Quella relativa ai Centri per l’Impiego e alla loro utilità ed efficacia, in termini di opportunità di lavoro, è una tematica quasi atavica. Una questione tornata attuale alla luce del reddito di cittadinanza, provvedimento che, oltre a garantire un sussidio economico a soggetti senza lavoro e con difficoltà economiche, prevede la riorganizzazione ed il potenziamento dei Centri stessi.
Una missione non impossibile, ma di certo molto complicata, considerando la situazione critica generale degli ex uffici di collocamento. Situazione che al sud appare quasi disastrosa.
La fotografia attuale dei Centri per l’Impiego, infatti, offre l’immagine di strutture con poco personale e non formato allo scopo. Gli impiegati italiani risultano essere un decimo rispetto, per esempio, alla Germania e sono per lo più impegnati in pratiche e scartoffie burocratiche, penalizzando orientamento e formazione.
Per cercare di risollevare la situazione, il Ministro del lavoro Luigi Di Maio ha dichiarato di volersi affidare a Domenico Parisi, direttore del National Strategic Planning and Analysys Research Center dell’Università del Mississippi, artefice di una riforma dei servizi con forte accento sull’aspetto digitale e tecnologico. L’obiettivo è creare un sistema in cui le offerte di lavoro viaggino esclusivamente sul canale digitale, in modo che ogni cittadino possa accedere ad un sistema informativo dal pc o dal telefonino per compiere la ricerca del lavoro.
Per avere un quadro della situazione più chiaro ed esaustivo, ci siamo recati al Centro per l’Impiego di Sala Consilina.
La prima cosa che salta all’occhio, entrando nella struttura, sono i foglietti con annunci (alcuni scritti a penna, altri al pc) posti sull’apposita bacheca da piccoli imprenditori, commercianti e liberi professionisti del posto che sono, o meglio erano, alla ricerca di figure. Alcuni degli annunci, infatti, sono relativi a diversi mesi fa.
Di certo non il modo più innovativo per far incrociare domanda e offerta.
Allo sportello i dipendenti (di mezza età) evidenziano le difficoltà, facendo riferimento a strumenti, apparecchiature e programmi obsoleti.
Difficoltà rimarcate anche dalla responsabile del Centro salese. “Si fa quel che si può – sottolinea. La politica non agevola le nostre strutture. Le aziende si rivolgono maggiormente alle agenzie private per selezionare le figure necessarie, perché risulta più conveniente”. E in merito al reddito di cittadinanza dice: “Si fa fatica a capire come si possa arrivare ad offrire opportunità di lavoro a chi percepirebbe il sussidio. Se si vuole fare, si dovrebbe intervenire pesantemente e far si che le imprese possano permettersi di assumere più agevolmente e siano incentivate a rivolgersi a noi”.