Quello che stiamo vivendo è un tempo straordinario in cui si stanno attuando una serie di riforme più o meno condivise, più o meno piacevoli.Ci ritroviamo in un contesto storico complesso, unico, senza precedenti. Nei mesi scorsi, gli organi di stampa hanno richiamato l’attenzione su una ricorrenza importante e significativa: il decennale della più grave crisi finanziaria ed economica della storia degli ultimi due secoli del mondo occidentale (la data simbolo dell’esplosione della Grande Crisi è il 15 settembre 2008 ossia quella del fallimento di Lehman Brothers). Da allora sono stati messi in atto moltissimi interventi (tra misure di politica economica espansiva e normative rigide e procicliche) per contrastare una crisi diventata epocale. E’ cambiata la nostra vita e quella delle future generazioni. Tutti i settori economici sono stati interessati ed hanno conosciuto stravolgimenti extraordinari nel mondo, in Europa, in Italia.
Per avere un’idea degli effetti causati dalla crisi esplosa nell’estate del 2007, si ritiene utile proporre, nella tavola seguente, alcuni dati di raffronto, riferiti al nostro Paese che – in ambito europeo – continua a soffrire più di altri in un momento in cui iniziano a manifestarsi segnali di ripresa.
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Agosto 2007 |
Voci |
Agosto 2017 |
1 |
1.493 |
PIL (in mld) |
1.734 (a fine 2016) |
2 |
28.699 |
Pil pro-capite in euro |
26.037 |
3 |
1.670 |
Debito pubblico (in mld di €) |
2.278 |
4 |
103,10% |
Debito/Pil |
132,10% |
5 |
1,60% |
Deficit/Pil |
2,4% |
6 |
2% |
Inflazione |
1,1% |
7 |
6,2% |
Tasso di disoccupazione |
11,3% |
8 |
21,8% |
Disoccupazione giovanile |
35,4% |
9 |
4,5% |
Rendimento BOT a 12 mesi |
-0,3% |
10 |
4,49% |
Rendimento BTP |
2,01% |
11 |
27 |
Spread sul Bund in pb |
159 |
12 |
5,86% |
Tasso medio dei prestiti alle famiglie |
2,79% |
13 |
47,2 |
Sofferenze bancarie (in mld di €) |
192 |
14 |
16,5 |
Sofferenze bancarie nette (in mld di €) |
77 |
Rispetto a quello che è successo negli ultimi 10 anni, guardando i primi dati consuntivi, possiamo considerare il 2017 come l’anno della ripartenza. Il migliorato clima di fiducia ci deve stimolare a recuperare la normalità e andare oltre il prima possibile (secondo il Fondo Monetario Internazionale,solo nel 2020 recupereremo i valori del 2007); la sfida non sarà quella di resistere all’innovazione ma di cavalcarla. Il sentiero ancora molto stretto, intrapreso dall’Italia per uscire dalla crisi, deve essere allargato.
In Campania (fonte Banca d’Italia) è proseguita la ripresa dell’attività economica che ha riguardato il comparto manifatturiero e dei servizi, soprattutto quelli legati al turismo. L’occupazione è cresciuta nella media del primo semestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ciononostante il tasso di disoccupazione è salito al 21,5%, dal 20,2% del primo semestre 2016, in quanto sono aumentate le persone in cerca di occupazione. Il lavoro resta un’emergenza regionale e nazionale, in particolare per i giovani. Sono oltre 2 milioni i “NEET”, acronimo che sta ad indicare persone “Not education, employment or training”, cioè gli italiani con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
Nella nostra area territoriale, il turismo (beneficiando anche della instabilità internazionale), l’agroalimentare, l’enogastronomia sono risultatinel 2017, così come dei due anni precedenti, i settori economici più dinamici. I consumi delle famiglie e gli investimenti incominciano a mostrare segnali positivi. Per il resto, così come in tutto il Mezzogiorno, siamo indietro nel “Piano Industriale 4.0” e nella evoluzione digitale, sostanzialmente, per deficit strutturali e culturali (dispersione e scarse economie di rete fra imprese, bassa innovazione, piccole dimensioni, infrastrutture fragili, conoscenze e cultura del cambiamento ancora deboli). Secondo la Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), le agevolazioni erogate alle imprese del Sud dovrebbero attestarsi sui 650 milioni di euro (nel periodo 2018-2027), contro i circa 8,6 miliardi del Centro-Nord!
Relativamente al settore finanziario non si può non evidenziare che, più di altri, è stato chiamato fortemente in causa. L’industria bancaria europea è in una fase di profonda trasformazione e ristrutturazione. Il sistema creditizio deve completare l’adattamento al nuovo contesto di mercato e alla profonda revisione regolamentare seguita alla crisi.
Il numero delle banche nell’eurozona a giugno 2016, risultava rispetto a 5 anni prima, in calo del 20%; il numero degli sportelli in calo dell’11% . Nel 2017 è ulteriormente cresciuto il livello di concentrazione del mercato bancario in tutti i maggiori Paesi. La rivoluzione digitale in atto provocherà cambiamenti notevoli che implicano una profonda revisione del modello di business [(un’analisi di Citigroup prevede che, entro il 2023, il 17% della redditività prodotta nel mercato bancario migrerà a imprese FinTech (TECNOFINANZA)]. Le banche sinora hanno avuto il vantaggio di essere il principale punto di accesso al mondo della finanza per la maggior parte della popolazione.Con le imprese FinTech non sarà più così soprattutto nel campo dei servizi di pagamento. Usando tecniche di analisi dei dati innovative, tali imprese sono in grado di intercettare e trattare in modo efficiente le informazioni che i soggetti (privati, imprese, ecc.) disseminano nella rete, spesso anche in maniera inconsapevole (i cosiddetti big data).
Nella situazione delineatasi, come noto, è maturatala Riforma del Credito Cooperativo che affronta le debolezze del modello di governance, il problema della patrimonializzazione, della competitività, della razionalizzazione dei costi ed il controllo dei rischi, degli assetti organizzativi. Al momento le due candidate Capogruppo (ICCREA di ROMA e CASSA CENTRALE BANCA di TRENTO) sono al lavoro per l’ottenimento delle previste autorizzazioni. Il processo di riforma è, dunque, in via di perfezionamento. Nel corso del 2018 si struttureranno nuovi assetti organizzativi. Il modello che la riforma introduce prevede la costituzione di un Gruppo Bancario Cooperativo guidato da una Capogruppo controllata maggioritariamente dalle BCC e dotata di adeguati poteri di direzione e coordinamento in una cornice coerente con la disciplina europea sui gruppi bancari; l’architettura del Gruppo dovrà avere la propria carica innovativa nella ricerca di un equilibrio fra i valori fondanti della cooperazione di credito e le logiche del mercato dei capitali, fra la salvaguardia dell’autonomia controllata delle singole BCC e le prerogative tipiche di un gruppo bancario. Le BCC rappresentano, infatti, un bene straordinario per l’Italia e ne vanno quindi tutelati i valori fondanti da interpretare con le categorie dei tempi attuali. La valorizzazione della cooperativa mutualistica di credito deve caratterizzare l’attuazione della riforma del Credito Cooperativo, per assicurare a ciascuna Banca di Credito Cooperativo la possibilità di continuare a svolgere il proprio ruolo insostituibile di “banca di comunità”, operando integrata in un Gruppo Bancario Cooperativo che ne promuova la redditività, l’efficienza e l’efficacia, la crescita e la stabilità. La conoscenza che la singola BCC ha del socio, del cliente e dell’economia locale costituisce un fattore distintivo che può e deve generare un effettivo vantaggio competitivo consentendo di contribuire in modo rilevante allo sviluppo sostenibile dei territori.
Negli ultimi anni, come BCC di Capaccio Paestum siamo riusciti a fare molte cose e ad ottenere risultati che possono considerarsi evidentie soddisfacenti. La Banca è molto cambiata, ha assunto una nuova identità nella maggior parte dei profili tecnici e in termini di immagine sociale. Anche il bilancio del 2017 si chiuderà con risultati positivi e numeri in crescita (circa 2.300 soci, con +9,50% rispetto al 2016, gli impieghi a favore di clientela evidenziato un +10%, la raccolta complessiva +5,50% Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi fissati per il 2017.Continua il processo di riduzione dei crediti deteriorati, rimane importante la dotazione patrimoniale (con un CET 1 Ratio pari al 27% rispetto alla media del sistema BCC del 16,8%).
Non c’e’ spazio e tempo, però, per il compiacimento. Il momento rimane intenso e impegnativo, siamo consapevoli che il futuro può riservare cambiamenti importanti. Le complesse condizioni di mercato, i rilevanti mutamenti nella regolamentazione e nel modello di supervisione da parte delle autorità di vigilanza (Banca Centrale Europea e Banca d’Italia) indicano chiaramente che le BCC e le Capogruppo devono approdare in un altro mondo. Un mondo dove fattori come la redditività, la competitività, l’efficienza, l’efficacia, i numeri e le dimensionisaranno sempre più importanti e dove – conseguentemente – continuerà ineluttabilmenteil processo di razionalizzazione del credito cooperativo e della rete sportelli. Allo stesso tempo, la riforma che andrà a compimento nel corso del 2018 renderà il sistema ancora più solidoe competitivo, senza dimenticare – come ha sottolineano di recente il presidente di Federcasse avv. Dell’Erba -che “il Credito Cooperativo ha sempre superato le criticità con mezzi propri, senza beneficiare di interventi normativi ad hoc o di salvataggi esterni come invece avvenuto per altre grandi realtà bancarie nazionali”
Come BCC di Capaccio Paestum lavoreremo in stretto coordinamento e cooperazione con la Capogruppo ICCREA per individuare la strada da intraprendere con impegno e assunzione di responsabilità, senza escludere – in una logica industriale e strategica – soluzioni aggregative finalizzate alla crescita dimensionale permeglio valorizzare i nostri assets, il nostro importante territorio, nonché per elevare l’offerta quali-quantitativa diprodotti e servizi in un contesto in continua evoluzione. Siamo aperti, disponibilia dialoghi costruttivi e a collaborazioni con altre consorelle.
Nel frattempo, al pari del sistema bancario nella sua totalità, stiamo operando alla ridefinizione del nostro modello di business. Per il 2018 intendiamo accelerare con un’ azione su impieghi e servizi per migliorare la marginalità della gestione caratteristica. Come “Capaccio Paestum” siamo Banca pilota in un progetto mercato (che vede coinvolte 9 BCC regionali), avviato in sede federativa con una società di consulenza e in sinergia con il Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA al quale abbiamo aderito.
Ancor più che in passato ci adopereremo perfavorirela crescita non solo economica ma anche sociale e culturale.Nella nuova dimensione di Gruppo, grazie alla nostra azione creditizia e non solo, lavoreremo per una nuova e diversa cultura del territorio, troppo spesso intesa, purtroppo, come espressione riduttiva del singolo comune, della frazione, di un interesse personale. Continueremo ad operare su più fronti. Quello dell’educazione finanziaria – tema oggi attuale e delicato, su cui le Autorità e le Istituzioni stanno richiamando l’attenzione chiedendo interventi, in quanto in Italia, i livelli di conoscenza e competenza finanziaria sono tra i più bassi dei paesi OCSE – ci vede impegnati da un quinquennio nelle scuole della nostra zona di competenza; ogni anno incontriamo 400/500 studenti con il solo progetto “Fare Economia (al quale ben presto si è affiancato il Progetto Educazione alla Legalità ed alla Sicurezza). Siamo tra le poche banche ad essere iscritte nel Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro di cui al decreto legge 15 luglio 2015 Buona Scuola. In tale ambito stiamo portando avanti percorsi con il Liceo Parmenide di Roccadaspide ed il Liceo Piranesi di Capaccio Paestum.
Più in generale, l’impressione positiva è che si sta assistendo ad un cambio di registro per il Mezzogiorno, per la Campania, per le nostre zone. La politica sembra esprimere una consapevolezza e una volontà di agire più matura che in passato. C’è più attenzione ed una maggiore assunzione di responsabilità. Nel nostro piccolo, come banca locale, con un profilo basso ma fattivo, vogliamo contribuire a far crescere la cultura civile, le conoscenze, le opportunità per ricercare nuove strade per il futuro della nostra terra e dei nostri figli. Abbiamo aderito a diverse convenzioni (Cultura Crea, Resto al Sud, PSR 14-20 Campania, Microcredito, Campania Start-up innovative, ecc.), per favorire l’accesso ad agevolazioni ed incentivie stimolare investimentied avvio di nuove attività anche dalle nostre parti. Non bisogna abbandonarsi a rassegnazione e lamentele che solitamente caratterizzano noi meridionali.