Martedì 14 aprile 2018, 18 anni dopo l’inaugurazione dell’ospedale di Roccadaspide, si inaugura il nuovo pronto soccorso.
La mia presenza nel presidio ospedaliero risale già al giorno precedente quando, per un incidente accorso ad un’amica di famiglia, mi sono ritrovato nel settore antistante la sala operatoria ad aspettare che si concludesse l’iter post operatorio di un intervento al femore.
Il piazzale è già imbandierato, nel nuovo reparto fervono i preparativi per il giorno dopo. L’intero ospedale è oggetto di attenzioni come non mai in termini di pulizie, spostamenti di mobili, sedie, scrivanie … insomma c’è già l’atmosfera della grandi occasioni. Anche nei reparti si denota una certa tensione dovuta all’importanza dell’evento che, ovviamente, è la consacrazione definitiva del nosocomio ad un futuro che, fino a qualche tempo fa, appariva molto incerto.
Tra le transenne, intravedo Girolamo Auricchio, il più volte sindaco e oggi vicesindaco di Roccadaspide, che dell’esistenza in “vita” di questo ospedale ha fatto una questione che ha impregnato la sua intera esperienza politica e non solo.
Auricchio scende dall’auto, controlla la fioriera predisposta all’ingresso, si avvicina al muro per leggere il manifesto, alza lo sguardo alla bandiere che garriscono al vento … è evidentemente soddisfatto! Lo chiamo e mi avvicino … “Girolamo, è tutto a posto?” gli chiedo. Risponde con la solita enfasi: “si è stato fatto un buon lavoro. Sono giorni che stiamo pulendo e preparando tutto.” Gli ricordo quell’aprile del 2000 quando fu aperto l’ospedale. Anche in quella occasione il piazzale era gremito fino all’inverosimile. Auricchio non può dimenticare quella giornata che visse da comprimario dopo aver tanto lavorato ai “fianchi” Walter Liguori, allora assessore regionale alla sanità che con un “blitz” coronò un sogno di una comunità: “fui escluso dal palco ufficiale e per poter festeggiare dovetti chiedere l’autorizzazione a montare, a spese mie, un palco in piazza XX settembre dopo tanto impegno profuso per arrivare all’apertura”.
“Adesso bisogna guardare avanti! Il PS è un gioiello come quello di Salerno …” gli dico. La risposta è un po’ impettita: “Molto meglio. Molto meglio!” lo lascio andare al suo ennesimo “controllo”. Mentre si avvia verso l’ingresso pedonale del nuovo reparto, lo chiama il sindaco, Gabriele Iuliano …. Io mi allontano, lo vedrò in mattinata seduto tra Vincenzo De Luca e il vescovo Ciro Minieri in prima fila mentre si gode il discorso di benvenuto alla marea di persone proprio del sindaco Iuliano che gli è succeduto alla guida della Città.
Il sindaco dà il benvenuto a colleghi e parlamentari, cittadini, medici e infermieri, autorità militari e religiose, studenti, docenti e dirigenti scolastici …
Ricorda le vicende legate alle preoccupazioni che un’intera comunità ha vissuto negli ultimi anni. Scaglia qualche accusa a chi ha tentato di mettere il “bastone fra le ruote” e si gode anche lui la festa che è sì per il nuovo reparto, ma soprattutto perché con la scelta di investire risorse importanti si ha la certezza che la Valle del Calore non perderà il suo presidio ospedaliero.
Il direttore dell’ASL di Salerno, il Dott. Antonio Giordano, in poche battute, rivendica il merito alla regione Campania di aver fatto una scelta coraggiosa nel tenere in vita strutture ospedaliere nell’area salernitana dove la legge dei numeri non lo consentivano. Ovviamente, ricorda anche che è stato De Luca a dare il via libera all’idea di creare il Lea Battipaglia, Eboli, Roccadaspide che consente di mantenere nei parametri previsti non solo la struttura di Roccadaspide ma anche le altre colpite dalla “mannaia” dei tagli alla spesa fuori controllo del compartosanità.
Quando il governatore De Luca, che è anche commissario del governo per la sanità in Campania, si avvicina al microfono parte l’applauso degli astanti. Lui, com’è nel suo stile, subito rivendica il merito della scelta fatta e difesa a Roma dove “ogni tre mesi dobbiamo andare a rendicontare la situazione economica del settore sanitario”.
Non fa sconti a chi lo ha preceduto ricordando che c’è una montagna di debiti da scalare di “oltre 1200 milioni di Euro” lasciata in eredità da chi ha governato nei decenni precedenti. Rivela che “è difficile perfino accertarne l’entità in quando mancano le pezze giustificative degli innumerevoli debiti fuori bilancio rivendicati dai fornitori”. Rivela che sono andati in pensione oltre 13.000 dipendenti e che solo oggi è stato programmato di “fare 7.000 assunzioni per ridare fiato al sistema che dovrà assorbire anche centinaia di personale precario con medici che lavorano in regime di partita Iva!”
De Luca si infervora quando rivela che nel 2015 la Campania era l’ultima regione nella classifica per i servizi sanitari essenziali e oggi stiamo risalendo nella graduatoria. Che la “frattura al femore” viene operata nel 75% dei casi in 48 ore a fronte di 15 gg del passato. Che è stata realizzata le reti dell’Ictus e dell’infarto al miocardio che consentono l’arrivo nel centro specializzato a trattarli in un’ora. Che i pagamenti per le forniture correnti avvengono entro 32 gg. Che è stato chiesto conto alle strutture private per il numero enorme di parti cesarei praticati già nella prima gravidanza …” insomma un mondo che si è messo in moto che porterà la regione a non essere “mai più ultima” come recitava il motto della sua campagna elettorale.
Il governatore ha lanciato un avvertimento al personale che dovrà essere all’altezza del compito. Sarà l’umanità con cui si tratterà la sofferenza di chi si rivolge al sistema sanitario in tutte le sue articolazioni che potrà far fare quel salto di qualità nell’immaginario collettivo della percezione dei servizi.
Infatti, a livello di strutture, posti letto, presidi territoriali e di addetti possiamo dire che non ci facciamo mancare niente.
E allora come mai dall’area parco, come da tutta la Campania, il fenomeno della migrazione sanitaria o dei viaggi della speranza verso strutture sanitarie di altre regioni non accenna a diminuire?
Nel 2016 sono stati spesi oltre 400 milioni di Euro per rimborsare le spese mediche di nostri corregionali che si vanno a curarsi altrove. Eppure dovrebbe essere il contrario visto il grande afflusso di turisti nella Campania Felix.
Non sappiamo se sarà più facile abbattere la montagna del debito di 1.200 milioni di Euro o far crescere la fiducia nel sistema … forse i due aspetti sono le facce della stessa medaglia: aumentare la fiducia potrebbe favorire l’abbattimento del debito!