Quale è il bilancio del 2017 del Parco Archeologico di Paestum? Ci sono novità importanti sia per quanto riguarda l’area esterna dei templi, sia per quanto riguarda il museo. A cominciare dal piccolo restyling che abbiamo apportato al percorso museale nelle more dell’avvio del progetto di riallestimento con fondi Europei, che dovrebbe partire il prossimo anno. Abbiamo cercato di creare un filo rosso nel percorso del museo, ma anche di dare più aria ai reperti, soprattutto alle metope (pannelli scolpiti) dal santuario sul fiume Sele, importantissimi reperti in quanto tra le prime testimonianze dell’architettura dorica in pietra in tutto il mondo greco.
Ma abbiamo anche aggiunto qualche nuovo contenuto: il “pezzo del mese” è una vetrina nel museo che ogni mese presenta un oggetto dai depositi che solitamente non sono visitabili. Inoltre abbiamo allestito una piccola sezione sullo scavo archeologico, che attualmente sta proseguendo con nuove forze e che potete visitare dal lunedì al venerdì (tempo permettendo).
Con l’Università di Salerno abbiamo curato una “mostra”, che in realtà è un’integrazione a pieno titolo del percorso museale, sul tema “le armi di Athena”: sono esposte armi e oggetti metallici trovati nel santuario della dea a Paestum, intorno al suo tempio, offerti come doni votivi. Ricostruzioni grafiche e modellini integrano il percorso.
Per quanto riguarda l’area archeologica, dove l’estate scorsa abbiamo di nuovo organizzato la nostra rassegna “musica ai templi” (con successo strepitoso), i cambiamenti sono meno visibili, ma non meno importanti: dopo otto anni in cui non è stato fatto nessun intervento di manutenzione sui templi per mancanza di fondi, abbiamo ripreso il piano di manutenzione annuale elaborato a suo tempo dall’Istituto Centrale per il Restauro, del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, dopo il grande restauro degli anni ’90. Il bando pubblico per i lavori al tempio c.d. di Nettuno, per un importo di 160mila Euro, è stato già pubblicato, mentre per i lavori al tempio di Athena (c.d. di Cerere) abbiamo ottenuto importanti contributi da due sostenitori: i fratelli Barlotti del caseificio in località Torre e la famiglia Pagano, titolari del Savoy Hotel e dell’azienda San Salvatore. Un bellissimo segnale per il nostro territorio che si prende cura del proprio patrimonio.
Un altro passo importante in questa direzione è stato fatto nel mese di ottobre con la nascita dell’associazione “Gli amici di Paestum”: un gruppo di cittadini italiani e stranieri che sostengono il Parco Archeologico con il loro operato volontario ed altre iniziative. Molti musei in Italia e nel mondo hanno un gruppo del tipo “Amici di…”, solo a Paestum non esisteva. Grazie all’entusiasmo della neo presidente Teresa Giuliani e degli altri soci, ci siamo già presentati con i nostri nuovi amici durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di quest’anno.
Per chi vuole fare qualcosa per Paestum, ci sono però anche altre possibilità, per esempio adottare un blocco delle mura. Dopo i primi due “genitori adottivi”, Regine e Uwe Schultze dalla Germania che però vengono ogni anno nel Cilento, si sono aggiunti tanti altri (160 ad oggi) che così ci aiutano a “difendere” l’antica città di Paestum, elaborando un nuovo progetto di manutenzione delle mura.
Offriamo anche un nuovo canale per chi ci vuole seguirci da lontano: la rivista digitale del Parco Archeologico di Paestum, con tre finestre: l’editoriale, il “pezzo del mese” con il video di presentazione dei reperti che vengono esposti per la prima volta nel museo e la presentazione del nostro lavoro. Ogni mese presentiamo un collega dello staff del Parco e le attività che fa. Potete abbonarvi sul sito www.museopaestum.beniculturali.it
Che resta da fare nel prossimo anno? Beh, tante cose, ovviamente. Proseguire sulla strada intrapresa. Vorrei evidenziare due progetti in particolare: una nuova audioguida dove verranno inseriti i luoghi intorno Paestum che meritano una visita, come per esempio Capaccio Vecchio. Anche con la Fondazione Vico stiamo lavorando su un progetto di rete Paestum – Cilento. L’idea è di superare la prospettiva del Gran Tour e raccontare come queste terre non fossero solo l’oggetto di una “riscoperta” da parte di viaggiatori del nord, ma anche luoghi di una cultura autoctona – artistica, religiosa, artigianale, agricola. Insomma, Paestum e il Cilento non sono solo una terra da “scoprire”, ma hanno da offrire anche esperienze locali di grande importanza – basta pensare ai siti antichi di Velia e Paestum ma anche a figure come Gianbattista Vico e Paolo De Metteis.
L’altro progetto che ritengo di prima importanza è legato alla Tomba del Tuffatore: il prossimo anno saranno 50 anni dalla scoperta di questa testimonianza singolare, che avvenne il 3 giugno 1968. Faremo una grande mostra su questo tema dal titolo: l’immagine invisibile. Vogliamo raccontare appunto come dietro l’immagine materiale, palese, si nasconda un’altra immagine, non materiale, che è quella che gli osservatori dall’antichità fino ad oggi vedono nella loro immaginazione: il tuffo come simbolo misterico della salvezza o come audacia accettazione della vita e della morte… La Tomba del Tuffatore è una delle più discusse opere antiche e nella mostra vorremmo cercare di spiegare perché. Insomma, speriamo di vedervi tutti in una delle tante occasioni che ci saranno nel 2018 a Paestum!