Nerone non abita a Roccadaspide e qualche interrogativo su alcuni fatti recenti è lecito porseli pur senza scadere in tesi da telefilm di Sky e volontà punitive indiscriminate. Primo: paghi, e duramente, chi ha sbagliato. Secondo: la sicurezza e la tranquillità della comunità sono beni primari non contrattabili e mai attenuabili da alcuno. Terzo: eguali diritti vanno garantiti a chi, pur non essendo nato in questo luogo, lo onora con il lavoro e facendo educare i figli nelle nostre scuole. Quarto: della sicurezza di tutti occorre lasciar fare chi ne è legittimato in forza di norme di diritto e per una divisa indossata. I fatti: un incendio doloso in una casa del centro storico di Roccadaspide ha messo a repentaglio numerose vite umane e tra le quali quelle di due bambini in tenerissima età. Davvero qualche entità divina ci ha messo le mani per evitare più drammatiche conseguenze. Non sfuggirà all’osservatore più distratto l’impatto internazionale in termini d’immagine, in prossimità del giorno internazionale della Memoria, di un episodio che si va a concatenare temporalmente a – anche se niente vuol dire (anche noi riproduciamo la lettera dell’avvocato Bianco) a diversi altri ai danni di automobili e addirittura di autoambulanze. Una comunità pacifica e laboriosa – qui si plaude e si condivide alla nota tesi del primo cittadino Auricchio – non può sopportare oltre tali lesioni al suo modo millenario di coesistere e relazionarsi.
Detto ciò diamo voce – pur non avendo “dovere” in tal senso, a una formale e precisa lettera dell’avvocato Bianco che abbiamo avuto modo di leggere . “Il sottoscritto avvocato Modestino Bianco, nella qualità di legale di fiducia, nonché in nome e per conto del ‘60enne SL di Roccadaspide’, destinatario di un provvedimento giudiziario scaturito a seguito di una lite avvenuta dinanzi alla Stazione dei Carabinieri di Roccadaspide, intende chiarire e precisare quanto segue. L’episodio a cui fa riferimento l’articolo in oggetto ovvero ‘il pestaggio subito davanti alla caserma dell’Arma’ non ha nulla a che vedere con i successivi atti incendiari verificatisi, i quali, soprattutto a nostro avviso, devono essere considerati spregevoli e raccapriccianti. Pertanto, alla luce di un’infondata attribuzione di fatti contrari a verità e lesivi della dignità del mio assistito, onesto artigiano 60enne incensurato il quale si riserva di azionare tutte le opportune azioni giudiziarie a tutela della sua onorabilità, vi invito a decontestualizzare l’episodio della lite avvenuto dinanzi la Stazione Carabinieri di Roccadaspide rispetto ai successivi atti incendiari, da cui si prendono le dovute distanze e che si ritengono gravissimi e meritevoli di un’esemplare condanna, in ordine ai quali sicuramente l’Autorità Giudiziaria, incaricata, provvederà ad individuare i reali responsabili”. Messe al loro posto le premesse di questa storia ora, e direttamente come organo d’informazione, ci mettiamo a disposizione di quanti, gente di buona volontà, vogliano organizzare un momento di comunione (una messa, una fiaccolata, un’assemblea) affinchè si possano cacciare fuori le tossine che in queste settimane sono state pericolosamente accumulate. Per guardarsi negli occhi, mettere da parte i risentimenti e dimostrare la nostra superiore dose di umanità. Guai a considerare “risolta la questione” avendo registrato l’unico risultato relativo all’allontanamento – per altro maldestro e che ha generato ulteriori polemiche con il comune di Capaccio – dal paese di un nucleo familiare pesantemente colpito dai fatti di questo mese. C’è una sproporzione evidente e che non ha bisogno di essere certificata. Stop recriminazioni. Le strade di questo paese tornino a essere restituite ai suoi abitanti, soprattutto anziani e donne, che hanno il diritto di passeggiarvi tranquilli fino a tarda ora. Idem per chi è venuto da lontano e si guadagna da vivere facendo da badante agli anziani, andando a lavorare in montagna, sappia che niente deve temere da parte di chi la parte dell’emigrato ancora a oggi, e in tutto il mondo, continua a farla.