi o candidarsi autonomamente, con una lista caratterizzata, secondo le sue manifeste intenzioni, da una forte impronta giovanile: spazio ai giovani! Siano infatti benvenuti i giovani. Questi vuole assoldare o raccogliere nelle sue file. A dirla tutta, Mirarchi dà anzi l’impressione di volere procedere con molta determinazione! Lo vediamo infatti molto battagliero.
Vi sono poi dei personaggi che devono ancora chiarire la loro collocazione; e che potrebbero avere peso decisivo, né più né meno come la volta precedente. In primis, Vito Capozzoli, che sembrerebbe non essere più attratto da prospettive Ioschiane. A ogni modo, Vito Capozzoli, che intrattiene ancora un legame molto forte con un popolare ex sindaco come Giuseppe Capezzuto, e con un assessore come Giancarmine Verlotta, potrebbe fare confluire tutta la sua aerea politica in favore di Bagini, dandogli così un valore aggiunto; oppure quest’area, capeggiata in primis da quegli, che ha più volte affermato di non essere interessato a una sua riproposizione, non è escluso che si possa organizzare autonomamente.
Parliamo ora d’Enzo Bagini, che dalla sua ha il fatto d’essere stato il principale competitor alle scorse elezioni amministrative. Quindi rigioca le sue carte adesso, però in un’ottica d’unione,com’abbiamo già detto la volta scorsa, con l’altra lista, quella che fu capeggiata da Fabio Lanza: e così, annovera al suo interno personaggi del calibro di Giovanni Mazza, infermiere che ha sempre goduto d’un largo consenso, soprattutto nella campagne intorno al nostro capoluogo e nel capoluogo stesso; personaggio da sempre in politica, che pertanto in parte n’annebbia i requisiti di novità. Al suo fianco, risultano pure l’attuale consigliere comune, il veterinario Michele Cerruti; e Stefano Lanza, imprenditore nel settore bufalino; e Dino Verrone, del partito socialista albanellese.