Da ore, dopo le primarie in Campania del PD, si susseguono le analisi del voto per valutare le probabili ripercussioni anche nel sud della provincia di Salerno. Chi ha vinto? chi è stato ridimensionato? chi ha concrete possibilità di giocare un ruolo a livello regionale dalla prossima primavera? Intanto i più, dentro e fuori il partito a giudicare dalle velate denunce di alcuni, sono impegnati a ricollocarsi il più vicino possibile al vincitore, balzando sul suo carro in corsa verso palazzo San Giacomo.
Caro Direttore, rimango delle mie idee. Purtroppo trovano conferma le preoccupazioni espresse sulle pagine di questo settimanale le scorse settimane circa l’impraticabilità di una autoriforma della politica se la dinamica delle scelte della rappresentanza risponde a logiche fatte di cordate, interessi, ricatti, egoismi, orgogli, brama di potere.
La vicenda delle primarie campane segna un’autentica sconfitta del segretario nazionale del partito, che di fatto non si è impegnato a porre riparo ad una critica situazione, che si trascina da troppo tempo. Il simpatico giovane si è giustificato con la necessità di dover vincere in regione, ma “il modo ancor mi offende” direbbe una Pia protagonista di una commedia che negli epigoni della solida razza toscana risulta essere sempre meno divina! Ormai a prevalere è il circo della spettacolarizzazione politica. I volponi se la ridono, nascosti tra il fogliame dei variegati cespugli ai piedi di quello che una volta ha preteso essere un solido ulivo; sono intenti ad osservare i tanti che vanno a seminare i loro zecchini nella speranza di raccogliere abbondanti frutti dorati col rischio di dar ragione al grillo parlante, mentre i burattini continuano ad accarezzare un pericoloso mangiafuoco, che ama circondarsi di tanti ciuchini per portare avanti il suo prospero teatro personale.
La scorsa settimana, per garantirsi consenso nel Cilento, il vincitore delle primarie ha asserito di sposare la causa del nostro territorio. Mi pare di ricordare, tuttavia, una polemica dello scorso anno, quando l’allora sindaco di Salerno si pronunziò contro interventi a pioggia per sollecitare il finanziamento dei grandi progetti da concentrare nel capoluogo provinciale. Che dire?
Ritengo che il vero sconfitto sia il nuovo che non avanza più, bloccato nelle paludi del semper idem. Per l’ennesima volta è stato ridimensionato lo slancio di giovani quarantenni, i quali intravedevano il loro impegno nel tramutare il modo di fare politica per amministrare facendosi carico del bene comune. Intanto l’anelito etico del Pd campano continua a precipitare proiettando un’immagine grigia e fumosa col suo peso di correnti, apparati, interessi più o meno confessabili e così ha seppellito perfino il ricordo del suo manifesto dei valori ad appena sei anni dalla fondazione.
di Luigi Rossi