Ricordate la canzone di Lucio Dalla? “L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità!” Beh, nella lettera ad un suo caro amico che poi è diventata una delle canzoni che meglio ricorda l’artista bolognese, sottolineava sotto voce le cose che non vanno, ma cercava anche di guardare avanti, proiettandosi verso il nuovo anno che stava per nascere con attesa, speranza, illusione, desiderio. Io mi voglio ispirare a questa canzone nello scrivere questo mio ultimo articolo sul 2017. Mi volterò indietro per fare un’analisi personale del 2017 dal punto di vista lavorativo e territoriale.
L’anno 2017, già solo per il numero delle ultime due cifre, ancor prima di iniziare incuteva paura. Era l’anno che doveva portarci alla fine della Crisi, una delle peggiori dall’Unità d’Italia ad oggi. Ogni anno inizia con la speranza che le cose vadano meglio dell’anno prima. Ad un anno di distanza non credo che sia cambiato molto, al di là di ciò che dice la televisione o i media in generale. Sì, per carità, qualcosa di nuovo sta nascendo. Ma ciò che sta nascendo va veloce come una tartaruga che tira un tir con una fune. Questo è l’emblema di ciò che ho visto muovere io a livello personale e territoriale in questo 2017 che sta volgendo alla conclusione. La tartaruga legata ad una fune che tira un tir è l’immagine che ho davanti agli occhi. Sta a rappresentare le lungaggini burocratiche per la soluzione di qualsiasi problematica. Sta a rappresentare la lentezza di una cultura clientelare che vige ancora sul nostro territorio e da cui non riusciamo ad affrancarci completamente, che impedisce al territorio di crescere e a chi ci vive di sentirsi veramente libero di esprimere il proprio talento secondo schemi meritocratici.
L’anno 2017 è stato duro per tanti, forse ancora per troppi. Qualcosa di simpatico si è già intravisto quest’anno. Dal punto di vista personale ma anche territoriale si concretizzerà nel corso del 2018, probabilmente anche per via delle prossime elezioni politiche. Qualcosa di antipatico pure si è visto, purtroppo, logiche che non condivido assolutamente, spartizioni di ruoli e di poltrone a discapito di molti. Avrò modo di parlarne nel dettaglio e denunciare questi abusi di potere già dal prossimo numero di UNICO, che sarà il primo dell’anno che verrà!
Colgo l’occasione per augurare a tutti voi lettori di UNICO ed alle vostre famiglie, meravigliose feste di Natale e Capodanno. Auguro buone feste al Direttore del giornale Bartolo Scandizzo che mi ha permesso da ormai più di due anni di mettere su questo settimanale tanti miei pensieri, tante mie riflessioni, un mucchio di idee che fermentano nella mia testa. E auguro buon Natale e buon inizio di anno nuovo a tutti i miei colleghi che rendono possibile ogni settimana l’uscita di questo giornale. Arrivederci all’anno che verrà!!!