Paolo Antico, classe ’76, avvocato, esercita la professione con due studi: a Roccadaspide e a Capaccio. Consigliere comunale di Roccadaspide dal 2011; già assessore alla Pubblica istruzione, al Turismo, allo Sport, allo Spettacolo ed alle Politiche giovanili; già ideatore e coordinatore de “Le Notti dell’Aspide Art&MusicFestival”, edizioni 2012, 2013, 2014; membro del consiglio nazionale dell’Anci e delle commissioni Bilancio; Riforme istituzionali; Politiche sociali e Cultura in seno allo stesso. Di recente, ha rassegnato le deleghe consiliari presso il comune di Roccadaspide.
Attualmente, qual è la tua posizione all’interno della maggioranza di Roccadaspide? Hai diffuso un manifesto …
«Ho rassegnato le deleghe consiliari conferitemi perché sono da tempo venute meno le condizioni per proseguire e portare a compimento serenamente il lavoro amministrativo iniziato. Non è nel mio costume distribuire colpe e responsabilità, né ergermi a vittima. Lascio da parte le incomprensioni, l’evidente mancanza di una visione comune nella gestione della macchina amministrativa e l’altrui volontà di limitare la mia azione svuotando, nei fatti e sistematicamente, le facoltà inerenti le deleghe consiliari. Guardare avanti ed oltre l’ostacolo rappresenta, secondo me, il modo migliore per raccogliere e vincere le sfide che ci attendono nel futuro. La mia è e sarà una posizione di autonomia rispetto all’attuale maggioranza, improntata ad un irrinunciabile spirito costruttivo per il bene comune».
Sfiderai Gabriele Iuliano, candidato di Girolamo Auricchio, nella corsa alla carica di sindaco di Roccadaspide per il 2016? La “battaglia” è iniziata, dunque? Descrivi i rapporti con il tuo avversario, tuo collega avvocato.
«Sarei un illuso se pensassi di autopropormi ed autocelebrarmi. Non esiste, quindi, nessuna sfida. Allo stato, abbiamo un solo “annunciato” candidato a Sindaco. In verità, l’uscente Girolamo Auricchio, non potendosi più candidare a Sindaco, altrimenti sarebbe stato il candidato naturale per esperienza e competenza, ha deciso di abdicare in favore di Gabriele Iuliano, esponente del PD, a mio avviso conoscitore della politica e della macchina amministrativa e professionista stimato. Io credo, però, che non sia una questione di uomini e di contrapposizione tra uomini, ma proprio di superamento della vecchia logica fondata sui personalismi e sugli individualismi. La differenza, anche nelle sfide future, la faranno le idee ed i metodi. Il metodo nel quale credo è quello fondato sulla legalità, sulla trasparenza, sul dialogo, sulla disponibilità, sull’apertura, sulla trasversalità e sul riconoscimento dei meriti altrui. Questo metodo, e non quello della denigrazione dell’avversario, della prepotenza e della divisione, vorrei che si affermasse».
- Nel 2011 sei stato eletto nella maggioranza di Auricchio, diventando assessore alla Pubblica istruzione etc. Carica che ti è stata tolta nel 2014, pur conservando le deleghe. Accordo pre elettorale o azione per allontanarti? Quanto ha inciso questo fatto sull’eventualità di candidarti a sindaco contro il tuo ex schieramento?
«Questo rebus può essere facilmente risolto osservando i fatti: gli avvicendamenti hanno riguardato alcuni e non tutti i titolari di cariche istituzionali, tanto che il Vicesindaco e Assessore ai lavori pubblici ed il Presidente del Consiglio sono rimasti saldamente ai loro posti.
Molto probabilmente, la mia posizione ed il mio modo di fare l’amministratore è stato ed è percepito come ingombrante ed irriconoscente da chi fa del centralismo la propria carta vincente e dell’egualitarismo formale, a discapito del merito dei singoli, la propria linea guida nei rapporti coi propri collaboratori».
Hai già una lista? E’ incluso Fernando Morra, ex assessore al Bilancio, che Auricchio vuole con sé?
«Abbiamo già una lista, di progetti comuni per il Paese, ed entrambi abbiamo aderito a Forza Italia. Oltre a ciò, ci lega una sincera amicizia di lungo corso, anche familiare, cementificatasi durante l’esperienza assessorile. Sussiste, inoltre, tra noi piena condivisione delle idee e dei metodi che rinnoveranno la politica amministrativa della nostra Città».
Cosa vuoi fare per Roccadaspide che, tra l’altro, nei giorni scorsi, ha vissuto momenti di tensione per atti di violenza?
«A prescindere dal ruolo che assumerò, che, in ogni caso, sarà quello riconosciutomi dalla gente appartenente alla mia comunità e dal gruppo di cui faccio e farò parte, credo che la politica abbia il compito e la responsabilità di fare delle scelte in merito al territorio ed alla comunità che rappresenta. Vuole che si sviluppi? In che modo? Dando maggiore forza a quale settore? Tutelando maggiormente quale fascia della popolazione? Dando priorità a quali servizi? Queste sono le domande che, credo, ogni aspirante amministratore dovrebbe porsi.
Sono convinto che lo sviluppo del nostro territorio passi necessariamente per il sostegno, sempre più convinto ed incisivo, alla sue vocazioni naturali, che sono quelle agricole artigianali e turistiche.
E riguardo a questi settori, che dovranno costituire il traino dell’economia del nostro Paese, la politica ha il dovere di assumere decisioni responsabili, a cominciare dalla riduzione della pressione fiscale.
Le fasce più deboli, quali i bambini, le donne, gli anziani ed i meno abbienti, hanno diritto a non essere dimenticati e ad avere scelte politiche prioritariamente orientate alla loro tutela in un rinnovato quadro di solidarietà sociale.
Inoltre, la centralità del ruolo di Roccadaspide nel proprio territorio di riferimento troverà conferma e nuova luce solo se sarà portato a compimento il processo di potenziamento dei servizi che, in parte, già la nostra cittadina offre all’intero comprensorio.
Credo, quanto agli attimi di tensione che ogni tanto si vivono nella nostra comunità, che un progetto di sviluppo solido comporterà di per sé anche maggiore coesione sociale».
- Se tu fossi sindaco di Roccadaspide… continua tu.
«Con i se e con i ma non si fa la storia».
Francesca Pazzanese