Le prime sedute che hanno preso corpo dal Manifesto della Cultura Classica, si sono svolte in collaborazione col Rettorato dell’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, che è stato teatro dei primi sussulti dell’iniziativa.
Il passo, naturale e successivo, è stato quello di istituire un Comitato promotore, che ha ottenuto ufficialmente il patrocinio dell’UNESCO, per dare forma a un Convegno internazionale da tenersi nel capoluogo campano il 30 novembre – 1 dicembre 2018 per formulare una duplice proposta: chiedere al nostro Governo e a quello di altri Paesi europei di farsi promotori, mediante il Comitato mondiale dell’UNESCO-Onu, dell’inserimento delle culture e lingue greca e latina nella lista dei beni immateriali che sono considerati, a tutti gli effetti, patrimonio dell’umanità. Si auspica, inoltre, la presentazione di progetti per favorire la creazione di appositi “distretti culturali europei”.
Chi sono i membri di siffatto Comitato promotore? Il filosofo Giulio Maria Chiodi e il giurista ambientale Giovanni Cordini, Francesco Paolo Casavola, già Presidente della Corte Costituzionale, Paolino Cantalupo (psichiatra), Paolo Coppola (magistrato), Marco Galdi (docente universitario e Presidente della Società Filellenica), Iannis Korinthios (universitario e già Presidente della Federazione Greca in Italia), Lucio Minervini (magistrato), Aurora Notarianni (avvocatessa e già assessore regionale in Sicilia), Caterina Resta (docente universitaria e direttrice del CESMS), Giuseppe Bartolo Senatore (avvocato). Figurano anche nomi dal profilo internazionale, come Luigi Alberto Sanchi, filologo e storico del CNRS di Parigi e Alberto Mazzacchera, critico e storico e già Consigliere per la Cultura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Comitato, che ha redatto il Manifesto per la Cultura Classica, intende premere e sollecitare per l’attuazione di ciò che era stato già auspicato e convenuto in passato e in sedi internazionali.
L’attenzione ai beni immateriali è cresciuta nel tempo, in quanto veri e propri tasselli costitutivi dell’identità europea, e le lingue classiche ne sono uno dei rispecchiamenti più concreti e tangibili. La flessuosità, la musicalità e il rigore logico sono l’essenza delle lingue classiche, la loro solida – eppure plasmabile – architettura, è un seme di cultura e di vita per l’essenza della nostra identità, e meritano di essere annoverate tra i tesori che costituiscono il nocciolo del nostro essere cittadini ed esseri umani. Come negare il legame viscerale che ci lega alla democrazia ateniese, alle poleis greche, ai fasti delle agorà e allo splendore dei templi, dove il miglior genio dei Fidia e dei Pericle regnò sovrano? Così come il pragmatismo, la romanità, la concinnitas e le sententiae lapidarie dove è coagulato tutto il nostro codice genetico, che dalla lingua latina si espande a largo raggio nel nostro parlato? L’ordine delle proposizioni, il rigore scientifico dei sistemi casuali e le leggi dei complementi, sono linfa che si riversa nella nostra lingua, che ci insegna a conoscere l’italiano e a parlarlo correttamente, come se dal corpo del latino e del greco si passasse ad esplorare le pieghe più nascoste della nostra pelle.
In un’epoca in cui ogni cosa è schedata, mercificata e passata sotto l’egida dei social network e di un linguaggio omologante e semplificato, riprendere i contatti con le radici della propria identità non è solo auspicabile, ma doveroso. Anche l’Unione Europea ha sottolineato tale necessità. Al fine di giungere a questo scopo, e con la finalità di
coinvolgere competenze locali, i redattori e proponenti del Manifesto della Cultura Classica sono stati invitati, nell’ottobre scorso, dalla Regione Sicilia a tenere un seminario sul tema, che si è svolto in due fasi, una a Monreale e la seconda nel centro storico di Taormina col concorso del Centro Europeo di Studi sul Mito e sul Simbolo dell’Università di Messina (CESMS). Sempre a ottobre, si è tenuto un ulteriore incontro a Pozzuoli in collaborazione con le autorità locali. Tra le iniziative in corso di allestimento, col fine di raccogliere informazioni essenziali all’individuazione di parametri per la definizione di un distretto culturale, sono in programmazione incontri di studio da tenersi nella zona di Elea, Paestum e Vatolla e alle Università degli Studi di Pavia e di Milano Statale.