La vicenda delle sfere di Paestum nell’area archeologica di Paestum si è chiusa in modo inglorioso per tutti: sindaco, amministrazione e detrattori.
Questa volta, però, chi esce a testa alta dal campo è Italo Voza che si è assunto al responsabilità di dare una risposta concreta e percepibile all’annoso problema di spazi espositivi e convegnistici pubblici alla “città del templi”. Questo non in contrapposizione all’offerta privata che ha agito da supplente per anni, p apre integrarne l’offerta allargando le opportunità di eventi e, di conseguenza, il potenziale attrattivo per le oltre cento strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere.
In fondo, l’acquisto e la messa in opera delle sfere è stato un investimento che, collocato in un’area adeguatamente infrastrutturata, potrà continuare a svolgere anche meglio il “compito” ad esse assegnato!
Resta però l’amaro in bocca per quello che poteva essere e non sarà!
Per una volta tanto, il nostro territorio non si trovava costretto a rincorrere il resto del mondo per agganciare il vagone di coda di un evento mondiale: Expo 2015. Infatti, grazie al progetto immaginato da Angelo De Vita e Amilcare Troiano, Expo Cilento, su sollecitazione del Ministero dell’Ambiente, e proprio grazie alle sfere, Paestum era stata designata polo di attrazione e di smistamento delle innumerevole iniziative che si svolgeranno nel Cilento parallelamente all’evento di Milano e in ogni altro angolo dell’Italia.
La proposta pestana, proprio perché già pronta e strutturata, sarebbe stata inserita nei 1000 eventi collaterali che il Mibact ( Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) ha già preannunciato da maggio ad ottobre 2015. Mai come in questo caso, collocare l’esposizione permanente nell’area archeologica avrebbe dato la marcia in più all’evento e consentito a Paestum di porsi al centro del “biliardo”. Il diniego del ministero alla richiesta di proroga della permanenza delle sfere fino a tutto novembre 2015, non è dato sapere quanto influenzato da interrogazioni parlamentari o dalle sollecitazioni venute da politici e cittadini, ha vanificato tutto ciò!
Tutti noi ce ne faremo una ragione come ha fatto anche il Sindaco di Capaccio Paestum.
Infatti, Italo Voza, gli uffici comunali e l’intera amministrazione di Capaccio Paestum, stanno lavorando per una ricollocazione della struttura in un’altra realtà del territorio comunale per assicurare che Expo Cilento possa essere comunque realizzata. Ma la battuta d’arresto comporterà uno slittamento nella progettazione degli spazi espositivi e impedirà una programmazione efficiente e una promozione efficace fin dai primi giorni dell’evento mondiale. Accadrà quello che abbiamo sempre fatto: arriveremo all’ultimo minuto nel mercato delle proposte turistiche.
C’è, però, un altro aspetto che va sottolineato in questa opportunità negata. Si tratta di considerare al danno che il parco archeologico di Paestum ha subito in modo permanente a causa della polemica e della retromarcia innescata a causa del diniego del Mibact: far riappropriare del bene archeologico e museale a migliaia di persone che avrebbero raggiunto lo spazio espositivo nelle innumerevoli occasioni, pubbliche e private, già previste e presentate alla stampa ed ai portatori d’interesse. Per la prima volta, a parte gli eventi musicali e artistici estivi (che pure avrebbero potuto avere una collocazione più dignitosa al coperto nelle sfere), Paestum era diventata un vero punto di attrazione permanente e impattato fortemente le presenze nell’area archeologica anche in bassissima stagione come le tante iniziative già tenutesi tra novembre e gennaio us.
Voza rimarrà nella cronaca per aver smosso le acque in cui la realtà capaccese e pestana si dibatte da decenni: “Non cambiare niente per modificare tutto con la deregulation”. Ma forse si è già guadagnato un posto nella “storia” per aver aperto un varco nella con il tentativi di dare una strategia per la soluzione della mancanza di infrastrutture che consentano una destagionalizzazione dell’offerta turistica della “Città dei templi”.
Non sappiamo cosa s’inventerà il manager che sarà individuato per la gestione e il rilancio di Paestum, inserito tra l’elenco dei 20 siti di importanza nazionale meritevoli di un’attenzione particolare in base alle sue potenzialità. Certamente l’esperienza delle sfere potrà servire a dargli una cifra di interpretazione di come approcciare un territorio semplice nella sua complessità: chiudere gli occhi su ogni tipo di abuso privato, dentro e fuori l’area protetta dalla legge 220, ed aprirli strabici quando c’è in gioco l’interesse generale!
Una per tutte: la realizzazione del pontile in cemento in località Varolato. Fu realizzato per far attraccare aliscafi, yacht di lusso da 30 a 100 metri e chissà quali altre meraviglie della nautica …
Oggi è una banchina di cemento e ferro adottata da intrepidi pescatori della domenica!