Secondo il Rapporto delle Attività 2017 del Gestore dei servizi energetici (Gse), «Nel 2017 in Italia le fonti rinnovabili hanno coperto quasi un quinto di tutti i consumi energetici. Ciò significa che ogni 100 kWh consumati complessivamente nei settori elettrico, termico e dei trasporti, quasi 18 sono verdi. Per fare un paragone, basti pensare che i soli consumi da fonti rinnovabili dell’Italia (circa 22 Mtep nel 2017) corrispondono ai consumi complessivi della Svizzera».
Questi obiettivi, che pongono l’Italia tra i primi Paesi in Europa per fonti rinnovabili, sono stati raggiunti anche grazie al Gse che, nel solo settore elettrico, ha erogato «14,2 miliardi di euro di incentivi, recuperandone 1,7 miliardi dalla vendita di energia ritirata, per un netto di incentivi in bolletta di 12,5 miliardi di euro (nel 2016 erano stati 14,4 miliardi)». Il calo è stato quindi di 1,9 miliardi rispetto al 2016, anno di picco anche per il ritiro dei certificati verdi. Un calo che proseguirà anche nei prossimi anni, con una forte accelerazione a partire dal 2023. Come ha spiegato durante la presentazione del Rapporto Luca Benedetti, responsabile delle statistiche Gse, «Questo anche tenendo conto che nel fare le previsioni si è adottato un approccio conservativo per i prossimi anni, usando un prezzo dell’energia previsto piuttosto basso, 50 euro MWh».
La direttrice generale energia del ministero dello sviluppo economico, Sara Romano, ha detto a QualEnergia che «Neanche i nuovi incentivi in arrivo con il decreto in bozza dovrebbero influire sul trend: i costi saranno di circa 250 milioni all’anno».
Per quanto riguarda le ricadute occupazionali, il Gse stima che «Gli occupati permanenti nella fase di esercizio e manutenzione degli impianti siano circa 38.000 nel settore delle rinnovabili elettriche e circa 34.000 nel settore delle rinnovabili termiche. Per quanto riguarda, invece, i lavoratori temporanei, quelli che sono stati impiegati nel corso del 2017 per l’installazione di nuovi impianti, si stima che siano16.000 nel settore elettrico e 31.000 per il settore termico (installazione di pompe di calore, stufe e termocamini e solare termico)».
Nel settore dell’efficienza energetica, a fronte di 5.695 richieste nel 2017 il Gse ha riconosciuto «5,8 milioni di Certificati Bianchi, dei quali il 62% in ambito industriale e il 31% in ambito civile, consentendo così un risparmio di quasi 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio». Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, con il Conto termico il Gse ha ricevuto «43.227 richieste, che corrispondono a circa 180 milioni di euro di incentivi, dei quali 62 milioni di euro relativi a interventi di efficienza energetica della Pubblica Amministrazione». Risultati che riflettono gli sforzi compiuti dal Gse che nell’ultimo anno ha messo a disposizione di oltre 800 Comuni la propria esperienza, «per indirizzare gli investimenti degli enti locali verso una crescita ecocompatibile».
Presentando il Rapporto delle attività, il presidente del Gse, Francesco Sperandini, ha sottolineato che «Gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite sono sentiti oggi dal nostro Paese come non era mai successo in passato e l’Italia deve essere orgogliosa dei risultati raggiunti», poi ha ricordato che «Il nostro Paese ha superato gli obiettivi europei al 2020 con 6 anni di anticipo», ma anche che «A questo percorso virtuoso si è aggiunto un altro elemento importante, che è l’approvazione della Strategia Energetica Nazionale. Nella costruzione di questo simbolico ponte verso il futuro, il ruolo del Gse non può che essere quello di promotore di tale aspirazione intergenerazionale al cambiamento».
Inoltre, sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, in qualità di responsabile del collocamento delle quote di CO2 italiane, il Gse, ha messo all’asta sulla piattaforma comune europea circa 95 milioni di quote di emissione, con un ricavo totale destinato al bilancio dello Stato di 550 milioni di euro.
Anche nel 2017, il Gse si è impegnato nell’attività di controllo degli impianti incentivati con 5.260 accertamenti (il 37% con sopralluoghi e il 63% documentali), con un incremento del 19% rispetto al 2016.
Fonte: lentepubblica.it