Angelo Paladino, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani sezione di Sala Consilina interviene a seguito dell’incontro che si è tenuto a Roma alla presenza del sindaco Francesco Cavallone e del senatore Franco Castiello con i funzionari del DAP. Al centro della discussione la riapertura del carcere salese. “Oggi sono caduti tutti gli alibi – dice – il Comune ha fatto un progetto da 200mila euro, la Banca Monte Pruno ha dato disponibilità nell’anticipare i fondi, le condizioni perciò sono assolutamente favorevoli. C’è stato l’incontro al Ministero con un autorevole rappresentante dei Cinque Stelle, l’onorevole Castiello, ma non si comprende perché non arriva la buona notizia”. Paladino fa riferimento al programma di governo dove a pagina 22 si legge la previsione di riapertura dei tribunali e di strutture giudiziarie. “Mi aspettavo che ci dicessero che tutto era risolto – ribatte – il progetto c’è, i soldi ci sono, la volontà politica c’è. Ci saremmo aspettati una comunicazione di riapertura del carcere. Strano che questo ancora non avvenga. Allora bisogna chiedere ufficialmente, cosa che ho fatto e che continuerò a fare, che i Cinque Stelle siano coerenti con quanto espresso in campagna elettorale e con quanto hanno promesso dopo la campagna elettorale. Il Pd ha fatto chiudere il tribunale e ha perso, oggi, comanda un ministro Cinque Stelle e devono dare risposte”. Paladino ricorda come il ministro Castelli, all’epoca leghista nel governo Berlusconi, chiuse il carcere ma poi lo riaprì. “Ero assessore provinciale e come Provincia di Salerno assumemmo una dura presa di posizione – continua – il ministro allora revocò quel provvedimento. Oggi può fare la stessa cosa il ministro Bonafede. Si può adottare una ristrutturazione rapida portando a 51 posti letto il carcere stesso e si può riaprire un carcere che sarebbe l’unico del tribunale di Lagonegro; oggi infatti questo è l’unico tribunale che non ha carcere. Si porterebbe a normalità un fatto anormale”. Inoltre negli ultimi tre/cinque anni dalla chiusura del tribunale, si è registrata una perdita secca in termini economici nell’ordine di decine di milioni, la chiusura ha significato taglio del flusso di persone, tagli dei posti di lavoro e la perdita di un indotto notevole. “Con la chiusura del carcere abbiamo perso 30 unità lavorative – termina Paladino – abbiamo eliminato la presenza a Sala delle famiglie dei detenuti, la soppressione della mensa dove mangiavano un centinaio di persone al giorno. Tutto ciò ha determinato una perdita economica notevole per Sala Consilina e per tutto il Vallo di Diano. Il ministro Cinque Stelle può riaprire il carcere e nessun altro”.
Sala Consilina, la riapertura del carcere dipende da Francesco Castiello
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