Gentile direttore, presenti la sua associazione ai nostri lettori.
Salve sono Luca Giudice Direttore della sezione della Società Nazionale Salvamento del Golfo di Policastro. La Società Nazionale Salvamento è stata fondata nel luglio dell’anno 1871 da alcuni benemeriti cittadini fra i quali il Dott. Edoardo Maragliano (di poi illustre Professore e Senatore), il Dott. Du Jardin, il Cap. Carlo Olivelli, l’Ing. Giovanni Luigi Parodi, il Dott. Pacchiotti, preoccupati del continuo verificarsi di casi di annegamento.
Oggi conta varie sezioni dislocate in tutte le regioni Italia, collabora con Ministero della Salute, Croce rossa, Protezione Civile, Guardia Costiera.
Ogni sezione rappresenta un territorio di competenza ed organizza corsi per il rilascio del brevetto da bagnino.
Quanti sono i bagnini che fanno parte dell’associazione?
Tutti i bagnini che abbiamo brevettato da quando abbiamo costituito la sezione circa 6 anni fa. Non ricordo con precisione quanti siano, ma penso più di 200.
Qual è l’area d’intervento e quali comuni sono interessati al servizio che effettuate?
La sezione che rappresento copre l’area del Golfo di Policastro, cioè la fascia costiera che va dal Comune di Sapri al Comune di San Giovanni a Piro.
Io sono il direttore nonché istruttore IAMAS, istruttore e docente di nuoto per il salvamento e sono coadiuvato da Gaetano Ricciardelli e Testa Pietro anche loro Istruttori IAMAS, istruttori e docente di nuoto per il salvamento.
Lavorate solo in strutture private o avete convenzioni anche con i comuni che insistono sulla vostra area?
Al momento la figura del bagnino brevettato ci viene fatta soprattutto dalle strutture private, ma di certo non ci dispiacerebbe attivare delle convenzioni anche con i Comuni per offrire il servizio sulle spiagge libere.
Quali sono i compiti di un bagnino?
Sorvegliare, ma soprattutto fare tanta prevenzione, operare in situazioni di primo soccorso.
Oltre a quello di vigilare, quali sono le altre mansioni delle quali si deve occupare?
Il bagnino oggi svolge un ruolo fondamentale: è il primo anello della catena della sopravvivenza. Come già detto, deve fare tanta prevenzione, segnalare tutte le situazioni di pericolo, far rispettare le ordinanze della Guardia Costiera, allertare i soccorsi se ci sono delle emergenze, essere pronto e preparato a gestire situazioni di panico. Ma la cosa fondamentale deve essere nelle condizioni di poter salvare una vita umana.
Come si fa a diventare operatori di salvamento a mare o in piscina?
Bisogna frequentare un corso di formazione teorico e pratico e superare l’esame che viene svolto presso la sede della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di competenza.
C’è differenza di preparazione tra i due ruoli?
Non molta. Noi comunque prepariamo i ragazzi allo stesso modo. Ricevono una formazione completa per poter svolgere il ruolo sia in piscina che a mare.
Quali sono i maggiori pericoli del mare della realtà in cui operate?
Sicuramente sono tanti, ma direi i fondali. In alcune zone le buche, le scogliere, in altre zone le correnti o le risacche. Ma molta attenzione va data ai diportisti che spesso non rispettano le regole della navigazione.
Vuoi scoprire in anteprima tutte le notizie del nostro giornale?
Clicca QUI per abbonarti all’edizione digitale
Nel corso della vostra storia associativa, quante vite umane avete tratto in salvo?
Fortunatamente siamo dovuti intervenire relativamente poco, perché quello che abbiamo cercato di attuare è stata la prevenzione, come già detto prima. Fare una prevenzione accurata e capillare significa evitare situazioni di pericolo. È la materia su cui lavoriamo di più nei nostri corsi di formazione.
Quante volte, invece, avete dovuto prendere atto che non c’era più niente da fare?
Anche in questo caso relativamente poco. Nel Golfo di Policastro i casi di premorienza sono stati pochi e quei pochi casi in cui non si è riusciti a salvare e perché sono subentrate problematiche di salute gravi e spesso congenite.
Qual è stato il caso più importante, in termini di visibilità mediatica, del quale vi siete occupati?
Come dicevo, fortunatamente non abbiamo avuto dei casi importanti tanto da darci una visibilità mediatica, anche perché solitamente l’area del Golfo di Policastro è abbastanza tranquilla dal punto di vista meteo marino.
Ma abbiamo organizzato, negli anni addietro, manifestazioni pratiche di tecniche di salvataggio con le scuole e con i Comuni per divulgare il servizio che noi offriamo.
Che consigli da ai bagnanti prima di entrare in acqua?
La cosa fondamentale è che il bagnino deve essere sempre allenato, avere tutta la sua attrezzatura per il salvataggio pronta e disposizione presso la sua postazione, essere attento, concentrato e anche capace di dosare le proprie energie. Fare un salvataggio è un dispendio di energie psicofisiche molto elevato.
I genitori che accompagnano i bambini sulla spiaggia, che atteggiamento devono avere?
Fare tanta attenzione anche loro, ascoltare i consigli che il bagnino fornisce e rispettare le poche regole che vengono date per poter passare una giornata tranquilla al mare.
Se dovesse consigliare una spiaggia libera situata nell’area in cui opera la sua associazione, quale indicherebbe?
Come le dicevo prima, al momento non operiamo su una spiaggia libera. Ma a breve cercheremo di proporre un progetto pilota per la sorveglianza e per il salvataggio ai Comuni del nostro comprensorio.