Ogni tanto, chi viaggia in auto e a piedi nell’area compresa nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, si imbatte in costruzioni incomplete, piloni di strade incomplete o, peggio ancora, strutture completare e mai messe in funzione! Stiamo parlando di milioni e milioni di Euro spesi e mai messi a reddito.
In particolare, nella Valle del Calore possiamo segnalare diverse situazioni che accompagnano in un tour immaginario un viaggiatore che avesse la pazienza di fermarsi nei siti “incriminati”. Partendo da Capaccio Paestum non possiamo non ricordare i 2 parcheggi realizzati tra il 2018 e il 2010 a ridosso dell’area archeologica: uno vicino alla stazione e l’altro a ridosso dell’ex fabbrica di conserve della Cirio. Ma se alziamo lo sguardo verso la collina si intravede la struttura realizzata già prima in località Pazzano e destinata prima a sede dei servizi sociali e poi riabbandonata a se stessa e al degrado del tempo. Imboccando la SS 166 che porta fino a Roccadaspide, incrociamo con lo sguardo, già nella piana, diversi manufatti industriali iniziati e mai finiti. Affrontando, poi, gli 8 tornanti in località Casalotti ecco che sulla destra, abbarbicate sul costone Nord del monte Soprano lussureggiante di del verde primaverile dei castagneti in fiore, appaiano le Case Bamonte, in località Cerrocupo. Si tratta di un vero e proprio villaggio rurale, acquistato dall’Ente Parco all’inizio degli anni 2000, ristrutturate e arredate di tutto punto e poi lasciate lì a “decomporsi” senza mai essere messe a reddito. Ultimamente, su richiesta del comune, il PNCVDA ha investito altre risorse per realizzare un parcheggio nel vallone sottostante. Oggi, finalmente, l’ente ha messo a bando la struttura per la sua gestione: speriamo bene!
Nella stessa Roccadaspide troviamo ancora l’edificio destinato al centro per l’impiego costruito in località Carpine che dall’esterno appare completata ma ancora inutilizzata. Per non parlare dell’ex scuola elementare Marconi evacuata in occasione del terremoto a san Giuliano di Puglia per verificarne la stabilità e mai più riaperta. Se ci si affaccia verso la Castelcivita, ecco che salta agli occhi l’imponente capannone destinato alla lavorazione delle castagne ma mai decollato nella sua missione di esaltare la produzione castani cola rocchese. Avanzando nella Valle del Calore si arriva a Castel San Lorenzo dove sulla sinistra si notano gli imponenti silos e depositi della Coop Val Calore orgoglio della produzione vitivinicola della zona. Oggi c’è un progetto di rilancio, ama niente sarà più come prima. Si procede verso Felitto, e poco prima di giungere al paese, adiacente alla chiesa della Madonna di Costantinopoli, si alza imponente una struttura incompleta destinata ad accogliere i pellegrini. È così da oltre 30 anni. Recentemente, su iniziativa di Donato Di Stasi è stato fatto un tentativo per riaprire il discorso ma, allo stato, tutto è fermo. Continuando a salire si arriva nell’Alta Valle. Se il “viaggiatore” volesse godere della vista di una struttura moderna e ben fatta, dovrebbe fare una piccola deviazione per Campora. All’ingresso del paese, si potrebbe fermare ad ammirare una struttura destinata ad essere sede di “incubatore di start up”: strade asfaltate, edifici con ampie vetrate, un centro raccolta rifiuti amplissimo … tutto rigorosamente chiuso in attesa che qualche start up lo faccia mettere in “moto”. Risalendo verso Magliano, all’ombra dei castagneti. Ci si può riposare in una struttura aperta su tutti i lati di fianco ad una casetta destinati entrambi a deposito per i castani cultori. Tornando sulla SP 11 che porta da Ponte rotto a Laurino ci si avvicina al paese dai nobili natali: di duchi di Laurino avevano un posto nella corte del Re di Napoli e un palazzo (Spinelli) in pieno centro. In Laurino, dopo aver ristrutturato il Convento di S. Antonio, resta da completare la ristrutturazione della chiesa ad esso annessa: è stato rifatto solo il soffitto a cassettoni in legno! Resta anche da mettere a reddito un’altra struttura di proprietà del PCVDA, il palazzo Ducale che un tempo fu destinato a “centro multimediale”. Mentre nella frazione di Villa Littorio, stazione inoperosa una struttura destinata alla lavorazione delle sanse di olive. Proseguendo verso Piaggine, ci si potrebbe fermare a Vallodellagiolandia, un parco pubblico impraticabile posto in cima della collina che domina il più piccolo comune della provincia: Valle dell’Angelo! Si arriva a Piaggine e sulla destra c’è una struttura di proprietà comunale destinata a Centro di accoglienza turistica e a sede della pro loco quasi sempre chiusa, come sottoutilizzata è l’imponente struttura costruita grazie ad una donazione di un milione di dollari, da parte di un emigrato negli Stati Uniti, Vertullo. Oggi è in via di completamento la ristrutturazione del convento dei cappuccini (proprietà PCVDA) adiacente alla chiesa della Madonna del Carmine: la destinazione finale è ancora tutta da immaginare.
Proseguendo nel tour si sale fino alle pendici del monte Motola dove sorge un centro di educazione ambientale costruito a ridosso dell’Oasi del Cervo. Tutto desolatamente abbandonato! Si arriva a Sacco e, prima di entrare in paese, ecco che sulla sinistra si scorge uno scheletro di cemento: forse si tratta del tentativo fallito di costruire appartamenti in paese che conta meno di 500 abitanti con case in sovrabbondanza che potrebbe soddisfare i bisogni abitativi di almeno 4 volte tante. Superato il ponte sul fiume Sammaro si arriva a Roscigno. Una visita alla “Pompei del ‘900” e ci rende conto subito del fatto che sono stati spesi milioni di euro per ristrutturare abitazioni pietosamente abbandonate di nuovo al loro destino senza alcun impiego effettivo se non di pura “facciata”. Scendendo verso la bassa valle, in contrada Mainardi di Aquara troviamo i resti in cemento di quello che agli inizi degli anni 200 doveva diventare il “Centro Lontra”. Più avanti non possiamo farci sfuggire l’occasione di controllare lo stato di “disavanzamento” dei lavori di costruzione della “famigerata” Fondovalle Calore” la strada dei sogni di una vallata alla quale sono stati appuntate tutte le speranze di riscatto dei suoi abitanti. Pilastri e sbancamenti sono lì a testimoniare di quanto sia stato vano il tentativo di dare risposte alle legittime richieste di “velocizzare” i collegamenti tra la valle e l’autostrada.
Oggi, dopo aver speso e rispeso milioni di euro, dopo aver combattuto decine di cause tra committenti e ditte e dopo aver modificato e ridotto la lunghezza del tratto da realizzare, ci troviamo ad ammirare un tracciato di strada che inizia nel nulla e finirà nel nulla. Tutto questo senza risolvere nemmeno uno dei problemi di viabilità che attanagliano gli automobilisti che quotidianamente si muovono su strade disastrate e pericolose. Sconcertante anche l’inerzia di fronte al destino segnato del campo da golf “Le due Costiere” realizzato a Serre su un terreno comunale da una società privata che ha avuto anche un congruo finanziamento regionale per dotare la provincia di Salerno di una infrastruttura turistica di eccellenza. Oggi l’impianto è desolatamente chiuso dopo aver funzionato con 9 buche su 18 per 3 o 4 anni! Procedendo verso Sicignano ci fermiamo, esausti, ad ammirare un altro scheletro realizzato proprio al centro dell’abitato che fa da contraltare al castello, anch’esso ristrutturato ma lasciato a metà strada tra ciò che è fatto e cosa resta da fare … Questo è solo uno spaccato della realtà, sono tante altre le situazioni che aspettano solo di essere portate alla luce: segnalatecele.