Con il Decreto del Commissario ad Acta n. 87 del 05 novembre 2018, la Regione Campania ha disposto, dal 1 gennaio 2019, la chiusura dei punti nascita dei presidi ospedalieri “Luigi Curto” di Polla e “Immacolata” di Sapri, “colpevoli” di non raggiungere il numero minimo di 500 parti all’anno. Un decreto che sembra non tener conto delle specificità territoriali del Cilento e, in particolare, del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro. Si tratta di zone disagiate dal punto di vista della viabilità con oggettive difficoltà di collegamento. Le condizioni del sistema viario cilentano non permettono spostamenti rapidi (specialmente nei mesi estivi) per cui tale provvedimento non permetterebbe alle gestanti di partorire in strutture raggiungibili in tempi brevi e in sicurezza.
È diritto fondamentale di ogni donna partorire nell’ospedale più vicino al proprio luogo di residenza o domicilio senza l’obbligo di sostenere un “viaggio della speranza”, accompagnato, magari, anche dalle doglie del parto.
La notizia della soppressione dei Punti Nascita di Sapri e Polla ha smosso gli animi di politici, cittadini e rappresentanti di enti pubblici e associazioni.
Il Cilento intero, con la zona del Vallo di Diano in prima linea, si muove in protesta con raccolte firme, scioperi e manifestazioni per chiedere una deroga per i due nosocomi cilentani.
Anche Vallo della Lucania si prepara alla mobilitazione in seguito all’iniziativa e all’esortazione di Giuseppe Di Vietri, Presidente dell’Associazione “Genius Loci Cilento”.
«Cari concittadini, la chiusura dei punti di nascita di Polla e Sapri merita la nostra attenzione ed anche un deciso intervento di sostegno alle comunità che vi si oppongono».
Inizia così l’invito di Di Vietri, alla mobilitazione e al risveglio delle coscienze dei cittadini vallesi.
«Mobilitiamoci in qualche modo, prendiamo l’iniziativa come vallesi e come cittadini del Parco. Anche solo scendendo in piazza, nella nostra piazza per cui tanto si è discusso. Quella piazza che nella riqualificazione venne definita come “Agorà del Parco”. Ebbene rendiamola tale dando un segno di vitalità e di partecipazione in un momento drammatico per il nostro territorio, perché è drammatico se i punti di nascita vengono disattivati, è drammatico se si disincentiva a nascere qui, è drammatico se la politica non ritiene di dare sostegno affinché qui si costruisca il futuro nel suo primo mattoncino: la nascita. Chiudere i punti di nascita significa inibire il primo atto creativo del futuro, la nascita, che non è solo un atto biologico che dà continuità alla specie ma è un atto che dà continuità alle comunità».
«Nella politica regionale noi non contiamo nulla – continua Di Vietri – e questa è lontana dalle nostre realtà perché considera il nostro deserto urbano con gli stessi metri delle aree urbane fortemente antropizzate (quando l’Area Parco ha una densità abitativa di circa 50 abitanti per kmq). Per lungo tempo la nostra cittadina è stata un punto di riferimento per tutto il circondario ed è ora di riaffermare questa nostra centralità ribadendo innanzitutto che NOI CI SIAMO, che noi ci siamo come vallesi e come cittadini del Parco, che noi ci siamo e che ci sta a cuore ciò che avviene attorno a noi perché ci riguarda. Si è capitale se si è testa e si è alla testa se si è esemplari, se si è fonte di ispirazione, se si è in grado di sostenere periferie e marginalità facendo nostre le loro cause, le loro speranze e le loro prospettive».
E conclude così la sua esortazione carica di pathos: «Il territorio ha bisogno di noi, così come noi abbiamo bisogno di loro, oggi e domani, per il tribunale, per l’ospedale, le strade etc etc etc. Diamo un segno di vitalità e di virtù civili non come singoli ma come COMUNITÀ. Facciamo qualcosa, cari concittadini, anche un piccolo gesto, come lo scendere in piazza, nella nostra piazza, per dare sostegno ai nostri fratelli del Golfo e del Vallo e per affermare che NOI CI SIAMO, come COMUNITÀ prima che come “città di servizi”.Vediamoci in Piazza, Domenica 25 novembre alle ore 10.30».