Chi oggi ha superato i 10 anni ed è nato nella Valle del Calore ricorda certamente la “Cantina Sociale di Castel San Lorenzo” oppure sotto il nome di Cooperativa Val Calore. Come ricorda il travaglio all’incontrario che ha portato alla sua liquidazione con una crisi che è durata oltre 10 anni durante i quali si sono succeduti diversi presidente e consigli di amministrazioni e vari tecnici chiamati al capezzale di un “malato” che non voleva morire.
Purtroppo, nessuna delle cure propinate all’azienda è stata in grado di garantire la sua esistenza in vita ed essa, con tutta la sua storia, ha chiuso gli occhi lasciando in eredità una struttura molto ingombrante sia dal punto di vista fisico che morale.
Rammaricarsi oggi per ciò che si poteva fare e non si è fatto è del tutto inutile, come addossare le responsabilità a chi ha provocato il disastro non riporterebbe in vita l’azienda. Non è stato un terremoto ad abbattere i depositi, né un uragano a sfasciare i depositi, né un parassita a far appassire i vigneti … è stata l’insipienza di ben tre Cda che si sono alternati alla guida della cooperativa a debilitarla fino a renderla incapace di rialzarsi dal “letto” soporifero in cui era stata “stesa”.
Non meno responsabilità si possono addebitare a chi in quel tempo deteneva il potere apolitico amministrativo a Castel San Lorenzo.
I meno “colpevoli” sono stati i soci che si sono sempre presentati in massa alle assemblee chiamate a deliberare, di volta in volta, sulle proposte di salvataggio: alcune del tutte fantasiose!
Recentemente, su iniziativa di Michele La Vecchia e del Sindaco, Giuseppe Scorza, è stato immaginato in percorso nuovo per ridare vita ai luoghi della “cantina”. È stata costituita La Val Calore Scr con capitale diffuso ed aperto anche ad imprenditori provenienti dalla ricca piana del Sele. Dopo una campagna di sensibilizzazione, la società ha rilevato la struttura e già da questo mese di settembre è stato riaperto il frantoio. Mentre per l’aspetto vitivinicolo ci si sta organizzando con un piano industriale in grado di far ripartire anche il “torchio” per la vendemmia dell’uva.
Avevamo chiesto al presidente Michele La Vecchia di aggiornare i cittadini sullo stato dell’arte del progetto messo in campo, ma non ha trovato il tempo per rispondere alle nostre domande rinviando l’appuntamento ad una prossima occasione.
Intanto, abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo le risposte alla nostra intervista da parte Giuseppe Scorza e Gabriele Iuliano, rispettivamente sindaci di Castel San Lorenzo e Roccadaspide che volentieri pubblichiamo.