Ha inaugurato lunedì pomeriggio a Napoli a piazza san Domenico a Napoli la mostra fotografica “I viaggi e i libri di Ernesto” la professoressa Maria Victoria Guevara Erra, docente all’Università de L’Avana e sorella di Ernesto Che Guevara. L’evento è stato promosso dalla Fondazione MIdA e dal Comune di Napoli, ma in occasione del passaggio in Italia della docente cubana, la stessa Fondazione in collaborazione con il Comune di Teggiano hanno voluto che Guevara Erra potesse dedicare un po’ di tempo nel Vallo di Diano. L’incontro “Beni culturali e politiche educative a Cuba” si è tenuto martedì pomeriggio nel refettorio del convento francescano della Pietà a Teggiano, dopo i saluti dell’assessore Conantonio D’Elia e del presidente della Fondazione MIdA Francescantonio D’Orilia. «Dall’archivio della famiglia Guevara si vogliono sottolineare due aspetti del Che – dice – la sua figura di lettore instancabile sin dalla tenera età. Questa mostra fotografica sottolinea le sue letture su Dante, Machiavelli, Marx, che lo hanno portato a formarsi. Ma documenta anche i viaggi come quello nell’Argentina del Nord. La mostra racconta soprattutto il fatto che il Che abbia incontrato gli ultimi». Presente anche la professoressa in storia medioevale dell’Università del Molise, Rosanna Alaggio. «A Teggiano parliamo dell’educazione culturale di cui mi occupo a Cuba dove mi batto per la preservazione e conservazione del patrimonio culturale – ammette e rimarca la professoressa Guevara Erra – la storia accompagna la figura del Che Guevara che vuole raccontare due cose fondamentali: il suo amore, la sua passione verso la lettura, la poesia e il fatto che fosse una figura storica che si è formata nel corso degli anni. Si evince anche un legame con il centro studi Che Guevara di Rosario in Argentina, la città natale del Che». Insomma, la docente consanguinea dello storico rivoluzionario cubano, analizza la sua attitudine alla lettura attraverso gli anni più significativi, tappe fondamentali impresse sui libri di storia di tutto il mondo. «Attraverso la mostra si racconta la via de El Che dalla sua infanzia fino all’età adulta – continua la docente – si racconta il legame con la sua famiglia, il papà, la mamma, la zia. Si evidenziano letture molto selezionate fino al El Che adulto, letture anche di economia e di filosofia, rimando anche alla rivoluzione cubana e al Ministro dell’epoca. Ci sta anche Cile, Perù, Colombia nella mostra dove El Che sperimenta il contatto con l’altro e si ha la sensazione della sua umanità più verace. I pannelli infine documentano la guerra degli anni ’50 in America Latina». Pur non avendolo conosciuto, Maria Victoria Guevara Erra, si emoziona a ricordare suo fratello patrimonio della memoria storica del mondo. «Ho una visione familiare di mio fratello – rivela – l’ho conosciuto attraverso la mia famiglia e con ciò che ho appreso man mano attraverso gli anni, lo conosco attraverso la tradizione come Ernesto cioè come mio fratello. El Che è cioè un mito, un simbolo di cambiamento sociale come Fidel Castro. La tradizione pur se diventa tecnologica deve continuare e deve essere tramandata».
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