Con la XVII edizione del Premio internazionale Joe Petrosino promossa dall’omonima associazione, ancora una volta, Padula ha diffuso i valori della legalità. Il poliziotto italo americano che ha lottato contro il racket e la malavita, ucciso a piazza Marina a Palermo dalla Mano Nera il 12 marzo 1909, oggi come ieri assume contorni di eroe e di indiscusso modello da tramandare alle generazioni presenti e future. E Padula ogni anno lo ricorda minuziosamente nel conferimento del premio a lui intitolato che unisce l’Italia e l’America dove ha vissuto molti anni, Padula e Palermo in un ponte sempre più stretto capace di azzerare le distanze. Ieri l’evento è iniziato con l’incontro in Piazza Umberto I e la visita alla casa museo Joe Petrosino e poi in Certosa la cerimonia è stata moderata dalla giornalista Margherita Siani. Era presente il sottosegretario di stato al Ministero dell’Interno Carlo Sibilia: «Si mette un faro sull’antimafia e lo facciamo nel giorno dell’eccidio di don Pino Puglisi un nemico giurato della mafia, un educatore, un prete che ha fatto tanto in Sicilia – dice – questo governo va oltre le chiacchiere, devono esserci rappresentanze reali a testimoniare l’impegno contro la mafia. Lo stiamo dimostrando con i provvedimenti, in primis lo Spazza corrotti che è quello che uscirà come decreto sicurezza che va ad aumentare le iniziative legate all’agenzia che gestisce i beni confiscati. Scegliere lo stato è meglio che scegliere la criminalità organizzata». Sibilia si sofferma sugli impegni istituzionali: «Dobbiamo uscire dalla retorica – continua -questo è il governo del cambiamento, è un governo giovane che ha il dovere di uscire dalla rappresentazione della mafia come qualcosa che crea dei martiri. Dobbiamo avere invece nuove idee e nuove proposte. Devono essere coinvolti tutti i ministeri soprattutto quello della cultura e quello dell’economia e finanza: la povertà ingigantisce il fenomeno mafioso. A gennaio 2019 con il reddito di cittadinanza daremo risposte concrete; con la cultura e il sostegno economico combatteremo la mafia. Abbiamo la forza che oggi trasformiamo in azione di governo». In apertura il sindaco Paolo Imparato: «Padula sta investendo sulla legalità, sul turismo e cultura – dice – avvieremo anche un progetto con il patrocinio di Palermo». Ha salutato anche Vincenzo La Manna presidente dell’associazione Joe Petrosino, Annamaria Corradini presidente di quella in Sicilia, Nino Melito Petrosino pronipote di Joe e il prefetto di Salerno Francesco Russo che punta sull’ordine, sulla sicurezza pubblica e stradale. «Un poliziotto dalla grande intuizione e un grande esempio – afferma – grande è la capacità di questo territorio di mantenere vivi i principi che questo nome rappresenta». Hanno ricevuto il premio Leonardo Guarnotta magistrato già componente del pool antimafia di Palermo, «Joe è un uomo che ha fatto il suo dovere nell’interesse della giustizia e dell’ordine civile che andava assicurato – spiega – dopo 75 anni Giovanni Falcone ha fatto il viaggio al contrario andando da Roma a New York perché aveva già capito che combattere la mafia in Italia era riduttivo. Dopo le stragi di Palermo del ’92 nulla è stato e sarà come prima. La società civile sa cos’è la mafia ed è compito nostro e delle forze dell’ordine andare nelle scuole e nei comuni per ricordare cosa hanno fatto gli eroi che hanno combattuto per la legalità». Premiati anche i giornalisti Federica Angeli e Marilù Mastrogiovanni, Angiolo Pellegrini generale dei carabinieri – già comandante della sezione anticrimine di Palermo, Umberto Rapetto generale Guardia di Finanza – già comandante gruppo anticrimine tecnologico e Gaetano Saffiotti imprenditore – testimone di giustizia.
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