“Lavori di ristrutturazione ed ampliamento del fabbricato (Foresteria) da destinare a struttura ricettiva del centro sportivo meridionale di san Rufo”, è l’oggetto della lettera scritta dalla Socim Spa impresa generale e indirizzata al Consorzio Sportivo Meridionale – Bacino Sa3, ai sindaci dei comuni consorziati e all’onorevole Edmondo Cirielli. “Intendiamo informare della grave situazione in qualità di ditta appaltatrice – si legge nel documento datato fine settembre – sostanziali modifiche sono state apportate all’opera oggetto del contratto, sono state predisposte una perizia di variante e suppletiva, una perizia di variante tecnica aggiuntivo. Tali perizie non hanno previsto però il completamento definitivo dell’opera rimasta incompiuta ed inutilizzabile; sono state stralciate lavorazioni essenziali, privilegiando finiture superflue penalizzando in primo luogo il consorzio stesso per la impossibilità di utilizzare in via immediata la struttura”. La Socim inoltre avrebbe richiesto gli estremi delle propedeutiche, intervenute approvazioni superiori da parte dell’organo regionale deputato alla gestione dei finanziamenti ma nulla è stato ricevuto sinora. Ciò alimenta dubbi da parte della ditta sulla regolarità del percorso autorizzativo seguito dai funzionari interni al Consorzio. “Di fatto i lavori commissionati sono stati ultimati ma ad oggi l’impresa non ha ricevuto le somme ad essa spettanti per contratto e per legge – si legge ancora – nonostante la Regione abbia provveduto alla erogazione di gran parte delle relative quote e per questo l’impresa si trova in difficoltà”. La Socim invita a verificare le informazioni fornite e chiede di rispondere al più presto “circa la gestione autoritaria, personale e dittatoriale della cosa pubblica – si ravvisa nella lettera – affinchè si possano adottare azioni volte a tutelare in primo luogo il Consorzio Sportivo Meridionale Bacino Sa3 e la scrivente”. “In mancanza di tempestive azioni, la nuova struttura ad uso foresteria del Consorzio Sportivo Meridionale è destinata a rimanere incompiuta ed inutilizzabile per il rapido e progressivo ammaloramento mancando le forniture edili esterne atte alla preservazione dell’opera e quelle interne, nonché tutti gli allacciamenti impiantistici”. “Tutto ciò sarebbe causato dal totale sconvolgimento del progetto esecutivo di gara e di contratto originato da megalomani idee circa materiali di pregio tra cui pavimenti, rivestimenti etc. – scrive la Socim – scelte non condivise con i componenti del consorzio stesso e tutte incompatibili con le risultanze di gara e del progetto esecutivo ben oltre le disponibilità del quadro economico di appalto; scelte rivelatesi poi irrealizzabili con le somme a disposizione”. E adesso si attendono risposte tempestive da parte di chi è stato chiamato a rispondere della vicenda.
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