Signor Sindaco, questa lettera aperta trova la sua motivazione nel fatto che il pubblico che legge l’informatore ha il diritto di sapere quali sono attualmente i rapporti tra l’amministrazione comunale e la Direzione Didattica di Roccadaspide. I lettori sono rimasti a quelle dichiarazioni tutte positive che fece lo scorso anno scolastico su questo stesso giornale. Ma da allora ne è passata di acqua sotto il ponte! Prima di giungere però al dunque, mi permetta di fare un breve excursus rievocativo. Quando sono arrivata alla Direzione Didattica della scuola elementare di Roccadaspide (01/09/95), dopo pochi giorni mi sono recata presso la casa comunale per fare la sua conoscenza. Vorrà sapere quale è stata la mia impressione. Mi è sembrata una persona, apparentemente, molto gentile e disponibile. Nei mesi successivi il rapporto si è intensificato. Ho notato un atteggiamento di continuo asseconda mento della varie richieste scolastiche. Era palese la sua intenzione di volere intessere con la scrivente rapporti di fattiva collaborazione, di volere passare dal “lei” al “tu”, come tra persone che si conoscono da tanto tempo e che vivono problematiche comuni. Mi sono detta: “Come per incanto, uno dei maggiori problemi che ho dovuto affrontare nella mia, seppure breve, carriera direttiva (il sempre difficile rapporto tra scuola ed Ente locale) è spartito: si è vanificato”.
Signor Sindaco, abbiamo collaborato per un anno a tutto vantaggio dell’utenza scolastica, che si è sentita considerata e rispettata. Tutto andava bene quando, all’improvviso, qualcosa si è rotto e l’incantesimo è finito. Si ricorda, a fine giugno, l’ultima volta che sono stata a colloquio con lei? In quella occasione la cortesia e la gentilezza manifestate precedentemente in tante circostanze è spartita del tutto per lasciare posto a sordi e violenti sentimenti di rabbia e di rancore. I lettori si chiederanno il perché.
Non possiamo non soddisfare la loro curiosità. Il motivo è semplice: il Consiglio di Circolo (e non io) il 29/06/95 aveva “osato” scegliere, senza alcun tipo di condizionamento esterno, i personaggi illustri a cui intitolare i plessi scolastici periferici del Comune di Roccadaspide. L’istituzione scuola aveva agito, come era giusto che fosse, nella sua autonomia.
Lei, però, non ha gradito ciò e, ancora oggi, la costringe a pagare lo “scotto”. Mi spiego meglio. Dal mese di giugno ad oggi, sono state inviate dalla Direzione all’amministrazione comunale (e quindi a lei, signor Sindaco) una serie di richieste ufficiali. Sulla maggior parte di esse c’è ancora silenzio assoluto. Mi riferisco alla richiesta di un contributo telefonico (dovuto per legge), alla sospensiva del pagamento della mensa scolastica da parte degli insegnanti della scuola materna, alla manutenzione della fotocopiatrice, alla ristrutturazione di un’aula del plesso capoluogo per uso palestra, al materiale di pulizia per le scuole materne del Circolo, ecc. Per qualcun’altra c’è stato un netto rifiuto. Mi riferisco alla richiesta di trasporto per i rientri pomeridiani di appena n. 15 alunni della scuola elementare G.Marconi, e quella relativa alla messa a disposizione dei pullman per visite sul territorio. Su qualche altra ancora si è cercato di perdere tempo e di concedere il meno possibile, come è successo per la richiesta annuale di materiale di cancelleria per uso ufficio. Dopo 5 mesi di attesa, a fronte di una richiesta per un importo di oltre 3 milioni di lire, è stato inviato appena un terzo di quanto richiesto.
Questo atteggiamento è teso forse a punire chi ha fatto solo il proprio dovere, fedele all’idea che la scuola non è politica, che la politica deve essere lasciata, sempre e comunque, fuori dalle aule scolastiche?
Signor Sindaco, sa cosa mi rammarico di più in tale situazione? Che l’utenza scolastica debba scontare una colpa che non ha. Infatti il “clima” per niente positivo tra scuola ed Ente locale si riflette negativamente sugli alunni che si vedono privati dei loro fondamentali diritti. La vera collaborazione, quella fattiva e rispettosa dei ruoli che ogni istituzione riveste, non può che giovare a entrambi, e soprattutto alla popolazione scolastica e non. Lei, come me, deve dare conto di ogni sua azione. Allora spieghi agli alunni del circolo perché non possano usufruire gratis di visite territoriali o del trasporto per il rientro pomeridiano; oppure perché non possano usufruire di una palestra decente, degna di questo nome. Spieghi, poi, alla popolazione, perché l’Amministrazione non può spendere qualche milione di lire (nonostante una delibera di giunta positiva in merito) per garantire un servizio utile: il trasporto per il rientro pomeridiano a scuola; e ne consuma molti di più per un rinfresco pubblico (manifestazione dell’11/11/95 relativa all’Unità Nazionale ed alle forze armate). Signor Sindaco, lei, come me, è un amministratore di fondi pubblici, che sono della popolazione, ed è tenuto a dare spiegazioni a chi voglia sapere di più e voglia rendersi conto. Rifletta signor Sindaco! Rifletta!
Mattea Pelosi