Con i suoi 35 anni è il sindaco più giovane della provincia di Salerno, nonché il primo in graduatoria alla VI edizione del corso nazionale in Amministrazione Municipale, promosso dall’Anci in collaborazione con la Presidenza del Consiglio e rivolto agli amministratori laureati con meno di 36 anni.
Parliamo di Giuseppe Rinaldi, primo cittadino Montesano sulla Marcellana, centro del Vallo di Diano.
Tra gli obiettivi raggiunti da lui e dalla sua amministrazione, il Premio ‘Comuni virtuosi 2017’ che ha visto il progetto del paese valdianese quale unico giunto in finale, per quanto riguarda la Campania, insieme a quello di Pollica.
A Rinaldi abbiamo posto delle domande, tra le altre cose, sull’attività amministrativa, sul territorio e sulla battaglia che il Comune, da diverso tempo, sta combattendo contro Terna e legata alla realizzazione di una stazione elettrica.
Qual è il bilancio di questi primi 18 mesi da primo cittadino?
È positivo. Abbiamo profuso energie per il rilancio del territorio, partendo dalla difesa dell’identità dello stesso e senza perdere la voglia di crescere, con iniziative legate, in particolare, alla scuola e all’innovazione tecnologica. Dopo mesi di programmazione ed attività amministrativa, abbiamo in cantiere ben 11 lavori pubblici, tra reti fognarie, metanizzazione, campo sportivo, valorizzazione patrimonio comunale, innovazione tecnologica e fibra ottica. Vogliamo dar vita ad una vera e propria smart city a misura dei giovani.
Tra gli obiettivi raggiunti, l’essere ammesso al corso in Amministrazione Municipale ed il ‘Premio Comuni Virtuosi’. Cosa ha permesso di ottenerli?
Il primo posto nazionale è una grande soddisfazione personale. Se vogliamo, si è trattato di un riconoscimento per le ore passate a studiare, approfondire e capire come può e deve funzionare al meglio la macchina amministrativa. Senza passione ed umiltà e senza la voglia di dare il massimo, insomma, senza questi moti dell’anima, un sindaco sarebbe, manchevole. Se poi hai la fortuna, come la mia, di avere una squadra giovane, preparata e motivata, vengono fuori idee, come il progetto #viveremontesano per i nostri centri storici o #naturalmensa a Km0, che trovano riscontro a livello nazionale e consentono di far parlare del tuo Comune fuori dai suoi confini.
È realizzabile il progetto Città Vallo? O nel comprensorio prevalgono competizione e campanilismi?
Sono stato sempre favorevole all’idea della Città Vallo ed acerrimo avversario di ogni forma di campanilismo e di insana competizione. Siamo in un’epoca globalizzata e noi giovani viaggiamo in un’ottica europea. Le sfide che ci attendono sono altre e difendere il proprio campanile mi sembra fuori dalla storia. Tuttavia, non bisogna pensare che la Città Vallo sia la panacea di tutti i mali. Avremo un maggiore peso politico ed amministrativo ma senza una programmazione precisa della nuova Città, anche se il referendum superasse i campanili, ce li ritroveremmo il giorno dopo negli organi di governo.
È il sindaco più giovane della provincia di Salerno. Nei suoi ‘colleghi’ primi cittadini valdianesi vede un modo di ragionare ‘vecchio’?
Ho un ottimo rapporto con tutti. In loro intravedo serietà, impegno e dedizione per la comunità. Sui grandi temi siamo compatti, in particolare per la difesa del territorio. L’essere il più giovane mi carica di una grande responsabilità generazionale, in quanto avverto una richiesta forte di cambiamento del modo con cui finora si è fatto politica. Con grande umiltà cerco di interpretare questa istanza e talvolta spiace assistere, a livello generale, al prevalere del particolare sull’interesse universale e alla priorità di logiche di partito rispetto all’amministrazione del territorio. Provo grande rammarico nel non vedere tutti i colleghi in prima linea per ridare legalità amministrativa alla gestione del Consorzio Bacino SA3.
Come andrà a finire la battaglia con Terna?
Nessuno può dirlo. La stazione elettrica in quel posto è inidonea, inopportuna, ingiustificabile perché è un’area a pochi passi dal centro abitato. Chi fa politica deve avere chiaro cosa vuole che sia il suo paese anche da qui a qualche anno. L’identità e la vocazione di Montesano, del Vallo di Diano e dell’intera area Parco è ben altro rispetto ad una stazione elettrica. Siamo e vogliamo continuare ad essere acqua, natura incontaminata, ambiente salubre, turismo, agricoltura e cultura.
Come vede il Vallo di Diano tra 10 anni?
Mi auguro di vederlo più giovane, innovativo, coraggioso. Una valle che diventi laboratorio di idee, cultura, buone pratiche amministrative e politiche. Un comprensorio in cui il dibattito sia sempre costante e di alto profilo. Utopia? Fino a qualche anno fa anche avere un sindaco giovane come me sembrava un’utopia.