Questa ricerca nel Vallo di Diano e nell’attiguo Cilento è iniziata negli anni settanta del Novecento quando stava venendo meno la trasmissione delle tradizioni orali (li cunti, i racconti e altro) dalle generazioni degli anziani a quelle dei giovani. Inizia così “Lo sguardo al cielo. Credenze e magie tradizionali”, il libro scritto da Giuseppe Colitti presentato nella sede della Società Operaia Torquato Tasso di Sala Consilina. In apertura i saluti del Presidente Michele Calandriello, del sindaco Francesco Cavallone e dell’assessore della Comunità Montana Vallo di Diano Elena Gallo. Un mondo di ieri appena trascorso e già straordinariamente lontano al punto da rischiarne la definitiva perdita di memoria. È una preziosa raccolta di reperti delle culture magiche e delle preghiere laiche nella tradizione popolare dell’area del Vallo di Diano e del Cilento. Colitti consegna un corpo coerente di credenze popolari che si tiene insieme in maniera davvero unica e che come osserva Francesco D’Episcopo della Università Federico II di Napoli restituisce in presa diretta, il vero volto del Sud non contraffatto da facili mistificazioni. «Il Vallo entra nel mondo e il mondo nel Vallo – afferma – Colitti registra le parole degli altri, degli ultimi e ha fermato il Vallo in un momento particolare. Scope magiche, streghe, riti, preghiere in dialetto, uso degli spilli, culto dei defunti e credenze popolari lasciano una traccia nella memoria che adesso è scritta ed è quindi indelebile. Affascinante la passeggiata da Caggiano a Viggiano. E il rapporto con il sole rimanda alle sorti umane e la luna invece il calendario che scandisce le tappe femminili». «Il libro raccoglie l’arte e la profondità del vivere – dice Vincenzo Esposito antropologo e docente a Unisa – viene fuori l’essere attraverso il racconto delle nostre vite. La storia di tutti si intreccia con la storia di ognuno». A conclusione i saluti dell’autore.
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