Finisce spesso al centro dell’attenzione e del dibattito, sia perché rappresenta la principale attrazione turistica del territorio, sia perché, nel tempo, si rinnovano gli aspetti discutibili e suscettibili di osservazioni.
Stiamo parlando della Certosa di San Lorenzo di Padula, il complesso certosino più grande d’Italia.
La Giornata FAI d’autunno, dello scorso 15 ottobre, al riguardo, ha fatto registrare
il ‘botta e risposta’ tra Michele Albanese, direttore della Banca Monte Pruno ed Anna Imponente, direttrice del Polo Museale della Campania.
Alla base dello scambio di considerazioni, la presenza di un gruppo di turisti tedeschi impossibilitati a visitare la Certosa.
“Una guida tedesca non è ammessa all’interno del complesso e nessuna guida italiana conosce il tedesco – ha sottolineato Albanese. Ciò finisce per penalizzare i turisti stranieri, in questo caso provenienti dalla Germania, impossibilitati a fruire della struttura”.
Albanese, inoltra, ha evidenziato le difficoltà relative allo svolgimento di manifestazioni importanti all’interno del monumento, a causa di richieste economiche considerate esorbitanti e di procedure burocratiche complesse.
Non si è fatta attendere la replica della direttrice Imponente che, attraverso una nota, ha sottolineato come non si sia riscontrato alcun episodio riferibile a quanto sostenuto da Albanese, anche perché l’ingresso delle guide turistiche è regolato dalla legge mentre, in merito all’organizzazione di manifestazioni, l’uso dei beni è disciplinato dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Nella controreplica, infine, il direttore della Monte Pruno ha rimarcato la necessità di rivedere la gestione della Certosa per riavvicinare il monumento a cittadini, associazione e turisti.
Al di là del caso specifico, è indubbio che le criticità logistiche e burocratiche, legate ad un’ottimale fruizione del complesso, siano diverse e si trascinino da tempo.
Basti pensare ai locali quasi sempre chiusi e non visitabili, come le cantine e la biblioteca, all’erba alta dei giardini ma anche alla querelle, registrata qualche tempo fa, tra guide ufficiali e non.
Senza trascurare l’assenza di un sito web riconducibile strettamente alla struttura padulese.
C’è la netta sensazione, insomma, che, come spesso accade in Italia, la “base”, rappresentata da uno dei monumenti più rilevanti d’Italia, sia solida, ma intorno non si riesca a lavorare al meglio per far sì che si possa fruire al massimo della struttura.
Chiudiamo con dei dati oggettivi legati al numero dei visitatori della Certosa di San Lorenzo negli ultimi anni.
Nel 2016 si sono registrate 80.240 presenze contro le 72.936 del 2015. Oltre 7000 presenze in più, quindi. Nel 2014, tuttavia, si era raggiunto il numero di 85.797 visitatori.
Entrando ancor di più nello specifico, per quel che riguarda i paganti, si è avuto un graduale incremento, passando da 29.579 (2014) a 30.870 (2015) fino ad arrivare a 36.316 (2016). I non paganti, invece, dai 56.218 del 2014 si sono ridotti a 42.066 nel 2015, per poi tornare nuovamente ad aumentare nel 2016, con 43.924