“Le delizie di Maria”, è ciò che si legge sul bigliettino che accompagna le eleganti confezioni di dolcetti. La voglia di cambiare, il desiderio di migliorarsi, il piacere di farcela, la gioia di essere nel proprio paese è ciò che si legge sul volto della signora Maria Carmela d’Angelo, quando vado a trovarla con l’intento di scoprire qualcosa di più sull’impresa appena costituitasi. È in società col fratello, sposata e mamma di due ragazzi, Gennaro di 15 anni e Anita di 10.
Com’è nata l’idea di aprire a Roccadaspide un laboratorio di pasticceria tipica?
Ho già esperienza in questo campo, occupavo un buon posto di lavoro, ma desideravo essere più vicina alla mia famiglia. Molte sono state le persone che mi hanno invogliato ad avviare questa attività, molti gli amici che mi hanno spinto all’impresa, ma soprattutto mio marito Nino che mi ha sostenuto nei momenti difficili. Con mio fratello Luciano parlavamo spesso di avviare un’azienda insieme ed alla fine ci siamo riusciti perché lui ha creduto in me ed è stato disposto ad aiutarmi.
Dove ti sei formata come pasticcera?
Per quattro anni ho lavorato all’Agri Paestum 2000 e lì mi occupavo soprattutto di pasticceria. Gli insegnamenti più professionali li h0o acquisiti con corsi di formazione e aggiornamenti serali, dopo il lavoro e poi il mio istinto en quel pizzico di fantasia hanno fatto il resto.
Che cosa producete in particolare modo?
È un laboratorio di pasticceria di prodotti tipici di lavorazione artigianale, per ritornare un po’ ai vecchi sapori, alle vecchie tradizioni, ai dolci che usavano fare le nostre nonne. Gli ingredienti che noi usiamo nella preparazione sono di primissima qualità e freschezza, e soprattutto locali. Anche la lavorazione viene eseguita con professionalità e maestria. Sono soprattutto dolcetti secchi: freselle, frollini, rotolini, castagnacci, morzelletti… e poi le torte, dalla lavorazione particolare, e con creme speciali.
Quali quelli di più successo?
I rotolini di castagne alla nocciola.
Come sono i risultati a poco più di un mese dall’apertura?
I risultati sono già buoni. I nostri prodotti hanno già un mercato, si possono trovare in negozi specializzati in prodotti tipici: a Salerno, a Roma, e a Paestum presso l’Agri Paestum2000. Siamo in contatto anche con la Germania.
Che quantità producete?
Siamo partiti con 25-30 kg al giorno, e ad un mese dall’apertura sia aumentando.
Quale la difficoltà più grossa incontrata?
Le difficoltà ci sono state, perché avvivare un’impresa è sempre un interrogativo. Le più complesse sono state comunque quelle burocratiche, una montagna di documenti da preparare, e tanti consensi da acquisire, una burocrazia troppo lunga, se si pensa che l’attività da avviare era solamente un laboratorio artigiano. Snellirla sarebbe auspicabile se si vuole favorire l’artigianato.
Come ci si sente ad essere imprenditrici?
È una grande soddisfazione essere riuscita nell’intento, anche se occupa tutto il mio tempo. Bisogna crederci, per poterci riuscire.
Massimo Sforza, 30 anni, originario di Roccadaspide, è il giovane collaboratore della signora Maria Carmela, ha molta esperienza in questo campo, da 16 anni fa il pasticcere ed ha lavorato, fino a poco tempo fa, all’hotel Ariston di Paestum.
Come si è ritrovato con la signora Maria Carmela ad intraprendere questa strada?
Lavoravamo entrambi a Paestum e ogni giorno facevano la strada insieme. Abbiamo cominciato a parlarne e l’idea è diventata sempre più forte fino a farla divenire realtà.
Quali i vostri ruoli?
Ognuno di noi ha un compito specifico – dice Massimo – io mi interesso dell’impasto esterno e Maria Carmela delle creme e del reparto confezione. Luciano, invece, cura la distribuzione. Alla “Borsa del Turismo Archeologico” di Paestum, è stato presentato il prodotto, nello stand della Comunità Montana – afferma soddisfatta la signora Maria Carmela. I dolcetti sono andati a ruba. Da allora è aumentata la richiesta. Anche i rappresentanti sono venuti a farci visita.
Quali prospettive per il futuro.
Il mio sogno è di realizzare un’azienda dove potere dare lavoro ad altre persone senza trasformarla in industria. Desidero che resti sempre artigianato. Non avrebbe senso entrare in competizione con altre industrie che già ci sono, soddisfazione deve rimanere la qualità, la tradizione, il sapore.
Chiediamo al marito se è soddisfatto avere una moglie imprenditrice.
Ho creduto in lei perché è una gran lavoratrice, una brava moglie e madre di famiglia. Volevo averla più vicina e quindi l’ho sostenuta in questa iniziativa. Forse, in tutto ciò c’è un pizzico di egoismo.