Bilancieri Mario e suoi 4 fratelli, 2 dei quali arrivano in Argentina con i genitori partendo dalla pendici della collina che sovrasta la piana di Paestum sulla cui cima è posto il santuario della Madonna del Granato. Il padre ritorna dalla guerra dopo il 1945 e trova un disastro: terreni incolti, alberi secchi e la prospettiva di raccogliere olive per un giorno in cambio di mezzo litro d’olio e molte bocche da sfamare. Scrive ad un suo zio che è già “scappato” nel 1936 in piena epoca fascista e gli chiede di richiamarlo. Parte da solo e al suo arrivo nel porto di Buenos Aires lo zio lo aspetta per portarlo a S. Andrea del Giles. Parlano del futuro nelle due ore che dura il viaggio per arrivare a casa. Cenano e poi tutti a letto … Al risveglio l’emigrante si trova orfano dello zio che muore all’improvviso e senza nessun punto di riferimento. La moglie e il figlio non parlano il dialetto italiano, tantomeno l’italiano, e l’incomunicabilità porta ad una rapida separazione.
L’uomo si trova in una condizione difficile, ma non si da per vinto e si adatta ad ogni tipo di lavoro, dall’agricoltura alla manovalanza, per tirare a “campare” in una terra straniera e difficile da vivere. Venuta a mancare la solidarietà familiare che è alla base del sistema del richiamo, deve arrangiarsi da solo. Il lavoro è il solo elemento che può elevare una vita fino all’autosufficienza. Dopo nove mesi Giuseppe scrive alla moglie e le chiede di venire portando con sé il resto della famiglia.
L’attività che infine, dopo tanti mestieri a cui si è adattato, sceglie per rendere stabile l’esistenza della sua numerosa famiglia è quella di aprire una macelleria dopo aver avviato un allevamento di bovini ed altri animali da carne. Si stabilisce a Moreno, una città che oggi conta oltre 400 mila abitanti situata nella provincia di Buenos Aires ed apre una macelleria. Lo stesso che faranno tutti i suoi cinque figli man mano che crescono e diventano autonomi.
E qui succede un vero miracolo che vale la pena sottolineare … Mario, Donato, Josè Luis, Miguel e Mariano decidono di mettersi insieme e di implementare l’attività della vendita di carni con tutti gli altri prodotti della filiera alimentare con l’apertura di un market che ancora oggi è in attività. I fratelli Bilancieri, Mario e Donato da poco in pensione, danno in affitto agli altri tre le loro quote e si godono la quiescenza con le mogli a baloccarsi con i nipoti. Come Donato e Immacolata si godono la loro nipotina Martina che è presente all’incontro e non si perde una parola dell’intervista collettiva che facciamo ai suoi zii.
Le parole che escono dalle bocche dei fratelli Bilancieri trasudano di orgoglio per aver saputo andare oltre quello che il padre aveva apparecchiato per loro, ma evidenziamo molta emozione quando parlano della contrada Crispi e della loro vecchia casa incastonata lungo la via Sferracavallo che porta da Vuccolo Maiorano al santuario.
Non tutti sono tornati in Italia almeno una volta, ma coloro che lo hanno fatto si sono portati dietro un bel ricordo di un mondo che poteva essere anche il loro ma che la necessità li ha portati in un altro mondo dove oggi sono di casa.
La loro storia colpisce molto per il fatto che una famiglia riesce a trovare più motivi per stare insieme che per separare i propri destini lavorativi.
Allo stesso tempo non perdono occasione per mantenere vivo il rapporto con il mondo che li ha generati e che ancora riesce a trasmettere spunti per riannodare relazioni. La famiglia Bilancieri che vive a Moreno è una “comunità” di oltre 60 individui che è riuscita a ricreare un’isola capaccese in Argentina.