Sono dati chiari e amari quelli emersi dall’approfondimento giornalistico del Gruppo L’Espresso relativo al gioco d’azzardo. Novantacinque miliardi di euro è la cifra complessiva spesa nel 2016 dagli italiani tra biglietti “Gratta e Vinci”, scommesse, lotterie, lotto, superenalotto, totocalcio, macchinette, etc. Di questi, più della metà, ovvero 49 miliardi, sono stati “bruciati” solo in slot machine e terminali che in tutta Italia sono quasi 400mila.
A guidare la classifica delle regioni che hanno giocato di più nel 2016 è la Lombardia, seguita da Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Campania.
Al riguardo, prendendo in considerazione proprio la Campania, i dati relativi al Vallo di Diano generano una certa inquietudine. Entrando nello specifico, infatti, nel comprensorio sono 661, tra VLT (Video Lottery Terminal) e AWP (classiche slot), gli apparecchi presenti in sale, bar e tabaccherie e 66 milioni gli euro complessivi spesi nel 2016.
È Padula il primo tra i paesi valdianesi in merito al rapporto tra il numero degli abitanti (5357) e il volume di gioco alle slot (67 dispositivi in tutto). Nel comune della Certosa, infatti, sono stati spesi 12 milioni e mezzo di €. Quasi 14, invece, quelli giocati a Sassano (4954 anime) con 84 apparecchi presenti. Mentre a Sala Consilina (12.644 abitanti) sono stati sborsati 15,95 milioni, con 152 macchinette installate.
A fare da contraltare è, invece, il piccolo centro di Pertosa (639 abitanti) nel quale non è presente alcun apparecchio.
Per quanti riguarda gli altri comuni del Vallo, Montesano S/M (6653 abitanti) occupa il 4° posto nella speciale classifica, con 77 apparecchi attivi e 7 milioni giocati mentre a Teggiano (7874 abitanti) sono presenti 55 slot e sono stati spesi poco più di 3 milioni. Dato simile a Polla (5280 anime) con 3milioni e 400mila e 63 AWP.
Atena Lucana (2374 abitanti), Sant’Arsenio (2806) e Casalbuono (1176) occupano rispettivamente il 5°, 6° e 7° posto con 49, 52 e 9 macchinette e 4milioni e 275mila, 2 milioni 648 mila e 859mila € giocati.
Più in basso in classifica troviamo Monte San Giacomo (1554 abitanti) con 16 apparecchi e 956mila € spesi, Buonabitacolo (2547) con 16 slot e 893mila € giocati e Sanza (2562 anime) con 9 e 456mila€.
A chiudere la speciale graduatoria, precedendo il fanalino di coda Pertosa, sono i centri di San Rufo (1722 anime) e di San Pietro al Tanagro (1710) con rispettivamente 7 e 5 apparecchi e un volume di giocate pari a 280mila e 145mila €.
Dati significativi che, pur non discostandosi troppo dalla media nazionale, vanno in controtendenza per quel che riguarda la Regione Campania e testimoniano, ancora una volta, le difficoltà sociali ed economiche vissute dal Vallo di Diano.
Secondo la fotografia scattata a livello nazionale, infatti, in Italia gioca il 47% degli indigenti, il 56% delle persone dal reddito medio basso, il 70% dei lavoratori a tempo indeterminato, l’80,2% dei lavoratori saltuari e l’86% dei cassintegrati.
Mentre presentano forme di ludopatia il 50% dei disoccupati, il 17% dei pensionati, il 25% delle casalinghe e il 17% dei giovanissimi.