MILANO – Nel 2017 sono 324 i licenziamenti scattati nei confronti di dipendenti pubblici. A fare il bilancio è il ministero della Pubblica Amministrazione. Quasi la metà, 154 pari al 48% del totale, derivano da assenze. Tra questi sono 55 i licenziamenti dovuti alla falsa attestazione della presenza, ai ‘furbetti del cartellino’. Rispetto al 2016, in totale, si registra un calo (-5,8%) mentre segnano un forte rialzo le espulsioni per chi striscia il badge e se ne va (24 casi in più). Il 2017 è stato il primo anno che, sin dall’inizio, ha visto funzionare le regole Madia sulla flagranza.
La falsa attestazione delle presenze in servizio tramite l’alterazione dei sistemi di rilevazione o altre modalità fraudolente c’era già prima, ma a metà del 2016 è diventato operativo un procedimento speciale per chi viene colto sul fatto. Secondo le nuove regole se c’è la flagranza si applica l’iter accelerato che prevede l’allontanamento entro 48 ore e il licenziamento entro 30 giorni. Quindi nei 55 licenziamenti di ‘furbetti’ rientrerebbero anche quelli relativi ai dipendenti presi con le ‘mani nel sacco’.
Guardando agli altri licenziamenti, sempre nel 2017, 99 derivano da assenze ingiustificate o non comunicate entro i termini, 80 da reati (come quelli contro la P.A, dalla corruzione al peculato), 72 da ‘cattiva condotta’ (negligenza o inosservanza delle delle disposizioni di servizio) e 18 da casi di ‘doppio lavoro’. Il ministero riporta anche i provvedimenti disciplinari di sospensione, “in quanto sanzioni gravi”.
Nel 2017 sono state 1.167, in calo del 34,5%. Sempre stando ai casi raccolti dal dipartimento della funzione pubblica, che si base sulle comunicazioni ricevute (obbligatorie solo da metà anno).Il conto finale quindi potrebbe essere anche più alto.
Palazzo Vidoni ha poi elaborato una scheda con i casi di ‘furbetti’ a cui è stato applicato il decreto Madia sul licenziamento sprint, dal luglio 2016, quando è entrato in vigore, a oggi. Si tratta di una revisione di dati già anticipati il 27 gennaio. Rispetto alla primo rilascio, il numero dei provvedimenti è sarebbero stato portato da 45 a 40, questo principalmente perché alcune amministrazioni hanno modificato, spiega il ministero della P.A, la sanzione nel corso dell’iter. Il ministero ha anche corretto l’indicazione relativa al caso di otto licenziamenti presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli: l’ufficio sarebbe quello della direzione regionale della Lombardia e non quello di Arezzo.
Nei controlli c’è una novità: possono scattare, e già è successo, ispezioni a campione condotte dal nucleo speciale anticorruzione della Gdf, sulla base di una convenzione tra Ispettorato della funzione pubblica e Guardia di finanza.
Fonte: repubblica.it