Sono decisamente aumentate le meduse nei mari italiani e ciò è avvenuto in appena dieci anni. Il motivo principale è l’innalzamento delle temperature ma anche la progressiva scomparsa dei grossi pesci predatori. Lo conferma Angela Santucci, biologa marina all’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Lesina. Un problema che riguarda e investe anche le coste cilentane e campane in generale. “Il nostro mare è la casa di numerose specie di questi organismi gelatinosi, sia nativi che alieni – prosegue la biologa – ormai ogni estate siamo a rischio a causa dell’innalzamento delle temperature globali, dei massivi traffici marittimi attraverso i canali che ci collegano con gli oceani”. Le meduse costituiscono un rischio solo per i bagnanti, ma anche a quanto pare per l’equilibrio biologico dell’ecosistema marino. Si avvia così una competizione alimentare con larve e avannotti di pesci. Ma anche per i pescatori, i plancton ostruiscono le reti da pesca, causando la morte dei pesci perché mangiano uova ed embrioni. Alcune meduse non pungono. Occorre temere sono le specie “invasive”, che provengono dai Tropici e che possono essere letali. Pericolosissime sono la Caravella portoghese e la Medusa nomade. In caso di puntura della medusa la prima regola è rimanere tranquilli e, nel caso ci si trovi al largo, bisogna raggiungere con calma la riva, raccomandano gli esperti. Non ci si deve grattare, né strofinare la zona con sabbia o pietre. Meglio lavare la parte interessate con acqua di mare e tentare di ripulire la pelle dai filamenti residui. Nel caso di reazioni cutanee diffuse, difficoltà respiratorie, pallore, mal di testa, nausea o vertigini, è necessario andare al pronto soccorso oppure chiamare il 118. Insomma, le meduse, a dispetto di come appaiono affascinanti e belle a occhio nudo, vanno tenute a debita distanza per evitare che quel fascino si trasformi in fastidio o, peggio, in qualcosa di più serio.
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