Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) che, con i suoi 181.000 ettari e le due aree Marine Protette (Santa Maria di Castellabate e Costa degli infreschi e della Masseta), è la più grande area protetta d’Italia, preserva un patrimonio di inestimabile valore, risultato delle millenarie ed armoniche interazioni tra uomo, natura e cultura. Quest’armonico connubio ha trasformato questo territorio in un complesso sistema biogeografico, un vero e proprio “living landscape”: città greche ed antichi centri storici, vetuste abbazie, castelli e casali incastonati in ambienti ancora incontaminati, paesaggi carsici ed habitat naturali di elevato pregio naturalistico. In sintesi il PNCVDA incarna, in maniera assoluta, i principi dell’UNESCO (conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e naturale) e nel contempo, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato.
L’elevato valore ambientale e naturalistico è testimoniato dalla presenza di endemismi unici nonché da 28 SIC (Siti di interesse comunitario) ed 8 ZPS (Zone di protezione speciale). Per tali motivi il comitato consultivo per le Riserve della Biosfera del Programma MAB (Man and Biosphere), nel giugno 1997, ha inserito il PNCVDA nella prestigiosa rete MAB.
Per la gestione della riserva sono state individuate tre zone come di seguito classificate: “Core Areas”: conservazione degli ecosistemi e ricerca scientifica; “Buffer Areas”: fascia di protezione delle Core Areas, in cui si sperimentano metodi di gestione delle risorse, rispettosi dei processi naturali, in termini di silvicoltura, agricoltura ed ecoturismo; “Transition Areas”: dove sono presenti insediamenti abitativi, industriali, e vengono svolte attività economiche ed agricole ecocompatibili, per il miglioramento del benessere delle comunità locali.
Inoltre, nel 1998 il PNCVDA è stato iscritto nella World Heritage List dell’UNESCO, nella categoria del “Sito Misto”, unica in italia, determinata dalla presenza di testimonianze storico-culturali quali le aree archeologiche di Paestum e Velia e la Certosa di Padula, a cui si aggiunge una fitta trama di centri storici di indubbio interesse (i borghi abbandonati di Roscigno Vecchia e di S. Severino, area archeologica di Roccagloriosa), inquadrati in scenari di elevato valore paesaggistico ed ambientale. Questo riconoscimento testimonia l’elevato valore universale dell’area protetta dal punto di vista storico, estetico, etnologico e antropologico.
Successivamente il 1° ottobre del 2010 il PNCVDA è stato riconosciuto quale Geoparco, incluso nella rete mondiale dei Geoparchi UNESCO, in considerazione del significativo patrimonio geologico (siti geologici di particolare importanza in termini di rarità, qualità scientifica, estetica e valore educativo) e di una strategia di sviluppo sostenibile, finalizzata alla valorizzazione di patrimonio geologico collegato allo sviluppo turistico del territorio.
Infine, il 16 novembre 2010, l’UNESCO ha riconosciuto la Dieta Mediterranea quale patrimonio immateria dell’Umanità, identificando il Cilento come comunità emblematica. La Dieta Mediterranea è ora riconosciuta in tutto il mondo come un modello di nutrizione salutare e di stile di vita; dato avvalorato dalla ricerca scientifica che he ha dimostrato l’efficacia nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e del cancro.
Pertanto, l’UNESCO riconosce al PNCVDA un ruolo strategico nello scenario mondiale per lo sviluppo delle sue politiche: il PNCVDA è stato coinvolto, unitamente ad altri 8 territori a livello mondiale, in un progetto per la gestione integrata delle multidesignazioni UNESCO, dove la gestione olistica dell’Ente Parco di tutti questi riconoscimenti rappresenta uno dei modelli da seguire.
Tutte queste caratteristiche fanno, certamente, del PNCVDA uno dei luoghi più belli del Mondo e, quindi, non possiamo sottrarci alla sfida del “Bello che diventa Utile”.