Più o meno da quando sono diventato cliente della Bcc di Aquara. Ho imparato a conoscerlo da quando ho intrapreso con alcuni amici di Roccadaspide l’avventura di dare vita ad un giornale, prima solo per Roccadaspide, poi nella Valle del Calore fino ad arrivare a quello che siamo ora. L’uomo è perfettamente inserito nel personaggio che tutti conosciamo: disponibile, ma non aperto; di compagnia, ma senza strafare; competente, ma che si schernisce; intraprendente, ma con metodo; determinato, ma comprensivo; umano, ma razionale; semplice, ma informato; alla mano, ma con una cultura a 360° …
L’elenco potrebbe continuare ma difficilmente potremmo arrivare a fare una fotografia esatta della persona che ci troviamo di fronte in tante occasioni nella comunità in cui viviamo perché Antonio Marino è capace di sorprenderti sempre anche se lo conosci da anni. È superfluo ribadire i meriti del direttore della banca che, insieme a Rocco D’Urso, “rifondò” nel 1977 convincendo centinaia di contadini e impiegati a mettere mano alla tasca per versare la quota che andò a formare il capitale sociale. È forse più interessante parlare dell’uomo, anche politico, che ha sempre detto la sua in ogni settore della vita associata del territorio in cui ha vissuto visto che ha preso la decisione di candidarsi alla carica di sindaco del suo comune, Aquara, da dove da 40 anni esercita con meticolosa attenzione il ruolo di direttore dell’istituto di credito dal suo ufficio che domina la Valle del Calore e si intravede la piana di Paestum fino al mare. Dichiaro subito che mi onoro della sua amicizia e, quindi, questo articolo non vuole e non potrebbe essere uno scritto scevro di un “sentimento” partigiano nei suoi confronti, anche se personalmente avrei preferito tenermi stretto il direttore della Bcc di Aquara lasciando ad altri l’onere di amministrare il comune di Aquara. Ma al cuor non si comanda! E allora eccoci qua a dover scrive di questa ulteriore avventura “extraconiugale” di Antonio Marino in quanto, pur essendo felicemente sposato con Giovanna, Marino convive da una vita con la banca che lui stesso ha fondato. Ma, in cuor suo, “ama” profondamente la politica!
Succede nella vita che ognuno di noi vuole sfidare se stesso perché convinto che in un determinato ruolo possa fare meglio degli altri che pure vi si sono cimentati con impegno. Il rinunciarvi è come continuare a camminare per chilometri con un sassolino nella scarpa. Avere delle idee su come far avanzare il paese in cui si è nati e si è cresciuti diventa un chiodo fisso che è difficile, se non temerario, estrarre dal muro. Se poi l’occasione arriva quando si è alla soglia della pensione e quando l’azienda in cui hai speso una vita con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, diventa difficile mettere a tacere la “vocina” che ti spinge ad andare oltre il razionale atteggiamento di conservazione dell’esistente per aprire un nuovo capitolo della nostra vita. E per “Tonino”, come lo chiamano gli amici e tutti gli Aquaresi, è troppo importante riprovare la scalata dei gradini del comune del paese che lui ama per dare seguito ad un modo di essere “uomo” a modo suo. L’aver “fallito” l’impresa in altre occasioni, è una macchia sul suo “curricolo” che una vita di successi in campo professionale è riuscito a “smacchiare” ma mai a cancellare del tutto.
Questa, però, non è solo una voglia di rivalsa per tacitare il suo amor proprio, è soprattutto un gesto di “amore” ulteriore nei confronti del suo paese che pure ha portato sempre con sé in ogni occasione pubblica e privata. Per concludere, se dovessimo dare un consiglio “interessato” agli Aquaresi dovremmo dire: “non lo votate, perché Antonio Marino è molto più utile fuori dal paese!” Ma siccome non siamo egoisti osiamo dire: “Prendetevi l’uomo come sindaco e lasciateci il direttore come professionista”. Ma siccome le due cose sono inscindibili per il personaggio, ci rassegneremo al fatto di continuare a doverlo condividere e a vederlo impegnato nella sua interezza in ogni circostanza, come sempre, senza risparmio.