Ha aperto i battenti il Museo Archeologico di Sala Consilina. Vasi e oggetti provenienti da corredi tombali di necropoli risalenti dal IX al VI secolo a. C. sono stati rinvenuti attraverso scavi in località San Rocco e Sant’Antonio. Il MASC voluto dalla Soprintendenza e dall’Amministrazione Comunale salese restituisce un prezioso tassello della propria storia donando una identità più consapevole. Il progetto è stato realizzato anche grazie al contributo economico della Banca Monte Pruno: «Ben volentieri abbiamo accettato di partecipare a questo progetto del Vallo di Diano – afferma il vicedirettore Cono Federico – il museo è fruibile con tutte le tecnologie anche dal mondo dei giovani. La memoria deve essere recuperata anche da chi ricorda come questo museo fosse stato aperto negli anni ’80». Al convegno di apertura dopo i saluti del sindaco Francesco Cavallone è intervenuta Anna Di Santo direttrice dell’ufficio archeologico: «Riapriamo con un nuovo allestimento – dice – è un museo 2.0 perché in questa fase nuova, nel complesso polo museale Cappuccini, abbiamo voluto richiamare quanto più possibile la partecipazione della gente del luogo, delle scuole e dell’università in modo che non fosse solo una struttura pensata per gli addetti ai lavori ma rivolta a tutti». L’assessore alla cultura Gelsomina Lombardi ricorda come questo progetto si è concretizzato tre anni fa ed è stata avviata una rete istituzionale ed economica per far acquisire consapevolezza alle nuove generazioni delle proprie origini. «Sala ha avuto un’importante occasione derivante dall’espansione edilizia dell’82 perché ciò aveva restituito oltre 20mila tombe e oltre 7mila reperti – rammenta – alcuni di questi furono esposti in un antiquarium, trasferito poi alla Grancia certosina e infine con il ritorno, nella sua sede, si è pensato ad una nuova veste. Già allora Sala aveva una vocazione commerciale e vi erano molti servizi». Chiare le relazioni con il mondo greco e lucano tanto che i reperti in mostra provengono da Corinzio e altre città greche. Gli studenti del liceo artistico “Pomponio Leto” di Teggiano diretto da Rocco Colombo hanno arricchito i locali, l’Università di Salerno ha curato la parte scientifica catalogando i reperti. «Sala è l’insediamento etrusco più meridionale che diventa poi Enotria. Vogliamo portare quest’area al centro del dibattito nazionale – afferma il professor Carmine Pellegrino – attraverso queste tombe gli studiosi possono ricostruire lo sviluppo e i cambiamenti della comunità. Intorno al 460 a.C. Sala smette di vivere perché viene soppiantata da Padula». Ha concluso Francesca Casule soprintendente archeologico Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Il museo resta aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Trending
- Orientamento scuola secondaria di primo grado, Valditara firma il decreto per 136 milioni
- “ La maga omerica”
- La Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire