Solo alcuni tratti di costa ricevono ogni anno la Bandiera Blu, malgrado il mare a chiazze. La Bandiera Blu è un premio costoso. Un premio che dura solo un anno e, i comuni che vogliono fregiarsi del riconoscimento della FEE, al fine di far risultare il proprio mare più pulito del proprio vicino, devono fare enormi sacrifici. La Bandiera Blu conviene solo se le spiagge sono occupate da un numero massiccio di stabilimenti balneari. I criteri di assegnazione, non certificano necessariamente la qualità ambientale di una spiaggia. Per capirci, è come se entrassimo in un ristorante e valutassimo solo la qualità del servizio, la bellezza delle tovaglie e l’originalità delle posate, senza occuparci della bontà del cibo. Tra i criteri richiesti per ottenere la bandiera blu ci sono i progetti di educazione ambientale, la qualità delle acque di balneazione (le quali devono avere un carico batteriologico di escherichia coli < 250/100 UFC su ml ed enterococchi intestinali < 100/100 UFC su ml), la presenza di spogliatoi, bagni per disabili e punti di primo soccorso. Criteri che finiscono per privilegiare non tanto la qualità ambientale del mare e delle spiagge, ma i tratti d’arenile ricoperti di ombrelloni e lettini. Criteri che afferiscono più alla comodità dei bagnanti che alla qualità delle acque, purché ci si possa fare il bagno e che il mare sia balneabile, con concentrazioni batteriche nella norma. Così per assurdo, ma poi non tanto, possono esserci spiagge con la Bandiera Blu contornate da palazzi, palazzine, case e casupole, fin sulla sabbia e non è raro trovare il mare cosparso di chiazze oleose, schiume, buste di plastica, pannoloni e pannolini. Bandiere Blu che sventolano alla foce dei fiumi, dei torrenti e dei canali, che sversano a mare acque che limpide non sono. Territori con Bandiere Blu che risultano maglia nera per abusivismo edilizio. Per assegnare una Bandiera Blu ad un tratto di spiaggia si usano le analisi delle acque del Ministero della Salute, fatte dalle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. Un parametro che non dice nulla sulla qualità ambientale del mare. La qualità ambientale del mare non può essere certificata solo dagli standard sanitari. Oltretutto, le agenzie regionali non seguono standard univoci nelle analisi delle acque, e solo pochissime ARPA cercano metalli pesanti e radioattività. Le analisi spesso non vengono fatte alle foci dei fiumi, che sono le zone più inquinate, per mancata depurazione, scarichi industriali, scarichi agricoli e zootecnici. E siccome l’acqua si mischia, non è raro trovare tratti di mare sporco e puzzolente a chilometri dalle foci. Dalle foci escono le feci.Usando solo la balneabilità come criterio di valutazione, si mette sullo stesso piano l’ acqua cristallina di un tratto di costa inaccessibile con le spiagge affollate delle pianure alluvionali. Un altro criterio per l’assegnazione della Bandiera Blu riguarda i servizi e la gestione delle spiagge. Bagnini, accesso per cani e spogliatoi valgono 2 punti, la raccolta differenziata vale 20 punti. Mentre la presenza di componenti biotiche di particolare rilevanza ecologica vale solo un punto. Da anni si trovano in testa alla classifica delle Bandiere Blu territori dove i servizi sono più efficienti ma la qualità ambientale è del tutto degradata, con enormi ammassi di costruzioni lungo la costa e distruzione del paesaggio. Quindi le Bandiere Blu certificano, in alcuni casi, un mare asfittico dal punto di vista ambientale, ma dove è permesso farsi il bagno, tra ombrelloni, lettini e cabine. Così i comuni costieri per avere le agognate Bandiere Blu, hanno riempito le loro coste di tutti i confort possibili e immaginabili, tali da trasformare le spiagge in un’unica lettiera, fatta di sdraio, di creme abbronzanti e natiche al sole, garantendosi così un ottimo strumento di marketing territoriale e promozione turistica. Con il paradosso che le spiagge più pulite d’Italia vengono escluse dal riconoscimento FEE, mentre le bandiere blu non sventolano nelle località più belle e con le acque cristalline. Il vessillo blu è in bella mostra solo nelle località più attrezzate per il turismo balneare. Se ci sono delle distorsioni nell’assegnazione delle Bandiere Blu, forse bisogna cercarle proprio nei criteri.
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