Sto partecipando ad una serie di aggiornamenti organizzati dall’Ordine dei giornalisti e mi trovo a Varese, la città che 40anni fa mi ha accolta e mi ha insegnato ad essere un’insegnante di scuola elementare capace. Partecipare oggi ad un incontro di carattere pedagogico con il professore pedagogista Daniele Novara è stato per me un po’ come tornare al passato, a più di 30 anni fa a Varese, quando ho cominciato a fare l’insegnante e avevo sete di conoscenza . Quando andare ai corsi di aggiornamento era davvero imparare a prendere coscienza su ciò che stavi facendo e di capire che non era la quantità di lavoro da fare a scuola, la cosa importante, ma la qualità. Non era l’argomento scelto ma il metodo che usavi per trasmettere esperienze. Non era far finta di fare ma crederci. Il professor Novara oggi ha presentato uno dei suoi ultimi libri “Cambiare la scuola si può” che parla di pedagogia e del fatto che nella scuola oggi questa parola non esiste più. Oggi gli insegnanti fanno gli insegnanti non perché sono carichi di esperienze, non perché hanno voglia di trasmettere il sapere, non perché credono nel futuro dei loro insegnamenti, non perché devono formare questi bambini…semplicemente, probabilmente perché è un lavoro come un altro: comodo anche se mal pagato e lo si accetta. Invece insegnare oggi, come una volta, è crederci, portare avanti dei valori, dei principi, non fermarsi all’apparenza. “Capire le nuove generazioni oggi è molto più complesso – ribadisce il professor Novara – etichettare, invece, è molto più semplice come dire ,ad esempio, che “il bambino è dislessico”. Come lui ha sottolineato più volte, la dislessia può essere un fenomeno di passaggio nella crescita di un bambino non una malattia psicologica, mentale. Come dice ancora il dottor professor Novara, oggi è facile parlare di bulli e dire che tutto è bullismo, che si subisce il bullismo, che ci sono degli elementi negativi che fanno i bulli. Ma il bullismo, generalizzato, è un qualcosa che fa parte anche della crescita dei ragazzi che hanno bisogno dello scontro, dell’incontro, del litigio. Il conflitto è anche un elemento he fa crescere è un metro per misurarsi. I vari interventi le varie opinioni che sono susseguite in questo incontro mi hanno fatto capire che nel percorso dei miei quasi 40 anni di insegnamento ho dato ai ragazzi, probabilmente, poco nozionismo classico ma tanta capacità di affrontare la scuola prima è la vita dopo perché i miei alunni non hanno mai subito l’imposizione dello studio ma il piacere di studiare di imparare. Il professor Novara ha continuato a sottolineare l’importanza oggi del dirigente scolastico che non può essere semplicemente un tecnico ma deve essere, prima di tutto, un pedagogista che deve mettere in condizione i suoi insegnanti di partecipare ad incontri di carattere pedagogico. Con il professore pedagogista Daniele Novara è stato un po’ come tornare al passato di trent’anni fa a Varese quando andare ai corsi di aggiornamento voleva dire imparare e prendere coscienza di ciò che stavi facendo; capire che non era la quantità di lavoro da fare a scuola la cosa importante ma la qualità; non era l’argomento ma il metodo, non era far finta di fare ma crederci. Novara ha presentato il suo ultimo libro che parla di scuola, di pedagogia e del fatto che nella scuola oggi questa parola non esiste più. Un buon insegnante è soprattutto colui che sa ascoltare non solamente colui che sa di sapere e quindi si illude che sapendo è facile trasmettere questo sapere. Gli strumenti multimediali possono essere di grande aiuto perché possono, insieme agli insegnanti, ai genitori e agli alunni, aiutare a capire le problematiche attuali che rendono sempre più complesso e difficile l’azione educativa delle giovani generazioni che nonostante tutto devono crescere.
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