I gemelli del credito di casa nostra, Antonio Marino e Michele Albanese, dopo aver combattuto per due anni e più la riforma del Credito Cooperativo varata dal Governo Renzi su indicazione della BCE presieduta da Mario Draghi, entrano con le loro banche nella fase operativa con le idee chiare.
Ho avuto il piacere di essere presente ai due eventi di fine anno delle Bcc di Aquara e Montepruno tutte e due rivolti a stringere le fila dei quadri e dei dipendenti al fine di arrivare consapevolmente all’appuntamento del go live previsto per il 2019.
Marino e Albanese in primo luogo hanno anticipato i fondamentali del bilancio consuntivo dell’anno in corso che sono tutti in positivo sia per quanto riguarda la raccolta sia per gli impieghi per non parlare degli utili che andranno a rinforzare il patrimonio (oltre 3 milioni di euro per Aquara ed oltre 5 milioni per la Montepruno). Anche i crediti deteriorati, già ampiamente al di sotto della media nazionale, sono in ulteriore calo.
Ma per i due direttori con il telefono sempre acceso, come se si fossero messi d’accordo, hanno voluto “strigliare” con toni forti e accenti preoccupati i dipendenti per far capire che raffronti d’ora in avanti si faranno a livello nazionale in forte concorrenza con le consorelle aderenti al 2° gruppo capeggiato da Cassa centrale di Trento.
Marino e Albanese si sono conquistati sul campo il rispetto dei colleghi delle altre 80 Bcc con cui hanno costruito il 6° gruppo bancario italiano. Infatti, non sono state poche le occasioni in cui insieme hanno corretto, integrato e riscritto parti dello statuto che regolerà la vita della nuova aggregazione societaria.
I due direttori sanno bene che per difendere l’autonomia delle loro “creature”, delle quali sono alla guida fin dalla loro nascita, dovranno essere certi di non avere defezioni sul fronte interno ma, al contrario, i loro collaboratori dovranno serrarsi come falangi ed avere un unico “cuore” che batte all’unisono.
Il confronto sarà banche agguerrite e posizionate altrettanto bene sia sotto il profilo dell’esperienza pregressa sia sotto l’aspetto dei conti. Per cui bisogna aggiornare la visione sul futuro e aggiornare strumenti e risorse umane disponibili.
Antonio e Michele, amici da sempre, più volte sono stati vicino a portare a compimento il progetto di fusione delle Bcc di Aquara e Montepruno.
Oggi l’unione si fa sotto altre bandiere, quelle del 2° gruppo, che loro stessi hanno contribuito a creare distinguendosi dalle consorelle della Federazione Campana con le quali la condivisione di alcune azioni consortili è stata sempre problematica.
Se riusciranno a mantenere la performance che ha visto le due Bcc nate ai piedi dei Monti Alburni, Aquara e Roscigno, progredire sistematicamente fin dall’inizio della loro storia, allora soci, clienti e l’intero territorio potranno ancora contare di poter “contare” nelle scelte strategiche che li riguarda. Altrimenti tutte le più fosche previsioni potrebbero avverarsi.
I “gemelli del credito”, Marino e Albanese, hanno parlato forte e chiaro ai dipendenti ed ai Cda venerdì e sabato, 14 e 15 dicembre al ristorante la Sciabica ad Agropoli e al borgo Lucano ad Atena. Certamente lo continueranno a fare anche alle assemblee che dovranno approvare i bilanci dell’ultimo anno della loro storia di vita da banche “single” ed entrare nel futuro che ancora non è dato definire e che potrebbe, nonostante tutti gli sforzi, risultare diverso da ciò che i due capitani coraggiosi hanno immaginato per le loro creature.
Ecco perché, per la prima volta nella loro pur lunga carriera, hanno entrambi messo a nudo le loro “paure” chiamando a raccolta ogni risorsa interna (i dipendenti) ed esterna (soci e clienti) che possa fare massa critica per rinforzare le loro falangi arroccate a difesa del patrimonio umano e sociale costruito finora.