Carissimi lettori,
in questo numero abbiamo deciso di trattare un argomento molto importante per il nostro territorio, quello dei Piani di Zona. Durante la riunione di redazione, su questo tema, ci siamo fatti una serie di domande. E per fugare ogni tipo di dubbio a noi e a voi che ci leggete con tanto interesse, abbiamo cercato di capire come funziona un Piano di Zona, quali sono i servizi che offre e chi usufruisce di questi servizi. Io mi sono occupato del Piano di Zona di Sala Consilina che serve 19 Comuni del Vallo di Diano e paesi limitrofi.
Prima di tutto mi sono chiesto “Che cos’e il Piano Sociale Regionale?” e dopo alcune ricerche ho scoperto che il Piano Sociale Regionale è lo strumento normativo di cui si dotano le regioni per regolare i servizi sociali sul territorio. Si tratta dunque di un “timone” che definisce metodi e strategie per realizzare in ogni Comune, anche il più piccolo, servizi di welfare mirati ed efficienti. Per evitare spese irrazionali, duplicazioni di interventi, dispendio di operatori, il Psr individua in soggetti precisi definiti Ambiti territoriali, degli aggregati di Comuni vicini, che insieme stilano, dopo aver “letto” e censito i bisogni dei cittadini, una mappa dei servizi utili alla comunità. Ad esempio, in una zona racchiusa in un Ambito, dove ci sono poche nascite, i ragazzi appena maggiorenni vanno a studiare in città e gli anziani rimangono legati alle origini, sarà sufficiente un solo asilo ed un luogo ricreativo per adolescenti, al quale faranno capo tutti gli utenti dei vari Comuni, mentre ciascun Comune riterrà di doversi dotare di un centro anziani polifunzionale. Per intervenire su queste esigenze sociali, l’Ambito redige il Piano Sociale di Zona in cui viene descritta la rete integrata di servizi alla persona per includere i cittadini in difficoltà e innalzare il livello della qualità della vita, nomina un Comune capofila ed un coordinatore d’Ambito. La legge nazionale che regola il settore è la 328 del 2000 che prevede un Fondo Sociale Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) il quale finanzia i Piani Sociali Regionali e i Piani Sociali di Zona.
Per scoprire più nel dettaglio il Piano di Zona del Vallo di Diano – Ambito S10, di cui mi sono occupato io, sono andato a spulciare sul sito internet http://www.pianosociales4.it, e, dopo approfondita ricerca, mi sono anche reso conto, mio malgrado, che altrove non tutti i Piani di Zona sono in possesso di un proprio sito internet, e di quelli che ce l’hanno, pochissimi offrono trasparenza per quel che riguarda la spesa sociale dello specifico Ambito.
Avevo un mucchio di domande che cercavano risposte: ad esempio “Quanti soldi spende il Piano Sociale di Zona S10? Quante famiglie assiste? I soldi servono più per mantenere la struttura che per offrire il servizio o viceversa? Ho scoperto innanzitutto che quest’Ambito almeno un sito internet ce l’ha, a differenza di tanti altri che non ce l’hanno. E questo fatto va sottolineato in quanto siamo nel 2017 che è l’era del digitale e della trasparenza. Come al solito, si predica bene e si razzola male!
Approfondendo, ho avuto la conferma che l’Ambito S10 – Distretto 72, è composto da 19 Comuni (Atena Lucana, Auletta, Buonabitacolo, Caggiano, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Petina, Polla, Sala Consilina, Salvitelle, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio, Sanza, Sassano, Teggiano) ed ha una popolazione complessiva di 68.342 abitanti.
Gli interventi e i servizi sono rivolti a famiglie e minori. Come attività di servizio sociale professionale è stata erogata attività di sostegno alla genitorialità usufruita da 270 utenti per una spesa netta complessiva di 23.000,00 euro. Per quanto riguarda l’integrazione sociale sono state realizzate attività ricreative, sociali, culturali a favore di 70 utenti per una spesa netta complessiva di 4.318,00 euro. Per quel che riguarda l’assistenza domiciliare socio-assistenziale sono stati spesi 44.736,00 euro netti per 25 utenti. Sono stati spesi 54.700,00 euro netti relativi a contributi economici per affido familiare di minori per 23 utenti. Sono stati spesi 186.055,00 euro netti di contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali riguardanti 13 utenti, 24.118,00 euro netti di contributi economici a integrazione del reddito familiare riguardanti 20 utenti e 11.180,00 euro netti di voucher per servizio di babisitteraggio riguardanti 6 utenti. In asilo nido per 135 utenti sono stati spesi 338.478,00 euro di cui 17.500,00 euro con la compartecipazione degli utenti. Per 29 utenti disabili sono stati spesi 45.100,00 euro netti per intervento riabilitativo risocializzante. Per 17 utenti sono stati spesi 48.312,00 euro netti per il sostegno all’insegnamento lavorativo. Per 8 utenti sono stati spesi 12.576,00 euro per il sostegno scolastico disabili gravi. Per 79 utenti sono stati spesi 149.526,00 euro per assistenza domiciliare socio-assistenziale, per 23 utenti sono stati spesi 57.317,00 euro per assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari e per 19 utenti sono stati spesi 50.200,00 euro per voucher, assegno di cura, buono socio-sanitario.
Ecco il resto dei DATI RIEPILOGATIVI sulla SPESA impegnata per gli interventi e i servizi sociali:
CONTRIBUTI E INTEGRAZIONI A RETTE PER CENTRI DIURNI – 6.185,00 euro netti;
CONTRIBUTI E INTEGRAZIONI A RETTE PER STRUTTURE RESIDENZIALI 82.273,00 euro netti;
VOUCHER PER ASSISTENTE FAMILIARE (COLF) 5.800,00 euro netti;
CENTRI DIURNI 135.538,00 euro netti;
ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIO-ASSISTENZIALE 438.535,00 euro netti;
ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA CON SERVIZI SANITARI 34.698,00 euro netti;
CONTRIBUTI E INTEGRAZIONI A RETTE PER STRUTTURE RESIDENZIALI 122.780,00 euro netti;
VOUCHER PER ASSISTENTE FAMILIARE (COLF) 12.020,00 euro netti;
DISTRIBUZIONE BENI DI PRIMA NECESSITA’ 35.000,00 euro netti;
TIROCINI FORMATIVI 144.618,00 euro netti;
SEGRETARIATO SOCIALE / PORTA UNITARIA PER L’ACCESSO AI SERVIZI 145.000,00 euro netti;
AZIONI DI SISTEMA E SPESE DI ORGANIZZAZIONE 190.000,00 euro netti.