Da anni ormai il Movimento 5 stelle tuona contro i privilegi della “casta” politica e più nello specifico quelli dei parlamentari della Repubblica. La insulsa polemica dal carattere puramente simbolico, ai fini dai conti dello Stato, imperversa sui social, nei talk e sui giornali generando -come se già non ce ne fosse bisogno- un clima di tensione fra i cittadini che, sempre più sfiduciati dalle scelte di governo degli ultimi anni,adesso gridano all’ennesima ingiustizia sociale.
Ma andiamo ad analizzare quanto veramente lo Stato italiano risparmierebbe se fossero aboliti: vitalizi, doppia indennità e privilegi che senza dubbio hanno in alcuni casi delle incriminanti etiche abbastanza gravi.
Se domani mattina si abolissero tutti i vitalizi dei parlamentari si arriva ad un risparmio massimo di 76 milioni di euro annui. Ovvero l’8% del bilancio della Camera.
Mentre se si abolissero le doppie indennità secondo la migliore delle ipotesi si arriverebbe ad un risparmio di 11 milioni l’anno.
Con l’abolizione TOTALE dei privilegi (indennità di trasferta, rimborso spese o viaggi gratis) si potrebbero tagliare 58 milioni di euro annui.
Nel salvadanaio ogni anno troveremmo “solo” 145 milioni che non è neanche un novantaseiesimo di quello che costerebbe il TAV Torino-Lione definito “inutile” sia dal Governo italiano che dal Presidente francese Macròn. Nonostante ciò si farà ugualmente.
Analizzando seriamente i costi o meglio le mancate entrate che davvero permetterebbero un miglioramento percepibile scopriamo: secondo uno studio del professor Lucio Picci professore di Economia all’università di Bologna, ogni anno non entrano nelle casse dello Stato 60 miliardi di euro a causa della corruzione. Ovvero 15 volte la famigerata IMU sulla prima casa che aveva un valore di 4 miliardi.
Per l’università Università Ca’Foscari di Venezia l’evasione fiscale, secondo l’ultimo rivelamento, ammonterebbe tra 124 e i 132 miliardi l’anno. Vorrebbe dire che in un solo anno di riscossione completa aboliremo la legge Fornero per 7 anni con una sola tantum. Se continuassimo ogni anno per tutti gli anni direbbero a Roma “A voglia”.
E’ finita? Naturalmente NO!
Altri 23 miliardi di euro, secondo “LINKIESTA” vengono bruciati nell’inceneritore del conflitto d’interessi che ha caratterizzato la prima e soprattutto la seconda Repubblica.
Per ultimo non poteva mancare il mancato introito dovuto alle associazioni criminali di Mafia, Camorra e N’Drangheta che scippano alla collettività 150 miliardi secondo Banca D’Italia.
Sommando tutti le voci di mancato introito e sprechi arriviamo a 377 miliardi che all’anno NON entrano nelle casse dello Stato e che spesso emigrano nei paradisi fiscali.
In questo contesto in cui la criminalità è l’unica azienda florida nel Paese in cui le aziende chiudono o dislocano, ci prendiamo il lusso di incastrarci in discussioni etiche, come quella dei vitalizi, spostando l’attenzione generale su un falso problema che non risolverebbe nemmeno una delle criticità che attanagliano il Paese. Un argomento di distrazione di massa che getta ulteriore discredito nella discussione politica e al contesto culturale già di per se scarnificato.
Adesso, con più lucidità e con cognizione di causa, decidiamo se continuare a insistere sul risparmio di 144 milioni di euro o su leggi che permetterebbero di intercettare almeno una piccola parte di quel gigantesco calderone di 377 miliardi mal contati.
Cambiamo il nostro punto di osservazione e riponiamo la semplice demagogia nel cassetto delle cose inutili.
Pagare i politici per fare meglio e non pagarli semplicemente meno.