«I Centri per l’impiego (CPI) sono strutture pubbliche coordinate dalle Regioni che favoriscono sul territorio l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e attuano iniziative e interventi di politiche attive del lavoro».
Questo è l’incipit della definizione che l’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) dà dei centri per l’impiego, tralasciando, però, degli aspetti tristemente interessanti: i dipendenti sono pochi in relazione alle migliaia di disoccupati che si aggrappano alla speranza che i CPI possano trovare loro un lavoro; le strumentazioni di cui fanno uso i funzionari dei centri – computer, stampanti, materiale di cancelleria, eccetera – sono spesso assolutamente insufficienti e/o obsolete; infine, il dato più disarmante è che incrociare la domanda con l’offerta di lavoro, nella maggior parte dei casi, risulta essere una “mission impossible”.
Nell’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i centri per l’impiego si trovano ad Agropoli, Roccadaspide, Sala Consilina, Sapri e Vallo della Lucania. Per quest’ultimo la situazione, al momento, è piuttosto critica. Gli uffici, infatti, sono “momentaneamente” chiusi e i dipendenti sono stati trasferiti altrove. La chiusura del centro è stata comunicata dal dirigente con un cartello affisso all’ingresso: “È interdetto temporaneamente per ragioni di igiene e sicurezza l’utilizzo della sede del Centro per l’Impiego ed il personale tutto è stato trasferito presso la sede di Sapri”. Gli utenti del CPI vallese, pertanto, sono costretti a rivolgersi alla sede di Agropoli o Sapri per qualsiasi necessità.
Il primo cittadino di Vallo della Lucania, Antonio Aloia, è intervenuto con una lettera inviata il 26 settembre scorso alla Regione e che, di seguito, riportiamo integralmente:
«Nella mia qualità di Sindaco del Comune di Vallo della Lucania, resto sconcertato nell’apprendere per vie assolutamente non ufficiali, che, a partire da oggi e per un periodo imprecisato, il Centro per l’Impiego di Vallo della Lucania resterà chiuso ed il relativo personale sarà costretto a trasferirsi al Centro per l’Impiego di Sapri, causa carenze nei requisiti di sicurezza sui luoghi di lavoro dell’attuale ufficio sito in via S. Passarelli n. 6, accertate nel corso di ispezioni effettuate da ufficiali di P.G. inviati dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Salerno in data 7 marzo 2018.
Da colloqui telefonici intercorsi con dipendenti del Centro per l’Impiego di Vallo della Lucania, peraltro vengo a sapere che, solo oggi, gli utenti vengono informati della chiusura tramite volantini affissi alla porta di ingresso e che, per eventuali necessità ed urgenze, si dovranno recare ai Centri per l’Impiego di Agropoli e di Sapri.
Sono fin troppo evidenti i disagi che saranno creati al personale ed al vasto bacino di utenza del Centro per l’Impiego di Vallo della Lucania riguardante il territorio di ben 23 Comuni della fascia costiera, collinare e montana, oltre ai vari Enti ed Organi Pubblici che vi afferiscono.
Non posso non esprimere tutto il mio disappunto per la mancata comunicazione istituzionale e per il fatto che la situazione di criticità dei locali ospitanti il Centro per l’Impiego, a ben vedere, era nota al Datore di Lavoro competente almeno dal 7 marzo u.s. ed avrebbe potuto essere affrontata e risolta in tempi brevissimi, stante la non straordinarietà degli interventi da eseguire, sì da evitare di creare difficoltà all’utenza, in gran parte costituita da soggetti in condizioni di disagio socio economico.
Tanto premesso, ho già dato disponibilità ad ospitare temporaneamente il Centro per l’Impiego presso i locali del Comune in attesa dei lavori di ripristino delle condizioni di agibilità della sede di Via Passarelli che è auspicabile possano essere eseguiti nel giro di pochi giorni.
Vi invito pertanto a non effettuare lo spostamento del Centro per l’Impiego di Vallo della Lucania e ad attivare in tempi rapidissimi le operazioni di manutenzione della attuale sede.
Con riserva di agire a tutela dell’utenza nelle competenti sedi.
Sicuro di ricevere un immediato riscontro, Vi porgo distinti saluti».
Sono trascorse 3 settimane dall’invio della lettera e da allora nulla è successo. Ma i tempi biblici della pubblica amministrazione italiana, in generale, e meridionale, in particolare, sono ben noti a tutti!
Nel corso della nostra inchiesta sui Centri per l’Impiego presenti nell’area del PNCVDA, abbiamo incontrato alcuni utenti della sede di Vallo della Lucania, tutti amareggiati per la situazione che stanno vivendo, alcuni delusi dall’intervento, a loro dire, tardivo del sindaco vallese, altri arrabbiati con i funzionari stessi, che sarebbero colpevoli di non aver fatto presente le condizioni in cui versavano gli uffici.
Riportiamo l’esperienza di E. G., trentenne laureata ed esperta di comunicazione, iscritta al CPI vallese.
«Circa dieci anni fa decisi di iscrivermi all’allora “Ufficio di Collocamento”, oggi “Centro per l’Impiego”, con quella speranza e quella fiducia nelle istituzioni che erano tipiche di una giovane ragazza di paese, neo-diplomata. Le mie aspettative dovettero fare i conti, fin da subito, con la dura realtà. Ricordo ancora la lentezza con la quale un anziano funzionario – chiaramente stanco e prossimo al pensionamento – attendeva alle mie richieste, ma, soprattutto, ricordo la delusione che provai nei mesi successivi non vedendo arrivare alcuna offerta di lavoro. In questi anni ho svolto stage, tirocini e lavori saltuari che mi sono procurata da sola, inviando curricula o con il “passaparola”. Non è mia intenzione incolpare i funzionari del Centro per l’Impiego. Il problema è il sistema che non funziona! I funzionari con cui ho avuto a che fare negli ultimi 2-3 anni – periodo in cui ho frequentato gli uffici del CPI con una certa frequenza – mi hanno accolta sempre con gentilezza. In particolare la sig.ra Di Lorenzo non mi ha mai negato il suo aiuto andando ben oltre le mie aspettative e le mie richieste, sempre precisa nella informazioni che mi forniva. Il lavoro ho continuato a cercarmelo e “crearmelo” da sola, ma credo sia giusto riconoscere la professionalità con la quale mi hanno trattata». E poi conclude: «Ora, con la chiusura del CPI di Vallo, sono costretta a recarmi alla sede di Agropoli per un problema che devo risolvere urgentemente: dovrò incontrare nuovi funzionari i quali hanno a che fare con un bacino d’utenza molto più vasto rispetto a quello a cui sono abituati, spiegare loro la mia situazione ed il percorso che ho fatto. Diventa tutto più lungo e snervante!».
Come dar torto alla nostra intervistata?! Se c’è un aspetto positivo nel vivere in piccoli centri è proprio quello di conoscersi tutti, di non essere “uno dei tanti” ma di essere trattati in relazione alla nostra individualità in un rapporto “uno a uno”. Se ci viene tolta anche questa possibilità, cosa rimane?