La tabella è pubblicata singolarmente, anziché essere inserita all’interno delle istruzioni ai modelli, per consentire un continuo adeguamento alle percentuali via via deliberate. È disponibile, sul sito dell’Agenzia delle entrate, l’elenco con le aliquote relative alle addizionalicomunali, che contribuenti e sostituti d’imposta dovranno utilizzare ai fini della determinazione delle quote aggiuntive all’Irpef per il calcolo del saldo 2017 e dell’acconto 2018, in occasione della prossima dichiarazioni dei redditi (Redditi Pf e 730), anno d’imposta 2017.
Nella tabella, oltre ai codici catastali di ogni Comune, sono pubblicate le percentuali di prelievo decise dalle diverse amministrazioni locali, che variano dall’applicazione dell’aliquota unica, differenziata per scaglioni di reddito, fino ad arrivare a soglie di esenzione per redditi con specifici requisiti
La pubblicazione online sostituisce l’inserimento dell’elenco all’interno delle istruzioni dei modelli dichiarativi e consente un aggiornamento continuo delle aliquote sulla base dei cambiamenti deliberati dai Comuni e alle informazioni via via fornite dal dipartimento delle Finanze.
Dal 2010 ad oggi, secondo la CGIA Mestre, il gettito ottenuto dall’applicazione delle addizionali comunali Irpef ha subito una vera e propria impennata. Quello relativo alle addizionali regionali è cresciuto di oltre il 34 per cento, quello imposto dai comuni, invece, è salito addirittura del 54 per cento.
Nel biennio 2009-2010 vigeva ancora il “blocco” delle aliquote delle addizionali e solo a partire dal 2011 gli enti locali hanno potuto ritoccare l’aliquota entro il limite massimo dello 0,8 per cento. Nel corso degli ultimi anni i Sindaci hanno elevato sempre più le aliquote alla ricerca di gettito. Tuttavia, vi è stata la tendenza a contenere il prelievo sui redditi più bassi, mentre sui quelli più elevati l’aliquota media si è avvicinata sempre più alla soglia massima.
Fonte: lentepubblica.it