L’assoluzione per i 38 imputati, poiché il fatto non sussiste. Questa la requisitoria pronunciata lo scorso 14 febbraio, presso il Tribunale di Salerno, dal Pubblico Ministero Giancarlo Russo, in occasione dell’udienza conclusiva del processo Chernobyl. Inchiesta legata al presunto smaltimento illecito di rifiuti che ha visto coinvolti, tra gli altri, anche alcuni terreni del Vallo di Diano.
Per il PM mancano le prove per far si che l’operazione Chernobyl possa essere considerata un vero e proprio “disastro ambientale”.
Come ampiamente previsto, quindi, tutto dovrebbe chiudersi con un nulla di fatto. Il prossimo 7 marzo, infatti, quasi certamente sarà emessa una sentenza di assoluzione che, unitamente alla cancellazione dei restanti reati per avvenuta prescrizione, finirà per non far piena luce sulla vicenda.
Tutto è partito nell’estate del 2007, anche se i fatti contestati risalgono al 2006. L’indagine, condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, vedeva coinvolte le province di Salerno, Caserta, Benevento e Foggia. Secondo gli inquirenti si era compiuto uno smaltimento illecito di rifiuti che aveva interessato anche alcuni centri del Vallo di Diano, ovvero San Pietro al Tanagro, Teggiano, San Rufo e Sant’Arsenio. Trentotto le persone indagate a vario titolo e diverse le ipotesi di reato: associazione a delinquere, danneggiamento aggravato, gestione illecita di rifiuti inquinanti, disastro ambientale, falsi e truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Tra essi 2 agricoltori di Teggiano, uno dei quale scomparso qualche anno fa.
L’operazione aveva suscitato clamore e sgomento, facendo registrare l’intervento deciso e severo di diversi esponenti politici e di associazioni di categoria del territorio.
Il processo, inizialmente celebrato a Caserta, é poi passato nella mani del Tribunale di Salerno. Nel corso degli anni sono caduti in prescrizione tutti i reati contestati ai 38 imputati, tranne quello di disastro ambientale. Per il quale, stando a quanto precisato dal PM,“manca la prova di una modifica sostanziale dell’originaria consistenza della matrice ambientale o dell’ecosistema”.
Da evidenziare come la prescrizione sia un pò il comune denominatore di diverse inchieste di matrice ambientale. Basti pensare all’Operazione Cassiopea, imponente traffico e smaltimento di rifiuti provenienti dal nord Italia e destinati alle province casertane. Procedimento che si è concluso, dal punto di vista processuale, in un “nulla di fatto”, per maturata prescrizione dei reati.
Al termine dell’ultima udienza legata all’inchiesta Chernobyl poche parti civili (rispetto alle 30 e più inizialmente costituite) hanno rassegnato le proprie conclusioni. Tra esse la Comunità Montana Vallo di Diano e i Comuni di S. Arsenio, S.Rufo, S.Pietro al Tanagro, Sassano e Sala Consilina.